Fra i commenti arrivati mentre non c’ero e sospesi in automatico, trovo un pingback di http://ultimoranotizie.it/2012/02/11/linquisizione-degli-yahoo/ del 12/09/2012 alle 21:37:19. Ricopiano un post di febbraio, a proposito della persecuzione di Antonello Pasini da parte della troupe di Climate monitor alla quale è particolarmente inviso in quanto bravo fisico-matematico dei modelli climatici e reo di sapere usare la causalità di Granger.
Pochi giorni fa, Antonello ha pubblicato un paper – in open access con somma gioia dei suoi fans e persecutori – su Environmental Research Letters,
Evidence of recent causal decoupling between solar radiation and global temperature
Antonello spiega la sostanza sul suo blog, meglio di come potrei fare io. In sintesi: l’attività solare – e non solo, usa anche altri indici – è diventato un rumore di sottofondo, quasi impercettibile su scala decennale – 0,0 (omissis) qualcosa – nel fracasso delle variazioni della temperatura globale dovute alle attività umane.
Un giorno che vengo a Roma, Antonello, ti offro un crodino alla salute di Granger e sai cosa mi piacerebbe in cambio? Che tu provassi con gli stessi dati questo metodo qui, un indice di correlazione tipo rho in molto meglio. E’ recente, si diffonde soprattutto tra i biologi anche per via dell’ultima firma: una delle scienziate più intelligenti e gentili che abbia mai incontrato. Eppure ne ho una collezione che neanche Don Giovanni…
Ah, dimenticavo il software.
Ultima ora davvero
Il giudice ha mandato a ranare per l’ennesima e ultima volta gli inquisitori che pretendevano ogni corrispondenza scambiata con chiunque da Michael Mann quando era post-doc all’università della Virginia, perché il diritto alla privacy vale anche per chi fa ricerca sul clima. Anche se i risultati non piacciono al Tea Party e a chi lo finanzia.
A sparare sugli ambasciatori sono i terroristi islamici, non gli americani cristiani fondamentalisti e bianchi. Oh, chiaro adesso?
Sì, ma… Ken the Cooch, il proc. gen. eletto con i soldi di Big Oil & Coal così cattolico da voler coprire il seno della dea sul sigillo della Virginia, i cowboys dell’American Tradition Institute pagato da Big Oil & Coal e la troupe di climate monitor, tutti defraudati di colpo da pezzi di frasi da incollare per far dire a Mike quello che non ha mai detto, che cosa faranno durante gli orari di lavoro?
Antonello, lo conosco io un sentiero per passare in Svizzera. h/t il bardo Cassandra
And McIntyre and other famous deniers fell into Stephan Lewandowsky’s “Auditgate” trap, the Rabett has the tasty bits .
Ottimo post, quante cose belle da leggere e studiare.
E di Pardis Sabeti che dire? C’è già un fan club, vero? Portare all’attenzione certi fiori fra il mare mosso dei rosscardonprodamignancompagniabella ci permette di ritrovare il sorriso e un po’ di speranza.
Una cosina: questo link è il reprint “open” dell’articolo di Pardis et al. http://www.sciencemag.org/content/334/6062/1518.full.pdf?keytype=ref&siteid=sci&ijkey=cRCIlh2G7AjiA
(lo ripesco dal mio taccuino degli appunti, da me funziona, spero anche per gli altri…)
@Oca: lasci perdere Don Giovanni. Ho saputo che al Sole 24 Ore i colleghi la chiamano affettuosamente Gatto Silvestro perché da oltre 40 anni cerca disperatamente di prendere un uccello…
povero nobody forever, lei non sa proprio nulla. I miei colleghi, da 16 anni tra l’altro, ricordano bene un mio recente fidanza’ – è una star, l’oca s.
P.S. Se servisse, per il lavoro sporco di Pasini, m’offro volentieri. 😉
P.P.S. Se serve: questo è il link diretto all’articolo in questione di Pasini: http://iopscience.iop.org/1748-9326/7/3/034020/pdf/1748-9326_7_3_034020.pdf
Dato il piacere di leggerlo, vale la pena cimentarvisi.
(Non vale nemmeno la pena, invece, degnare di nota chi ha dedicato troppo tempo a nutrire le proprie insicurezze sul piano sessuale per rendersi conto che, superata una fase infantile, si dovrebbe quanto meno saper tenere a bada la coprolalia.)
@gvdr
Ups, il link di Antonello – grazie, adesso lo metto nel post.
Dimmi cosa pensi di MINE, a me sembra l’ideale per tutti quei data-sets indici variabili indipendenti ecc. dei modelli climatici.
Pardis: join the club.
Sì, nobody forever is a snotty nosed sprat, come si dice a Oxford
Domandone: non sono abbastanza esperto per risponderti in modo soddisfacente. Credo possa fornire ottimi spunti di indagine (non mi sembra, ad una prima lettura, abbia dipendenze forti dai modelli esaminati) ma occorre una mano esperta per interpretare quel che ne vien fuori (l’approccio è quello di rendere visibili anche relazioni “nascoste”, il rischio è che evidenzi artefatti, che sono trappole per polli).
Sottolineo il “If you do not already know what kinds of relationships to search for”. Nel caso del clima non si naviga al buio. Come hanno fatto Pasini et al. è più robusto selezionare i possibili parametri su base climatologica. O almeno, questo è ciò che pensa un fisico. 🙂
@gvdr e Riccardo
neanche in genetica si naviga al buio. Il problema è sempre la quantità di dati da incrociare e MINE è fatto per risolverlo. Magari potrebbe testarlo “Tamino”…