Aberrazione

Quando indagavo sulle morie delle api, ero stata dagli “apicoltori urbani” di San Francisco. Mi avevano portata a vedere le loro arnie sistemate da marzo a novembre nella parte incolta del Presidio, un grande parco che da sulla Baia, sopra la città. Stavano benissimo, la sindrome da spopolamento delle colonie le aveva risparmiate.

Su PLoS One, salta fuori che dal 2008 le api locali sono attaccate dall’Apocephalus borealis, una moscerina tostissima che nel Nord America normalmente parassita solo vespe e bombi. Fanno le uova nel loro addome, le larve s’infilano tra il torace e la testa dell’ospite che, letteralmente, la perde. Scrivono Andrew Core della S.F. State University et al. tra cui John Hafernik:

Abbiamo trovato un parassitismo diffuso da A. borealis in 7.417 api mellifere, 177 Bombus vosnesenskii e 18 B. melanopygus, in varie località della Bay Area di San Francisco. In totale, un 77% delle arnie campionate era infetto.

Di solito le api non vanno in giro di notte. Invece

possiamo collegare per la prima volta l’attività notturna all’abbandono dell’alveare. Prima abbiamo trovato api sotto e dentro le lampade del campus,  in svariate condizioni meteo, comprese fredde notti di pioggia quando non si vedeva un altro insetto attorno alle luci.
Le api “arenate” (stranded) evidenziavano sintomi quali disorientamento (camminavano in cerchio) e perdita di equilibrio (non si reggevano sulle zampe).
Diversamente dalla maggior parte degli insetti attratti dalla luce, le api arenate restavano inattive il giorno dopo, fino alla morte. Quelle che lasciavano l’alveare di notte erano molto più infette da A. borealis di quelle che uscivano a bottinare di giorno.

Era alto anche il loro tasso di infezione con il virus da ali deformi, spesso trasmesso dalla Varroa destructor, e con la Nosema ceranae – la muffa venuta dalla Cina.

Hanno trovato A. Borealis in arnie da noleggio del Sud Dakota e di una altra cittadina della Baia, tutte con le regine comprate nello stesso posto.

La colonia appositamente infetta per studiarla è riuscita comunque a superare l’inverno e a riprendersi. Non mi sembra che l’A. borealis possa essere la causa della grande moria del 2006-2007, anche se gli autori continuano a fare il collegamento. Ma dicono anche che la moscaccia sembra un arrivo recente dal Sudamerica dove parassita da tempo le api.

Andrew Core et al.  hanno controllato il Dna dei parassiti e come era cambiata l’espressione di geni nelle ospiti, contato le uscite notturne e registrato la periodicità delle infezioni. Come sempre, dicono che servirà altra ricerca anche per capire se

l’A. borealis manipola il comportamento delle api cambiandone il ritmo circadiano, la sensibilità alla luce o altri aspetti della loro fisiologia. … In alternativa l’infezione potrebbe essere uno degli stress che risultano in attività notturna aberrante. Se fosse così, le api malate abbandonerebbero altruisticamente l’alveare per ridurre i rischi per le compagne.

O forse hanno un “odore” diverso, le compagne se n’accorgono e le buttano fuori.

Oca’s digest
Su Nature di oggi, un solo editoriale “Reach out about climate“. Sottotitolo:

Dove manca una leadership politica in merito ai cambiamenti climatici, gli scienziati devono essere preparati ad alzare la testa sopra il parapetto.

Facile incitare gli altri a farsi sparare…