Non so voi


ma io trovo sempre sbagliato creare un altro virus letale, dicevo il 3 dicembre.

Era a proposito di Ron Fouchier et al. del gruppo di Albert Osterhaus, che al Centro Erasmus a Rotterdam hanno creato una versione del virus aviario H5N1 trasmissibile via aria, con uno starnuto per es.  Per gli umani è letale in oltre il 50% dei casi – per dare un’idea, la famosa spagnola lo era nell’1% dei casi – però si trasmette solo per contatto diretto.

Ricerca finanziata dagli NIH; lab di massima sicurezza; regole bioetiche rispettate. C’è un buon motivo per identificare in laboratorio invece che nella cittadinanza a epidemia in corso, la mutazione che rende un virus così pericoloso, ovviamente. Nel caso dell’influenza suina, la cosa preoccupante era che l’H1N1, di suo poco mortale però molto contagioso, per mutazione o ricombinazione diventasse letale quanto l’H5N1. Se si sa quale sequenza cercare, si possono fare kit diagnostici (e magari un vaccino), imporre una quarantena agli umani, uccidere gli animali portatori ecc.

I risultati dovevano uscire su Science in gennaio, ma la Science Advisory Board for Biosecurity ha fatto sapere ieri pubblicamente e il 30 novembre ad autorità sanitarie, redazioni ed autori, che alcuni particolari andavano censurati. Ora gli NIH devono decidere quali. Albert Osterhaus dice che accetta la censura, ma protesta: nel 2005,  il paper del virus della spagnola ricreato in laboratorio era uscito tale quale.

La SABB lo chiede anche per una ricerca analoga di Yoshihiro Kawaoka et al. dell’università del Wisconsin, in uscita su Nature. Il direttore Phil Campbell è esterrefatto perché la SABB aggiunge

Riconoscendo il significativo beneficio potenziale delle informazioni sui particolari sperimentali per le comunità della ricerca e della sorveglianza globale dell’influenza, il governo statunitense sta lavorando per stabilire un meccanismo che consente un accesso sicuro a queste informazioni a coloro che ne hanno legittimamente bisogno per raggiungere importanti obiettivi di sanità pubblica.

L’editore di Science è l’AAAS, un ente in parte pubblico che rappresenta la comunità scientifica internazionale. Bruce Alberts ha trattato con varie autorità e non è soddisfatto:

La nostra risposta dipenderà moltissimo dai passi successivi compiuti del governo statunitense nel presentare un piano scritto, trasparente, per assicurare che ogni informazione omessa nella pubblicazione sarà fornita a quegli scienziati responsabili che la richiedono, quale parte dei loro sforzi legittimi per migliorare la sanità pubblica e la sicurezza.

Phil Campbell è messo peggio. Chissà perché una testata registrata in Inghilterra, e di proprietà privata, dovrebbe accettare il parere di un governo straniero sui bisogni legittimi o meno. Se il governo USA, o il Congresso, decide sanzioni contro un paese dove transitano – l’Iran per dire – gli uccelli migratori, potrebbe vietare l’accesso a informazioni “sensibili”? E pazienza se l’infezione si propaga in paesi vicini?

Trovo sempre sbagliato creare un altro virus letale ma anche – visto che parte delle sequenze si conosce da settembre – illudersi che una volta fuori, l’informazione torni indietro.