O's digest, enfin

La copertina di Nature è dedicata alle pantere grigie. Negli esperimenti di multitasking fatti dal gruppo di Adam Gazzeley all’univ. California-San Francisco, sono migliorate le capacità mentali (attenzione, precisione, controllo, memoria a breve ecc.) dei volontari tra i 60 e gli 85 anni che – 3 ore alla settimana per un mese – si erano divertiti con un videogioco adattativo, le cui difficoltà aumentavano via via che lo padroneggiavano.

Il miglioramento era misurabile anche dopo sei mesi senza giocare. Nell’esperimento con volontari da 20 a 79 anni, i giovani imparavano a giocare prima e superavano il multitasking con minore sforzo, ma le prestazioni non richieste dal videogioco restavano immutate, così come negli anziani.

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Enfin

L’altra ricerca da copertina, secondo me, è un nuovo molecolone fatto da John Anderson et al. del Caltech. A base di ferro come metallo di transizione, catalizza la conversione dell’azoto in ammoniaca, da fertilizzanti per esempio:

we describe a tris(phosphine)borane-supported iron complex that catalyses the reduction of N2 to NH3 under mild conditions, and in which more than 40 per cent of the proton and reducing equivalents are delivered to N2. Our results indicate that a single iron site may be capable of stabilizing the various NxHy intermediates generated during catalytic NH3 formation. Geometric tunability at iron imparted by a flexible iron–boron interaction in our model system seems to be important for efficient catalysis. We propose that the interstitial carbon atom recently assigned in the nitrogenase cofactor may have a similar role, perhaps by enabling a single iron site to mediate the enzymatic catalysis through a flexible iron–carbon interaction.

Resta qualche dettaglio teorico da chiarire e da tradurre il tutto su scala industriale, ovviamente. Nel lab però, è molto più efficace del processo Haber-Bosch inventato 100 anni fa. Un progresso simile si aspettava da tanto.

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A proposito di malattie neurodegenerative, la rassegna di Mathias Jucker e Larry Walker riassume le ricerche sui prioni – come quelli di “mucca pazza”. Danno ragione alle ipotesi controverse di Stanley Prusiner, confermate prima e dopo il suo Nobel dalla grande Susan Lindquist, ma nel lievito di birra…

Risultati recenti mostrano come la proteina deforme faccia da “seme” autoreplicante – da matrice, insomma – per proteine piegate male che perdono così  la propria funzione e formano aggregati “tossici”.

Il meccanismo spiega bene le placche amiloidi dell’Alzheimer, ma dovrebbe valere per altre patologie. Guarda caso, Tiziana Sonati et al., coordinati da Adriano Aguzzi, aggiungono altri particolari alla conformazione “tossica” che innesca il meccanismo.

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Il solito gruppo “apri-pista” di Clifford Wood, Harvard Medical School, et al. di vari paesi descrivono – nei topi – l’infiammazione dei neuroni sensori e quindi il dolore causato dallo Staphylococcus aureus: provoca una reazione immunitaria del sistema nervoso, e altri batteri potrebbero fare altrettanto.

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Ennesimo paper sull’inibizione di certi geni espressi nel cervello, la quale sarebbe correlata allo “spettro dell’autismo”. Se è così, si può cercare di incrementare l’enzima che disinibisce. Però comincio a chiedermi quanti geni attivati o disattivati nel cervello sarebbero del tutto estranei a qualche forma di autismo…

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I predicozzi della settimana riguardano “il potere dei trattati” sugli armamenti, certo, ma se non c’è nessuno che li faccia rispettare…, il Giappone che dovrebbe chiedere aiuto ad esperti internazionali per mitigare i danni di Fukushima-Daiichi, certo, ma deve salvare la faccia…

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Da Science

Ennesimo paper di Jeffrey Gordon et al. sui batteri intestinali, rispettivamente di un gemello obeso e non, e stima del rapporto tra quantità di batteri buoni e cattivi dopo averne osservato l’effetto sul peso di topi nel cui intestino, prima sterile, erano stati trasferiti.  Siccome nel 2006 (prima? poi controllo), Gordon ha fondato un’azienda che vende mix di batteri dimagranti, aspetto conferma.

