In copia a co-autori dell’INFN, dott. Ovidi della Kressen, dott. Passerini, Camillo dove se ne discute e l’oca chissà perché, Alessio Guglielmi scrive:
Caro Dr. Celani,
come forse saprà ho pubblicamente espresso delle riserve sull’opportunità che ben 11 ricercatori affiliati all’INFN, tra cui Lei, abbiano pubblicato un articolo sulla rivista Chemistry and Materials Research (CMR) [1]. Infatti IISTE, l’editore di CMR, è stato inserito dal Prof. Jeffrey Beall nella sua `List of Predatory Publishers 2013´. La mia opinione conta poco, ma non sono il solo ad avere forti dubbi: per esempio l’influente giornalista Sylvie Coyaud (in copia) si è espressa duramente in proposito [2].
Un forte motivo di perplessità, tra i tanti, è dovuto alla peculiare procedura di `peer-reviewing´ adottata dall’editore di CMR: i revisori sono scelti tra una cinquantina di collaboratori pagati a cottimo, validi per una gran parte delle materie scientifiche. Questa procedura sembra inadeguata ad assicurare la competenza necessaria alla revisione, e quindi l’autorevolezza della pubblicazione. Infatti CMR non risulta ottenere citazioni significative e ha fattore d’impatto quasi nullo, come chiunque può verificare su Google Scholar.
Il Suo coautore Dr. Angelo Ovidi (in copia), con cui ho avuto una conversazione che riporto sotto, dapprima indicava nel pagamento dei revisori una garanzia di qualità. Tuttavia, a seguito delle domande precise che gli ho rivolto e a cui non ha risposto, alla fine si limita a sostenere che il lavoro di peer-review verrà effettuato mediante `un grande effort per moltiplicare il numero di repliche scientifiche dell’esperimento anche in laboratori esterni´. Ma scherziamo? Il peer-reviewing si fa prima della pubblicazione, non dopo.
Occorre fare chiarezza, perciò mi rivolgo a Lei, che è primo autore dell’articolo e che presumibilmente ha più dimestichezza del Dr. Ovidi con le pratiche accademiche. Questa è una lettera aperta alla quale spero Lei vorrà rispondere pubblicamente. Per favore, Dr. Celani, può rassicurarci che sull’articolo in questione è stato effettuato un rigoroso peer-reviewing, all’altezza dell’importanza dell’argomento e del prestigio dell’INFN? Dal momento che CMR non garantisce questo aspetto, avevo suggerito al Dr. Ovidi di rendere pubbliche le revisioni che avete ottenuto e il membro del comitato editoriale di CMR che si è occupato di trovare i revisori. Rinnovo a Lei questo invito.
Le sarei anche grato se potesse giustificare la scelta di CMR per la pubblicazione dei vostri risultati. Infatti, addirittura dal 1991 la pubblicazione su arXiv ottempera perfettamente alla garanzia di accessibilità e diffusione auspicata dall’Unesco nel 2012. Dalla risposta del Dr. Ovidi deduco che l’unico valore che CMR aggiunge ad arXiv è il numero ISSN. Però non capisco quale interesse l’ISSN possa avere per i ricercatori: si tratta infatti di uno strumento per i bibliotecari. Viceversa la reputazione di CMR non può che riflettersi negativamente sul vostro articolo, e di conseguenza sull’INFN. Quindi la scelta di questa rivista risulta incomprensibile. Spero che Lei voglia spiegare questo aspetto, essendo senz’altro Suo desiderio, e credo anche Suo dovere in quanto dipendente dell’INFN, divulgare i vostri risultati in maniera efficace.
La ditta del Dr. Ovidi, Kresenn Ltd, ha annunciato che l’articolo è apparso su un `peer-reviewed journal´. Sembrerebbe quindi che questo articolo sia importante per l’azienda, tanto più che Lei, Dr. Celani, è stato insignito dalla Kresenn del primo premio `Energy and Research´ proprio per queste ricerche. Credo quindi che tutti si aspettino la massima trasparenza, soprattutto perché l’INFN è un ente pubblico di grande prestigio, e a tanta reputazione deve corrispondere altrettanta cautela nelle sue interazioni con i privati.
Invio questa lettera anche al Dr. Franchini, che segue da tempo i vostri esperimenti sul suo blog scientifico [3], e per conoscenza ai Suoi coautori dell’INFN. La mando infine anche al Dr. Passerini, il quale, essendo stato indotto ad annunciare l’articolo come il prodotto di un peer-reviewing durato quasi un anno da parte di una rivista dal discreto fattore d’impatto, forse ha a sua volta diritto a qualche spiegazione. Naturalmente chiunque fosse interessato può pubblicare questa mia lettera.
Cordiali saluti,
Alessio Guglielmi
Camillo ha dimenticato le note in calce:
1] Experimental Results on Sub-Micro Structured Cu-Ni Alloys under High Temperature Hydrogen/Deuterium Interaction. Francesco Celani, E. F. Marano, A. Spallone, A. Nuvoli, B. Ortenzi, S. Pella, E. Righi, G. Trenta, F. Micciulla, S. Bellucci, S. Bartalucci, M. Nakamura, E. Purchi, G. Zangari, S. Cupellini, A. Mancini, F. Maggiore, A.Ovidi. Chemistry and Materials Research 3(3), 27-56, 2013.
[2] Link al Pesce risorto, cont, raccomandato per gli interventi di barbagianni
[3] Link al blog di Camillo.
Le domande di Gugliemi sono ovviamente retoriche o, quanto meno, rivolte ad un pubblico vasto; gli “addetti ai lavori” sanno già le risposte, quelle vere intendo, non le scuse alla Ovidi.
La vera domanda è invece quella posta da Franchini all’INFN, se la fusione fredda rientra fra gli interessi dell’ente. Dalla risposta, negativa, si evince anche che i firmatari dell’articolo non sono dipendenti dell’ente ma associati. Questo fa venire in mente un’altra domanda, come mai l’ente acconsente di usare l’affilizione per ricerche non di suo interesse?
In altri tempi la risposta sarebbe stata che la faccia ce la perde chi firma l’articolo e non l’ente; al giorno d’oggi, giusto o sbagliato che sia, non è più così.
Non è solo Celani a essere un dipendente dell’INFN. E ci sono altre domande: come mai Celani non sa scrivere un articolo? Perché ha aggiunto il nome di Ovidi che un anno fa non c’era mentre i dati sono rimasti uguali? Si sta comportando davvero male.
Mi sa che la faccia l’hanno persa anche gli autori.
Nella risposta ad Alessio Guglielmi, Celani ricorda che l’Ing. Arata ha ricevuto un premio importante dall’Imperatore del Giappone. Dal contesto si potrebbe pensare che è stato premiato per le sue ricerche ff; invece è stato premiato come esperto di saldature speciali.
@ Riccardo Reitano
Il coinvolgimento dell’Ente è funzione del numero di ricercatori che si riuniscono a formare un team. Undici ricercatori più altri sette aggregati non possono passare inosservati. Se insieme firmano un lavoro, l’Ente non può considerarsi fuori.
C’è chi sperimenta, chi scrive, chi scrive su chi scrive.
Auguri.