L'e-cat e Obama su Marte cont.

Per consentire agli ammiratori dell’ing. Rossi di commentare gli ultimi sviluppi, lo ho riassunti su Oggi Scienza.

Purtroppo ho completamente dimenticato di aggiornare i lettori, in particolare Juhan, sulla doppia andata (e ritorno) di Barack Obama su Marte. Ne eravamo stati informati in novembre da Sterling Allan, promotore negli Stati Uniti dell’e-cat dell’ing. Rossi fino a pochi giorni fa e portato dal dott. Passerini a modello di giornalismo scientifico.

Lo scoop veniva da Andrew Basiago e William Stillings, due crononauti al servizio della DARPA:

Tra il 1981 e il 1983, Obama avrebbe visitato Marte due volte grazie a una “camera del balzo” e Basiago ha detto di averlo visto “tornare nella camera camminando sul terreno marziano.” Obama avrebbe salutato il compagno di viaggio con un “Siamo qui” pronunciato “con un certo fatalismo.”
Non si sa di preciso cosa Obama abbia fatto su Marte (…). La sua era una missione pericolosa, secondo Basiago e Stillings. La CIA voleva creare “un sistema di difesa per proteggere la Terra da minacce spaziali” e affermare un diritto legale di “sovranità territoriale”, il che farebbe di Obama una sorta di Conquistador marziano. Presumibilmente, i suoi badanti alla CIA volevano che “acclimatasse gli umanoidi e gli animali marziani alla loro presenza” per poi stringere un’alleanza tra USA e Marte.
“In parole semplici, il tuo compito è di esser visto e non mangiato,” avrebbe detto al giovane Obama il maggiore in pensione Ed Dames, ex crononauta.

Spencer Ackerman di Wired, al quale si deve questo riassunto delle puntate precedenti, ha chiesto conferma alle autorità e ha riferito la risposta ai primi di gennaio:

La Casa Bianca smentisce che la CIA abbia teletrasportato Obama su Marte.
“A meno di non contare le volte che ha guardato Marvin il Marziano,” precisa Tommy Vietor, portavoce del National Security Council.