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Il paper di Kuniya Abe et al. del RIKEN è riservato alle signore. Spiega come fanno le topoline a determinare il sesso femminile della progenitura, manipolando l’espressione del gene Sry sul cromosoma Y trasmesso dal papà. (Demetilizzano un istone, furbette… )
Ma la cosa più importante è l’editoriale.

Helga Nowotny e Pavel Exner parlano della (non) integrità di ricercatori che chiedono finanziamenti all’European Research Council. Cominciano con un pugno nello stomaco:

Imagine sitting over a pile of applications submitted to one of the most prestigious funding agencies. Suddenly, what you read appears familiar—not only the idea, but its terminology and the methods proposed. You recognize entire sentences because you wrote them. This scenario must have been an utter surprise for one of the European Research Council’s (ERC’s) evaluation panel members who, last year, stumbled across the most bizarre case of scientific misconduct that the organization has witnessed so far. The proposal, submitted some years earlier to a funding agency on a different continent, was copied by one of the reviewers, a highly recognized scientist, and then submitted to the ERC. It was pure chance that the former applicant detected the fraud.

Imagine!

I due autori sono in tema con la discussione in corso da Camillo sull’integrità scientifica di Francesco Celani dell’INFN, al quale – dopo gross misconduct seriale – è stato tolto il laboratorio con un “pretesto burocratico”.

Pensierino della domenica

A differenza di neutrino, trovo sbagliato invocare per Celani la “libertà di ricerca” come se fosse un diritto.  Mi sono pure incavolata e sono stata ingiusta proprio con neutrino che si è  sempre comportato bene pur sapendo che non giovava alla sua carriera.

Però, cribbio neutrino, in nome di questi principi vengono giustificati abusi disumani. E poi non chiamerei “ricerca” il bricolage ventennale di Celani e i suoi claims sempre più assurdi – e mai pubblicati.

Semmai concordo con Hornbeck (1). L’ex (h/t mikecas) vice pres. dell’INFN e direttore del LFN Umberto Dosselli dovrebbe spiegare ai contribuenti perché non rispetta il codice etico europeo, da lui firmato a nome dell’INFN e della cui applicazione è responsabile. Perché sanziona Francesco Celani e copre altre magagne? Aspetta che escano sui media o gli altri non sono raccomandati soltanto dai Scilipoti?

Celani è vittima di un’ingiustizia finché l’INFN non valuta anche l’integrità della “ricerca”, per esempio:

– sulla biorisonanza e la memoria dell’acqua, svolta dal dott. Srivastava dell’INFN di Perugia, per conto dello spaccio di scatolette ucraine del quale è Scientific Director;

– sul “raggiro della morte“, decisa dal direttore dell’INFN di Pavia, per conto dell’ing. Cappiello della Mose-Defkalion;

– sulla cella Piantelli, decisa dal direttore del LABEC-INFN di Firenze, per conto della Nichenergy S.r.l. di Piantelli;

Altrimenti è lecito ritenere che il dott. Dosselli ce l’abbia con Celani solo perché aggiunge firme false ai propri testi anche per favorire un’azienda straniera, fa propaganda nei media e in Parlamento a risultati che avrebbe ottenuto in 25 anni senza mai pubblicarli, salvo sulla rivista di uno spennapolli.

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E poi sarebbe anche gradita un po’ di trasparenza, per esempio la pubblicazione sul web delle valutazioni grazie alle quali sono stati approvati, sempre per esempio, la gestione dell’esperimento OPERA e il progetto IRIDE –  rif. sotto le obiezioni di mikecas.

18 commenti

  1. E meno male che si diceva: “c’è del marcio in Danimarca”…
    Però sembra sia tutta colpa dei “Pari” che, si dice, non ci sarebbero.

