Modelli per maratoneti e pini

Sono scettica. Trovo che l’idea di prendere serie temporali di ogni tipo vada incoraggiata, solo che questa non funziona.

Effects of Warming Temperatures on Winning Times in the Boston Marathon

We examined a time series (1933–2004) from the Boston Marathon to test for an effect of warming on winning times by men and women. We found that warmer temperatures and headwinds on the day of the race slow winning times. However, 1.6°C warming in annual temperatures in Boston between 1933 and 2004 did not consistently slow winning times because of high variability in temperatures on race day. Starting times for the race changed to earlier in the day beginning in 2006, making it difficult to anticipate effects of future warming on winning times.

1,6 °C in 70 anni son tanti! Anticipare l’effetto è difficile, ma gli autori non si scoraggiano:

However, our models indicate that if race starting times had not changed and average race day temperatures had warmed by 0.058°C/yr, a high-end estimate, we would have had a 95% chance of detecting a consistent slowing of winning marathon times by 2100. If average race day temperatures had warmed by 0.028°C/yr, a mid-range estimate, we would have had a 64% chance of detecting a consistent slowing of winning times by 2100.

Sempre che l’ora di partenza non sia anticipata nel frattempo…

Indice di stress
Bello invece il paper di Park Williams & Co su Nature Climate Change, “Temperature as a potent driver of regional forest drought stress and tree mortality”. Riguarda le foreste del sud-ovest degli USA, prevalentemente tre specie di pini, la serie è 1.000-2007 d.C. in 335 siti a varie elevazioni e gradienti di umidità, per un totale di 13.147 alberi.

E’ dendroclimatologia, quindi analisi di temperature, precipitazioni invernali ed estive, durata delle siccità registrate negli anelli. La correlazione caldo-siccità prolungata-mortalità (più incendi, più patogeni) è robusta – no surprise, anche se le osservazioni sulla mortalità sono recenti – e l’indice FDSI che gli autori propongono (una formula semplice) dovrebbe essere applicabile ad altre specie e latitudini. Nel caso di scenario BAU per le emissioni di CO2, le previsioni sono pessimiste

I denialists canadesi celebrano i dieci anni del proprio club di bigoilisti e pensionati arieggiando antiche bufale e lamentando che “là fuori, la gente non ha ancora capito” il loro “messaggio”.
Denial Depot rivela una ripresa record dei ghiacci artici:

4 commenti

  1. Concordo, IGNobel per i maratoneti.
    Denial Depot credo sia il miglior sito satirico contro i negazionisti climatici, neanche Crozza potrebbe fare meglio.

  2. @ claudio e Riccardo
    Ok, ho candidato la maratona, poi vi so dire.
    @infn
    Son vent’anni che il libero mercato non “crede” alla FF e da più di un secolo senza un brevetto, nessuno investe in una produzione industriale – come dimostra l’esempio di Meucci.
    Cosa posso farci? Mica è colpa mia!

I commenti sono chiusi.