Lotta di classe


Perché nel corso della storia, quasi tutte le società egualitarie son finite male e le hanno sostituite società divise in classi superiori, inferiori e talvolta medie?

Sulla domanda si discute almeno dai tempi di Platone, e su PLoS One prova a rispondere un modello informatico di Deborah Rogers, Omkar Deshpande e Marcus Feldman, di Stanford, che simula l’andamento demografico e il tasso di migrazione in base alle risorse e alla struttura sociale.

Quando le società sono ugualitarie, le privazioni vengono condivise, la popolazione resta stabile; quando non lo sono, gli inferiori che sopravvivono, tendono a emigrare e a replicare altrove la struttura sociale di provenienza, ed è questa a rimanere stabile, da qui il successo mondiale della disuguaglianza:

In un ambiente con risorse costanti, le popolazioni stratificate mostrano una maggiore instabilità demografica, più crisi ed estinzioni di quelle ugualitarie. In un ambiente con risorse molto variabili, le società stratificate si diffondono maggiormente e sono più capaci di sopravvivere alla carenza di risorse sequestrando la mortalità nelle classi inferiori.

Più avanti, sembra quasi il Manifesto:

Le popolazioni stratificate non sono mai state in grado di stabilizzarsi perché le classi alte prosperavano anche mentre le risorse venivano depauperate e la popolazione finiva nei guai. La stratificazione, in altre parole, travolgeva il feedback stabilizzante nel sistema. Tuttavia le popolazioni stratificate non aggravavano il depauperamento delle risorse – contrariamente alla nostra previsione iniziale – per via di un loro consumo eccessivo da parte delle classi superiori. Nella nostra simulazione invece, l’elevato tasso di mortalità delle classi inferiori manteneva la popolazione relativamente bassa rispetto alla capacità portante dell’ambiente.

Link aggiunto. Le previsioni del loro modello, aggiungono gli autori, ricevono una conferma “modesta” dagli studi empirici esistenti. In attesa che ricevano smentite delle classi inferiori esistenti che, invece di replicare la struttura sociale, s’incavolano e provano a cambiarla?

Com. stampa dell’università, ma è più vivace l’articolo.