Stefania Vitali, James Glattfelder e Stefano Battiston, matematico-economisti del rischio sistemico all’ETH di Zurigo, cercano di valutare chi ha più potere sui danè e quindi può creare più problemi all’economia globale.
La struttura della rete di controllo delle multinazionali influisce sulla competizione e la stabilità finanziaria del mercato globale… Presentiamo una prima ricerca sull’architettura della rete internazionale di proprietà azionarie, insieme al calcolo del controllo esercitato da ogni attore globale. Risulta che le multinazionali formano una gigantesca cravatta a papillon e che gran parte del controllo fluisce verso un piccolo nucleo strettamente collegato di istituti finanziari …
I dati sono del 2007, riflettono – se il metodo è corretto – la situazione prima della crisi.
Occupy Wall Street
Se serve un motivo, si trova nella figura 2D con i legami incestuosi tra 19 banche. A parte questo, i tre hanno abbinato topologia e teoria dei grafi per classificare le 43 mila multinazionali più importanti in base al “peso” dei nodi di ciascuna nella rete, dato dalla quota proprietaria nelle aziende connesse. La prima tappa del procedimento è illustrata dalle controllate Benetton (figura S1).
In soldoni, ups, attraverso proprietà incrociate 787 multinazionali controllano l’80% del valore delle 40 mila della rete e un nucleo di 147 “intermediari finanziari” – banche, assicurazioni, fondi d’investimento ecc. – ne controlla i 3/4, a cominciare dal proprio. In pochi (1) è facile mettersi d’accordo e impedire la libera concorrenza. E se un pezzo si rompe, che la super-entità frani e otturi il tubo del credito.
(1) Elenco delle prime 50 in fondo al paper, prima italiana Unicredit al 43mo posto.