Il salvatore


Nature brings home the bacon: la bozza completamente annotata del genoma di J.T. Tabasco, Sus scrofa domesticus di razza Duroc nata nell’Illinois 11 anni fa e di alcuni suoi cloni. Bozza, ma con otto altre razze domestiche e selvatiche, 48 individui in tutto, sequenziate per confrontarne l’ evoluzione con quella di altri mammiferi domestici, noi compresi.

Alison Abbott descrive il risultato in una prosa costellata da calembour suini già dal titolo

Pig geneticists go the whole hog

J.T.  Tabasco is something of a porcine goddess at the University of Illinois, Urbana-Champaign, where her ruddy, taxidermied head looks down from the office wall of  geneticists Lawrence Schook. Now she has been immortalized in this week’s Nature – not by name (sei troppo modesta, Deep Blue), but by the letters of her DNA.

Scientists are salivating. For the past couple of decades they have been slowly teasing …

Chiede pure un parere a un ricercatore tedesco di nome Wolf.  Ad immortalare J.T., hanno collaborato 136 genetisti tra cui Sara Botti, Anna Anselmo, Bouabid Badaoui ed Elisabetta Giuffra (lei è ora all’INRA di Parigi) del Parco Tecnologico Padano che presenta l’opera in tono più storico:

Uomini e suini hanno vissuto assieme negli ultimi 10.000 anni. Nessuno però avrebbe pensato che il confronto tra il genoma del maiale e quello umano non solo avrebbe aiutato a selezionare animali migliori e più sostenibili, ma avrebbe anche rivelato la presenza di analogie inaspettate e particolarmente utili per studiare i geni umani associati a malattie come il diabete, l’obesità, il morbo di Alzheimer e il Parkinson.

Visto che per dimensioni e altre somiglianza il suino è l’animale più adatto e più usato negli xenotrapianti, è interessante l’ultimo paragrafo del paper. In mezzo ai geni ci sono

meno retrovirus endogeni che in molti vertebrati, umani e topi compresi

Uno sembra arrivato di recente dai topi, parecchi sono soltanto provirus difettosi e non replicabili. La dea porcina aveva un sistema immunitario della Madon… In tutta la rivista non ho trovato neppure un’allusione all’Imperatrice di Blandings, strano.

Il finanziere Jerry Grantham dice ai climatologi “Be persuasive. Be brave. Be arrested (if necessary)“:

The damaging effects of climate change are accelerating. James Hansen of NASA has screamed warnings for 30 years. Although at first he was dismissed as a madman, almost all his early predictions, disturbingly, have proved conservative in relation to what has actually happened. In 2011, Hansen was arrested in Washington DC, alongside Gus Speth, the retired dean of Yale University’s environmental school; Bill McKibben, one of the earliest and most passionate environmentalists to warn about global warming; and my daughter-in-law, all for protesting over a pipeline planned to carry Canadian bitumen to refineries in the United States, bitumen so thick it needs masses of water even to move it. From his seat in jail, Speth said that he had held some important positions in Washington, but none more important than this one.

Justin Sheffield, Eric Wood e Michael Roderick dicono che l‘indice di Palmer sovrastima la siccità globale. Con un modello fisico basato su energia, umidità e velocità dei venti, calcolano che non è aumentata negli ultimi 60 anni. Risultati che

hanno implicazioni per come interpretiamo l’impatto del risc. glob sul ciclo idrologico e i suoi estremi, e può aiutare a spiegare perché in anni recenti le ricostruzioni paleoclimatiche della siccità, basate sugli anelli degli alberi, divergono da quelle basate sull’indice di Palmer

Citano due paleo-ricostruzioni con larici e pini del nord della Cina. Chissà se si troverà la stessa divergenza in altre zone aride.
E non ho capito una cosa. L’aumento della siccità si misura alle “latitudini medie” soltanto da quando sono calati gli aerosol, dalla fine delle “dimming decades” scriveva Justin Sheffield in un paper precedente. Ma sopra l’India, il Pakistan e parte della Cina continentale, c’è ancora la “grande nube bruna“.

Aggiunta 15/11:  Combinazione, Federica pubblica su Oggi Scienza la nuova mappa degli aerosol.

6 commenti

  1. “Be persuasive. Be brave. Be arrested (if necessary)“
    Sono il primo a sperare in un maggior coinvolgimento degli scienziati, ma magari – prima di farsi manganellare in piazza – potrebbero provare a farsi sentire sui media, a iniziare dalla televisione. E magari discutere anche – come auspicava Grantham – dell’attuale crisi delle risorse, concausa dell’attuale crisi economica.
    Possibile che non vi siano spazi disponibili?

  2. @Paolo C.
    Il nostro Jim “avanzo di galera” sta facendo proseliti importanti.
    Spazi: ci sono, ma per il prime time senza star in manette è dura

  3. Cioè bisogna farsi necessariamente arrestare per richiamare l’attenzione mediatica?

  4. speriamo di no!
    Ilaria Capua è in prima pagina sul Corriere ma ancora a piede libero, almeno credo perché stamattina stava parlando a un parterre di ministri e autorità varie!

  5. Dell’articolo di Grantham, oltre il disscorso sul clima (che sapevo) e quello sui prezzi (che sapevo pure) mi ha colpito quello sui fertilizzanti, che non conoscevo. Sembra un ben concertato assedio alla civiltà umana. Non sarà per caso tutta colpa degli alieni? O gli alieni siamo noi?

  6. @Riccardo
    il potassio (rock) ormai è sopra i $450/ton. E’ come per il petrolio, le previsioni sul “picco” sono variano perché dipendono dall’effetto del prezzo: molti dicono che a $800/ton se ne sprecherà di meno Questi son pessimisti, il World Food Program lo prevede entro 50 anni, l’IFDC entro 300 (vado a memoria)

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