O's digest


Da Nature – il giorno prima, ma poi riprendo le buoni abitudini.

– Daniele Fanelli, univ. Edimburgo, autore di questa famosa meta-analisi, trova che la comunità si difende male contro le varie forme di misconduct:

What is wrong with current approaches? By defining misconduct in terms of behaviours, as all countries do at present, we have to rely on whistle-blowers to discover it, unless the fabrication is so obvious as to be apparent from papers. It is rare for misconduct to have witnesses; and surveys suggest that when people do know about a colleagues’ misbehaviour, they rarely report it. Investigators, then, face the arduous task of reconstructing what a scientist did, establishing that the behaviour deviated from accepted practices and determining whether such deviation expressed an intention to deceive. Only the most clear-cut cases are ever exposed.

Già.
– una singola peer review comprata dalla Rubriq per 500-700 dollari, che accompagni un paper da un rifiuto all’altro sarebbe una buona idea perché eviterebbe le revisioni duplicate e le perdite di tempo, secondo l’azienda. Secondo me sarebbe una pessima idea.
Con un milione e mezzo di articoli all’anno e migliaia di riviste specializzate in crackpottery, non conviene lasciare l’integrità di tutta la baracca alla mano arraffona del libero mercato.  Riunione mondiale della resistenza a Montréal dal 5 all’8 maggio.

– a proposito di libero mercato, prosegue l’inchiesta di Daniel Cyranoski sulla Celltex, la ditta che procura presunte terapie con cellule staminali e la sua “cowboy culture” (stava in Texas, ma il mese scorso si è trasferita in Messico per sfuggire ai processi e ai “clienti” con i forconi.)
– un editoriale e un articolo sull’uragano Sandy, gli eventi estremi – climatici e non – e come la società può prepararsi ad affrontarli invece di spendere decine di miliardi (Sandy) ogni volta per rimediare ai danni;
– a proposito di calcolo delle probabilità e analisi del rischio, quest’inverno Google Flu Trend ha sovrastimato di molto la diffusione dell’influenza in USA. (Dev’essere un difetto degli algoritmi locali, anche i Repubblicani avevano sovrastimato di molto gli elettori poveri e delle minoranze che non sarebbero riusciti a votare grazie ai provvedimenti illegali inventati dal Karl Rove e applicati da certi governatori.)
Paola Picotti dell’ETH di Zurigo et al. sono riusciti a completare la mappa e ad annotarla almeno al 97% dell’intero proteoma del lievito di birra. Usando due tecniche diverse per la cernita dei peptidi: shotgun e mirata (partendo dai  singoli geni), e con una “banale” spettrometria di massa. Impressionante.

Per non essere da meno, domani Pardis Sabeti fa un doppio botto…