Miniciclot. – 23 aprile

Cari orecchietti di popol network,

Vi tocca la storia degli XNA. Glisso su quelli provati da Steve Brenner nel 2009, cerco di spiegare perché non funzionavano da codice genetico quelli presentati a fine marzo da genetisti del RIKEN e dello Scripps alla riunione dell’American Chemical Society, e perché quelli pubblicati su Science sono meglio.

Puntata un po’ tosta, insomma. Per le proteste:  mattino chiocciola popolare network punto it.

Potrebbero interessarvi – sempre su Science – due articoli di Jane Qiu:

Guai sullo Yangtse: è pronta la diga Xiaonanhai, la prima della serie, con brutte prospettive per gli ecosistemi già malmessi e per la riserva creata per ospitare le specie rare cacciate dalla costruzione (a valle) della diga delle Tre Gole;

Altra evidenza del nesso diga-terremoto: il terremoto di Wenchuan – epicentro proprio sotto l’invaso – nel 2008 ha fatto 80 mila morti e sembra che l’invaso abbia aggravato le fratture esistenti.

Per certi versi, la Cina è rimasta “l’impero idraulico” raccontato da Marvin Harris:  il comitato centrale è pieno di ingegneri e il loro piano prevede che entro il 2020 il 15% dell’elettricità verrà da fonti non fossili, di cui due terzi dalle dighe, e quasi tutte sullo Yangtse superiore (o Jinsha inferiore) dove attraversa il Sichuan e lo Yunnan.

A giugno, il governo aveva stanziato 63 miliardi di dollari per 4 dighe da 43.000 megawatt totali. Il piano va avanti come un treno, studi di rischio sismico per ora nessuno.

Science pubblica anche uno studio sulla divergenza genetica dell’orso polare (Ursus maritimus) da quello nordico bruno (Ursus arctos): è spostata indietro dal tardo Pleistocene, circa 110-160 mila anni fa, al medio Pleistocene 600 mila anni fa. Sembra più plausibile di un adattamento fulmineo alla vita sulla banchisa. Ma vorrebbe anche dire che il DNA mitocondriale – usato per la datazione precedente – non è sempre un buon “orologio molecolare”.

Dalla conclusione:

La bassa diversità genetica indica che cambiamenti ambientali – come fasi calde – hanno creato colli di bottiglia per le popolazioni di orsi polari. Sebbene siano sopravvissuti a precedenti fasi calde, stressori mediati dagli uomini (p. es. conversione dell’habitat, persecuzione e accumulazione di sostanze tossiche nella catena alimentare) potrebbero amplificare l’impatto dell’attuale cambiamento climatico e creare una minaccia nuova e probabilmente profonda per la loro sopravvivenza.

Un autore è americano, si aspetti una persecuzione anche lui…