Ancora sul rischio sistemico e il collasso dell’economia. Su PLoS One, Jørgen Vitting Andersen, Giulia Rotundo et al. propongono una spiegazione rassicurante:
Price-quakes Shaking the World’s Stock Exchanges
Usiamo dati empirici per mostrare che i mercati azionari mondiali hanno una soglia non lineare di risposta agli eventi, coerente con l’ipotesi che gli agenti di borsa sono ciechi ai cambiamenti. Tale cecità è la tendenza degli esseri umani a ignorare piccoli cambiamenti e a reagire ai grandi eventi in modo sproporzionato.
Nel loro modello (un adattamento del Burridge-Knopoff) le principali borse del mondo sussultano e slittano come se stessero sui confini delle placche tettoniche, soprattutto nei periodi di calo. Siete avvisati.
Quanto il mercato tira, l’attività sismica è minore.
I prezzi – d’apertura e di chiusura, ndt – seguono la dinamica di accumulo e liberazione dello stress, simile a quella dei terremoti. La risposta non lineare consente di classificare i movimenti dei prezzi di un dato indice in: generati internamente, a causa di notizie economiche specifiche del paese; o generati esternamente, dall’insieme delle borse mondiali che reagiscono all’unisono come un sistema complesso.
Il modello servirebbe quindi a capire meglio le origini del rischio sistemico e a evitarlo in tempo, la prossima volta, invece di fare come le rane dell‘esperimento. Inoltre
sarebbe anche interessante usarlo per analizzare i “tipping points” del sistema finanziario globale, i momenti di contagio particolarmente pericolosi.
Dovevano invitarli a Cannes.
Fracking-quakes
Forse gli agenti di borsa non s’accorgono dei terremoti a bassa intensità, ma gli inglesi sì, forse perché sono poco abituati. Dovrebbe rassicurare quelli che abitano attorno a Blackpool il rapporto della Cuadrilla Resources sui due, piccolini, che ha causato la primavera scorsa mentre estraeva metano dagli scisti del bacino di Bowland.
Ha aumentato i sistemi di sicurezza e di allarme, no problem giura, non supereranno mai i 2,5 sulla scala Richter e sono in ballo 5.600 posti di lavoro. Il bacino conterrebbe 200 mila miliardi di metri cubi, una manna, però c’è il problemino della falda acquifera: sta a 300 m di profondità e il gas a 3.000.