  2. Oca, il tuo “pensierino della domenica” mi sembra più che altro dovuto ad una cattiva digestione, e anche molto cattiva, direi…
    Umberto Dosselli, in quanto direttore dei LNF, NON PUO’ ESSERE vicepresidente dell’INFN, per incompatibilità di cariche. Lo è stato prima, ma una carica ricoperta nel passato non comporta la responsabilità perenne…
    Come direttore dei LNF ha voce in capitolo sull’attività di Celani, ma sicuramente non su quella di Scrivastava (che con l’INFN ha quasi nulla a che fare) nè su quella di Pavia o di Firenze.
    Il Progetto OPERA, in funzione da anni e con risultati direi piuttosto importanti, è stato approvato secondo le regole INFN e le motivazioni sono facilmente trovabili in rete. Come tutte le grosse iniziative, si può anche dissentire sulle motivazioni, ma non sul fatto che siano pubbliche.
    Il Progetto IRIDE non è stato ancora approvato, e ci sarebbe solo da sperare che un governo alla disperata ricerca di ogni euro trovi il coraggio di approvare forse l’unico progetto veramente importante che l’Italia può proporre oggi. Ammetto subito di essere di parte, perché sono tra i firmatari, ma a parte una certa difficoltà da parte di settori dell’INFN ad accettare un progetto che non è di sola fisica fondamentale e ha una parte molto ridotta di particelle elementari o fisica nucleare, credo fortemente che sia un progetto che servirebbe veramente all’Italia tutta. Sia alla sua parte scientifica che quella industriale, se la vogliamo aiutare a uscire dal meccanismo riduttivo in cui si è messa.
    Consiglierei di rivedere questa parte del tuo post, che onestamente non mi sembra all’altezza della tua capacità di valutazione…
    (se lo fai, cancella pure questo mio intervento)

    1. @Cimpy
      Ma Dosselli s’era impegnato, quindi i “Pari” dovevano esserci – speriamo che dopo la denuncia di Helga N. su Science qualcuno si svegli…
      @mikecas
      Ups, giusto – ex vice pres! Risulta tuttora responsabile per l’ALLEA, se fosse incompatibile l’INFN avrebbe comunicato il nome del sostituto, penso. Cancellare no, qui mi capita spesso di sbagliare, mi correggete e vi ringrazio – due credit where credit is due.
      IRIDE, guarda anche tu: neanche un budget o una time line. So che il finanziamento ancora non c’è, ma perché costruire una macchina ad uso locale invece di collaborare a progetti europei? Non è che qui esista ‘sta gran domanda industriale, qual è/sarà la domanda della ricerca locale per es.? Confronto con progetti di linacs simili? Non faccio una valutazione (mi sopravaluti, mi faccio aiutare), starnazzo perché me lo impedite!
      OPERA: è stata una brutta storia, prime donne che sgomitano, fanno soffiate ai giornali mentre altre vogliono ancora controllare, bagarre sulla nomina della spokeperson – vien da chiedersi se il terzo neutrino tau c’è davvero.

    1. Scrive Hermano Tobia su EA al suo amico Mistero Armando de Para Andrea + tanti altri nick che “io ci metto la faccia, il nome e il cognome” Rampado :
      Gravissimo qui allude a firme false ad opera di Celani. Anche l’ufologa ha ripreso l’argomento
      Parlo dell’argomento da aprile, semmai lo riprende qualcun altro. Mio affezionatissimo lettore, HT mi cita (dal post sopra) “Altrimenti è lecito ritenere che il dott. Dosselli ce l’abbia con Celani solo perché aggiunge firme false ai propri testi anche per favorire un’azienda straniera” e si preoccupa:
      Spero per loro che abbiano prove solide ed inattaccabili per sostenere tali gravi accuse
      Le prove sono state pubblicate da 22 passi, e come tutti meno loro due possono vedere, la “pubblicazione scientifica” comprata nel 2013 ha gli stessi contenuti – per così dire – della presentazione di Celani et al del 2012. L’unica differenza è che il primo autore, dott .Celani, ci ha aggiunto la firma del titolare della Kresenn Ltd, Angelo Ovidi laureato in Business Management, facendo diventare retroattivamente la squattrinata Kresenn la co-finanziatrice di esperimenti che hanno richiesto la partecipazione di 18 “ricercatori”.
      Dettagli sfuggiti a HT che confonde perfino accusa e costatazione. Digiuno di editoria e integrità scientifica, “per il resto” concorda “al 100%” con l’ufologo Armando Andrea Rampado de Para, “consulente presso Nexus” edizioni per “addotti da alieni”.

