Turn down the heat

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Lo dice il presidente della Banca Mondiale – qui ci sono 20,7 °C stando il termostato che regola i termosifoni – in una sorta di aggiunta allo SREX, legata alle sue attività. Ha commissionato un rapporto all’Institute for Climate Impact Research di Postdam sugli impatti di +4 °C, in particolare nei paesi poveri, rif. per esempio il box a pag. 62 per l’Africa subsahariana e la sicurezza alimentare.

La parte finale riguarda le non linearità ambientali e sociali. Mi sembrano fatte bene il focus sulle temperature estreme (p. 37 e segg.) e le due appendici che spiegano i modelli per l’innalzamento del livello del mare e per la maggior frequenza delle ondate di calore. Bibliografia e grafici utili, ma già noti a chi segue le ricerche.
Conclusione:

It seems clear that climate change in a 4°C world could seriously undermine poverty alleviation in many regions. This is supported by past observations of the negative effects of climate change on economic growth in developing countries. While developed countries have been and are projected to be adversely affected by impacts resulting from climate change, adaptive capacities in developing regions are weaker.
The burden of climate change in the future will very likely be borne differentially by those in regions already highly vulnerable to climate change and variability. Given that it remains uncertain whether adaptation and further progress toward development goals will be possible at this level of climate change, the projected 4°C warming simply must not be allowed to occur—the heat must be turned down. Only early, cooperative, international actions can make that happen.

Da collegare al World Energy Outlook 2012 (riassunto) dell’EIA uscito una settimana fa. A parte la terza sezione sull’Iraq e quelle sui paesi produttori di combustibili fossili, sembra un’aggiunta al paper di Drew Shindell et al. su Science a gennaio.

Our analysis shows that in the absence of a concerted policy push, two-thirds of the economically viable potential to improve energy efficiency will remain unrealised through to 2035. Action to improve energy efficiency could delay the complete ‘lock-in’ of the allowable emissions of carbon dioxide under a 2° C trajectory – which is currently set to happen in 2017 – until 2022, buying time to secure a much-needed global climate agreement. It would also bring substantial energy security and economic benefits, including cutting fuel bills by 20% on average.

E limitare i profitti di  BigOil & Coal? Ma non scherziamo.

12 commenti

  1. La Banca Mondiale ha ragione, il cambiamento climatico potrebbe seriamente vanificare la lotta alla poverta’ nel terzo mondo. Per esempio, in questi ultimi giorni un’eccezionale ondata di calore ha causato cento morti a Gaza: pensate che in alcuni punti della citta’ c’erano fino a 5000 gradi.

  2. @ udik
    concordo anche stavolta ma sembra che al’onu e alla nato non freghi nulla di quello che succede a gaza e in sirya del resto non sono paesi con del petrolio da cicucciare…..come la libia.

  3. @Udik e C. Costa
    Complimenti per l’ipocrisia. A Gaza come in Siria, ad aiutare la popolazione sul posto e a protestare nel resto del mondo, sono proprio le Ong che odiate – Greenpeace compresa. Non la gente come voi che pensa solo a proteggere i profitti di BigOil.
    @Paolo C.
    Già. Vediamo se qualcosa cambia ora che capo della Banca M. c’è un medico.

  4. @ oca sapiens
    guardi che io amo la politica del fare e nel mio piccolo finanzio proprio una ONG internazionale, cosa c’entra greenpeace con Gaza?
    una cosa è la presunta efficacia della mitigazione climatica altro è criticare l’operato di ONU e Nato che usano due pesi e due misure a seconda degli interessi economici che ci sono in ballo, e che trovo molto indulgenti con gli israeliani, un’altro esempio è la guerra nei balcani con l’Onu che stava a guardare la pulizia etnica a tal proprosito segnalo il film “Venuto al mondo” tragicamente bellissimo.
    Criticare il catsastrofismo climatico e la truffa della mitigazione climatica non significa approvare la politica dei grandi produttori di petrolio Russia paesi arabi sudan ma anche indonesia birmania ecc dove proprio il petrolio permette l’usurpazione della democrazia.
    paolo C
    ma ti prego l’atlante … finora i morti per le T sono calati non aumentati perchè il freddo ne uccide 10 volte di più e le malattie tropicali sono tornate ad es la malaria a Nairobi solo perchè non fanno più la disinfestazione
    per i morti invece per tifoni alluvioni e uragani vedi Srex: nessu aumento degli eventi

  5. @ocasapiens: guardi che nel mio commento all’altro articolo avevo scritto che non giudico o giudico molto positivamente l’operato delle ong. In altre parole, non odio affatto le ong e gli attivisti. Dico solo che un attivista non e’ uno scienziato, men che mai un osservatore galileiano. Posso stimarlo per quello che fa e allo stesso tempo dire che non e’ la persona piu’ adatta a giudicare lo stato delle cose (soprattutto in campi di cui sa poco, come la climatolgia).
    Per quanto riguarda BigOil, non so neanche di preciso a chi si riferisca.. il mio rapporto con BigOil inizia e finisce quando vado a mettere venti euro di benza nella Ka usata – piuttosto di rado in effetti.

  6. @Udik
    Allora perché dice falsità sulle Ong?
    “osservatore galileiano”
    Chi avrebbe chiesto a quelle Ong di fare una valutazione delle ricerche sul clima?
    Crede che quelle persone siano così sceme da ritenersi più esperte di Hulme o di Widdecombe? Che Robert May si sarebbe fatto dar lezioni di scienza da un “attivista”? Sa quanti “attivisti” di Greenpeace sono scienziati e pubblicano ricerche, così come i geologi della BP e i matematici delle assicurazioni?
    @Paolo C.
    Suggerisco di lasciar perdere C. Costa, ormai si crede pure il massimo esperto mondiale di sanità umana…

  7. Ussignur, e in USA pure Exxon Mobil che vuole la carbon tax!
    Facciata forse, ma hanno anche liabilities che le assicurazioni private non coprono più.

  8. @Claudio
    “finora i morti per le T sono calati non aumentati perchè il freddo ne uccide 10 volte di più ”
    fino ad un certo punto.
    estate 2003 in Europa, ti dice qualcosa?
    “malaria a Nairobi”
    ma la città è posta a 1660 mslm, una quota alla quale, in condizioni normali, la zanzara non arriva. In condizioni più calde, sì.
    “SREX”
    quando finalmente lo leggerai, ne riparliamo.
    @Udik
    ” Posso stimarlo per quello che fa e allo stesso tempo dire che non e’ la persona piu’ adatta a giudicare lo stato delle cose (soprattutto in campi di cui sa poco, come la climatolgia).”
    ah-a…adesso la climatologia è diventata un campo di expertise? Interessante. Da quando?

  9. Steph
    certo le punte di calore uccidono ( ne so qualcosa visto che i suini che alleviamo noi sono poco sensibili al freddo ma
    molto sensibili al caldo e muoino facilmente per i colpi di calore specie le puepere )
    ma è lo stesso IPCC a dire che gli inverni freddi uccidono molto di più
    la malaria a Nairobi c’era negli anni 70 quando faceva più freddo.

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