O's digest

Spesso gli editoriali di Nature somigliano a prediche. Esortazioni di oggi.
– “Doppia visione” riguarda la clonazione di blastocisti per trarne staminali terapeutiche,
Scientists must ensure that they take the lead in the ethical debate surrounding the therapeutic use of stem cells derived from human clones

L’editoriale in realtà è più sfumato del sottotitolo. Ricorda, tra l’altro, che la nuova tecnica usa ovuli estratti dalle donatrici con una procedura rischiosa. Appunto. Gli scienziati non hanno una visione etica comune. In troppi paesi i rischi per le donatrici non importano, le donne sono trattate come bestie comunque.

Shades of grey (sigh, il meme persiste) è sulla presunta maggior longevità delle persone sovrappeso e rampogna un studio pubblicato in gennaio dall’equivalente statunitense dell’ISTAT:

It is risky to oversimplify science for the sake of a clear public-health message
Tanto più rischioso che:

Opponents have lined up to criticize the research and its findings. Walter Willett, chair of the nutrition department at the Harvard School of Public Health in Boston, Massachusetts, told US National Public Radio that “this study is really a pile of rubbish, and no one should waste their time reading it”.

– Lo High Quality Research Act, il progetto di legge di Lamar Smith e maggioranza repubblicana antiscienza della Commissione per la scienza alla Camera, ha suscitato proteste perché obbligherebbe la National Science Foundation a giustificare i finanziamenti in base alle applicazioni della ricerca progettata.

Daniel Sarevitz non lo trova così tremendo e conclude

the science community needs to be much more assertive in articulating a vision for science that doesn’t depend on continually rising budgets and isn’t defended by resort to some mythical ideal of pure research. Hype is fine until people start to believe in it.

Forse la science community dovrebbe rileggere ogni tanto Science, the endless frontier, come raccomanda Burton “Babar” Richter.

– Fra i paesi osservatori nel Consiglio artico adesso c’è anche l’Italia, la predica di Hajo Eicken va mandata alla ministra Carrozza. Sunto: servono più monitoraggio, più dati e più modelli per prevedere anche a breve termine l’evoluzione della banchisa.

– The irony… Il vice-presidente di una pharma-biotech fornisce sei indicatori per distinguere i risultati irriproducibili di ricerche pre-cliniche in vitro e in animali. A pagamento, ma tanto si rivolge ai colleghi e concorrenti. Agli altri conviene – pun intended – leggere John Ioannidis anche per quanto riguarda le ricerche cliniche.

Michel Morange fa un ritratto di François Jacob che dovrebbe far capire perché in Francia era così amato.

Tengo da parte l’Outlook – gratis – sulle neuroscienze  del sonno, nel caso ci fosse un omaggio alla nostra moscerina, a prima vista non sembra. Per il paper di Yoshio Kawatani e Kevin Hamilton sull’upwelling atmosferico nei Tropici tra il 1953 e il 2012 e la tendenza a venti più deboli nell’oscillazione stratosferica ogni 28 mesi, aspetto il parere di Steph.

Last but the contrary of least
La copertina è dedicata a come “vedere” la chiralità di molecole di gas con la spettroscopia a micro-onde. David Patterson et al. coniugano teoria ed esperimento per proporre un nuovo strumento e quando succede, tendo a fare il tifo senza aspettare il collaudo. Fino a prova contraria mi sembra un paper stupendo, “esemplare” non solo per i chimici e i biologi, ma anche per i fisici.

Fine del mio predicozzo.

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