  3. Oca, mi sapresti dire a quale progetto europeo l’INFN dovrebbe partecipare cui già non partecipa?
    Secondo me in realtà partecipa a troppi progetti europei, e sempre a carico delle stesse persone, perché è l’unico modo di avere finanziamenti “esterni” che ti permettono di assumere giovani a tempo determinato, di fare buona figura politica, ma con sovraccarico lavorativo al limite dell’insopportabile…
    Io credo che dovresti porti la domanda di quali sono gli interessi personali di chi “ti aiuta a valutare”, perché viviamo in un mondo complicato e anche cercare di mantenere i privilegi guadagnati con fatica negli anni passati non è solo argomento da sindacalisti…
    Per quanto riguarda la “macchina ad uso locale” definizione che mi sembra del tutto fuori dal ragionevole, e che non è certo farina del tuo sacco, se vuoi un parere che credo possa essere definito onesto e competente, non ti rimane che contattarmi. Mi dichiaro disponibile fin da ora.

    1. @mikecas
      Con uso locale, intendevo nazionale vs. europeo – non per la vostra Provincia. E continui a sopravalutarmi, non saprei quali progetti europei sono adatti alle risorse e ai rapporti che già avete.
      Cosa posso chiederti in privato se non le domande banali su budget, timeline, main users, projected research and industy demand?
      Vedi, io non metto in dubbio la tua onestà e competenza, ma invece di rispondermi tu metti in dubbio le mie e mi sospetti di essere imbeccata da chissà chi con interessi personali.
      Eppure è facile vedere chi mi aiuta: gli stranieri e gli italiani all’estero che cito spesso, anche perché sono i più disponibili a dire apertamente quello che pensano (di me a volte!).

  4. Non so le ragioni apparenti nè reali della chiusura del laboratorio di Celani. Ammesso che abbiano solo trovato una scusa burocratica per chiuderlo, condivido in parte la preoccupazione di netrino. In generale, i mezzi impiegati per risolvere un problema non sono neutri e possono aprire la strada a pratiche discutibili.
    C’è anche un’altro problema che è stato sollevato, quello delle ricerche inutili. L’utilizzo di questo criterio per valutare una ricerca è un’arma molto pericolosa, soprattutto quando viene impiegato al di fuori dei “canoni” del mondo scientifico. Troppo facile sostenere genericamente che una certa ricerca è inutile, se porterà a qualcosa di utile lo si saprà comunque dopo. E’ la conoscenza di per se stessa che ha valore, almeno se non si vuole finire schiavi della tecnologia, del mercato e di chi li governa. E’ questa la base su cui decidere cosa finanziare e cosa no, il suo valore più in generale, non la sua utilità.

  5. poi ci sarebbe chi non discute sul fatto che una ricerca appaia da subito utile o inutile, e nemmeno si pone il problema del senso della medesima o che alla fine abbia arricchito o meno qualcuno, ma si sente un po’ preso per i fondelli se la stessa non è condotta / documentata in modo professionale, che per esempio vuol anche dire riportare i risultati per quello che sono realmente, anche quando di “estremamente interessante” o di “da approfondire” non c’è davvero nulla….Per dire: più una questione di metodo (scientifico, possibilmente) che di risultati produttivi.
    Fa strano? Sarà la voce di un complottista?

