Lynn Margulis

E’ morta all’improvviso l’altro ieri, dopo un’ infarto emorragia cerebrale. Sicura di sé, generosa, bonne vivante, stakhanovista, testarda come una mula e pronta a usare la propria fama per dare visibilità a teorie audaci e a volte decisamente strampalate: più contenevano eresie e più le sembravano utili a far uscire la biologia evoluzionista dal tran tran.

Nel 1966 era parsa strampalata la sua ipotesi, che nel tempo si sarebbe evoluta nella simbiogenesi quale motore principale dell’evoluzione delle specie.
“Principale” è tuttora fonte di polemiche, ma ormai è confermato che gli eucarioti hanno geni di batteri e virus nei mitocondri o nei plastidi. Ci vuole ottimismo per dedurne che l’evoluzione è il frutto di un’amorevole cooperazione tra procarioti per generare gli eucarioti, e non di una selezione naturale spietata. Soprattutto nell’interpretazione in chiave “capitalistica, competitiva e tutta in termini di costi e benefici” dei “traditori del pensiero” di Darwin.

Lei era ottimista per le specie in generale, nonostante i guai combinati dalla nostra, come si vede nell’Ipotesi Gaia, il paper scritto con James Lovelock, e nel libro Il pianeta simbiotico.
Mancherà anche alla Lectora.