842 milioni

Esce il rapporto della FAO sulla fame nel mondo 2011-2013. I disperati sono 26 milioni in meno che nel 2010-2012, di questo passo è escluso che il primo degli obiettivi del millennio sia raggiunto nel 2015.

Gli indicatori sono più numerosi che nei rapporti precedenti: come molte altre cose, il cibo ci sarebbe per tutti se fosse ugualmente ripartito. In Africa sub-sahariana e in parte dell’Asia e ovunque ci siano conflitti, il cibo viene sottratto o manca (undernutrition) prima di tutto alle donne e ai bambini:

in some countries, undernutrition rates, as indicated by the proportion of stunted children, are considerably higher than the prevalence of undernourishment, as indicated by inadequacy of dietary energy supply. (…) Improvements require a range of food security and nutrition-enhancing interventions in agriculture, health, hygiene, water supply and education, particularly targeting women.

“Targeting women” lo dicono da 60 anni.
E a dispetto di chi continua a negarlo, i cambiamenti climatici aggravano la situazione dei più poveri:

Food supplies have also seen larger-than-normal variability in recent years, reflecting the increased frequency of extreme  events such as droughts and floods.

Questa volta i sei approfondimenti sono Bangladesh, Ghana, Nepal, Nicaragua, Tajikistan e Uganda (per l’Uganda, i dati mi sembrano ottimisti).
Da tenere a mente (fonte)

  • Every year, consumers in rich countries waste almost as much food (222 million tonnes) as the entire net food production of sub-Saharan Africa (230 million tonnes).

Sintesi del rapporto per chi non vuole perdere l’appetito.