  6. Cimpy
    si, è una questione di metodo scientifico nel decidere cosa finanziare, come condurre le ricerche e come pubblicare i risultati. Non volevo difendere la ff o l’INFN, che anzi a mio parere l’ha finanziata per troppo tempo. L’intervento di neutrino io l’ho letto in questo senso.

  7. Io sono d’accordo col discorso che una chiusura per meri motivi burocratici sia più un danno che altro. Infatti gradirei che ci fosse una “Commissione di Pari”, come la propone Neutrino, che esaminasse la questione e si esprimesse ufficialmente.
    Pare però che tale “Commissione di Pari” non esista, ovvero che possa solo decidere su eventuali richieste di finanziamenti successivi.

  8. @ocasapiens
    Le prove sono state pubblicate da 22 passi, e come tutti meno loro due possono vedere …
    Premetto che sono stato uno fra i primi a dire che è meglio non pubblicare affatto piuttosto che pubblicare in riviste predone, qui la questione è un’altra.
    Penso sia pienamente legittimo per un ricercatore inserire far i nomi dell’articolo chiunque abbia contribuito all’articolo e, nella fattispecie trattandosi di lavoro sperimentale, i contributi possono essere di varia natura. La collaborazione fra Celani e la Kresenn era già attiva da molto tempo quindi non ci sono nè retroattività nè gomblotti.
    Visto che lei trova da ridire sulla specializzazione della laurea di Ovidi, potrebbe spiegarci, ad esempio, cosa ci sta a fare lei, che di laurea non ne ha nessuna, nel “Comitato Scientifico” del sito “climalteranti.it”.
    Infine non vorrei che le eccessive frequentazioni con le sette di visitati dagli alieni le abbiano fatto dimenticare la lingua italiana a dispetto del venusiano: come ha tentato di spiegarle inutilmente Mistero, in italiano firme false significa non autentiche, fraudolente e normalmente chi le fa commette dei reati.
    Le rinnovo la richiesta di riscontri alle sue gravi affermazioni, visto che di prove sulla falsità delle firme dell’articolo non ne ha portata alcuna.

    1. @Hermano Tobia
      “Penso sia pienamente legittimo per un ricercatore inserire far i nomi dell’articolo chiunque abbia contribuito all’articolo”
      E’ libero di pensare quello che vuole, ma la realtà è molto diversa.
      “firme false” = “non autentiche”, proprio come dite voi, cioè abusive, indebite, non corrispondenti al vero ecc. La cosa comica è che siete voi a definirlo frode e truffa . Per vostra fortuna, all’INFN tutti sanno – Celani compreso – che un articolo non è né un assegno né un contratto e che metterci una firma “non autentica” è un’infrazione alle regole, non un reato.
      Lei che crede alle falsità esilaranti di Rampado & Passerini e le sparge con solerzia, quale “titolo” ha per chiedermi riscontri? O perché sto in un comitato scientifico?

  9. mumble … mumble … non so se è climalteranti a doversi sentire onorato di essere paragonato ad una rivista scientifica o quest’ultima a doversi sentire offesa dal paragone.
    P.S. per essere giornalisti non è richiesta una laurea. Neanche per essere meteorologi, ai quali, contrariamente ai giornalisti, non è nemmeno riconosciuta la professione.

    1. @Riccardo
      rivista di divulgazione? Neanche in Francia è una professione, ma dal 2012 noi free lance francesi siamo nelle “professions libérales” mentre i colleghi dipendenti sono nei “travailleurs de l’édition”.

  10. ocasapiens
    … e comunque, io credo che a fare divulgazione ci vorrebbero più giornalisti scientifici e meno scienziati.

  11. Grazie, ma qui rischiamo di aprire un discussione tipo è nato prima l’uovo o la gallina. Cioè, gli scienziati hanno iniziato a fare divulgazione per mancanza di giornalisti o i giornalisti prima supplivano alla mancanza di scienziati? Mi viene il mal di testa al solo pensarci 🙂

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