In cambio però, se potete, AGIRE-CRI avrebbero bisogno di soldi, anche 10 euro. Se avete amici nella zona colpita da Haiyan (Yolanda) e siete senza notizie, provate a usate Google.
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Prima i fisici, matematici, astronomi e affini si sono dotati di arXiv org, dove depositare bozze (“preprints”) di articoli in via di pubblicazione, riflessioni varie che mai sarebbero uscite su riviste e alcuni pesci d’aprile. Poi la ricerca bio-medica si è dotata di PubMed per archiviare il sunto di articoli già pubblicati e linkarli; ora le scienze della vita si sono dotate di http://biorxiv.org/ per discipline dalla B come Biochimica alla Z come Zoologia.
Se fossi l’Astrobiologia farei un cas causa…
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L’habitué
Su Scienza in rete, forse pensando alle immagini riciclate da Alfredo Fusco et al. per colpa di qualche “ragazzino” del lab, Caterina Porta e Stefano Zapperi ricordano una famosa ingiustizia: Jan Hendrik Schön è stato licenziato e il suo dottorato revocato, ma ha proseguito come se niente fosse nella brillante carriera Bertram Batlogg, il direttore del lab che ne co-firmava gli articoli taroccati.
Per ovviare alla manipolazione dei dati, scrivono
La ricetta è una ed è semplice: Il responsabile del gruppo di ricerca deve essere chiamato a rispondere in prima persona nel caso di frodi accertate all’interno del proprio gruppo. Questo semplice fatto porterebbe ad una serie di conseguenze: per mantenere un controllo della qualità e riproducibilità dei risultati, il responsabile di un gruppo sarebbe costretto a seguire direttamente le ricerche e presterebbe maggiore attenzione a quanto viene pubblicato magari pubblicando anche un po’ meno.
Il prof. Ernesto Carafoli non è d’accordo.
D’altronde dirige la rivista Biochemical and Biophysical Research Communications non in open access e fiera di pubblicare rapidamente. Così, senza controllare né l’esistenza degli autori né la fonte dei dati, ha pubblicato un clamoroso furto, ma il direttore lo racconta papale papale senza assumerne la responsabilità.
Trova anche reprensibile la manipolazione dei dati, molto meno una certa “disinvoltura” e, disinvolto, scrive:
La “punch line” sulle riviste Open Access, e lo voglio ripetere con enfasi, é che per il 99% (butto là…) sono solo un’operazione truffaldina.
Ma va? Dopodiché, a un commento dello Zapp che non vede la differenza tra dati “fabbricati” e dati “corretti”, risponde:
Quanto alla convinzione del mio cortese interlocutore che non vi sia differenza tra “disinvoltura” e fabbricazione totale dei risultati , bé, io dissento proprio. Fermo restando che i risultati NON vanno corretti, c’è differenza tra il rubare una mela e l’accoppare qualcuno. A molte persone tutto sommato scientificamente oneste è capitato di eliminare un punto di una curva che era, come dire, un poco “fuori”.
Parli per sé, gli scienziati onesti segnalano proprio gli outliers.
Io a dire il vero ho anche il sospetto che molti di quelli che ora le osannano siano forse motivati dagli inutili motivi di arrivare a Nature o Science… Chi diceva che a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca ? …
Non ci azzecca proprio, lo Zapp arriva sia a Nature che a Science. D’altronde il prof. Carafoli è solito lanciare accuse ben peggiori, basate su dati notoriamente “fabbricati”.
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Correzione lecita dei dati
La serie di dati HadCrut mostra temperature un po’ più basse delle altre. Copre un 84% del globo con “buchi” in Africa e in Antardide, come tutte, e soprattutto nell’Artico che dal 1997 si scalda più velocemente.
Sul Quadrimestrale della Real Società di Meteorologia, Kevin Cowtan e Robert Way incrociano due metodi: uno statistico (kriging) che funziona meglio per le temperature della superficie marina e uno che tappa i buchi con i dati satellitari che funziona meglio per la superficie terrestre. Una faticaccia però, quindi si limitano a correggere il periodo 1979-2012.
Temperature trends are compared for the hybrid global temperature reconstruction and the raw HadCRUT4 data. The widely quoted trend since 1997 in the hybrid global reconstruction is two and a half times greater than the corresponding trend in the coverage-biased HadCRUT4 data. Coverage bias causes a cool bias in recent temperatures relative to the late 1990s which increases from around 1998 to the present. Trends starting in 1997 or 1998 are particularly biased with respect to the global trend. The issue is exacerbated by the strong El Niño event of 1997-1998, which also tends to suppress trends starting during those years.
Così la media HatCrut delle anomalie 1997-2012 risulta sottastimata quasi del 50%, rif. anche Skeptical Science e Real Climate che si era occupato dei buchi nel 2008, traduzione da Climalteranti – h/t Ugo Bardi
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Malgrado un Niño neutro e un’attività solare risibile, finora il 2013 si classifica 7°anno più caldo dal 1850, secondo la stima “provvisoria“ del WMO per la COP 19. Le temperature più alte si sono registrate sul continente australiano – a due passi dai ghiacci marini antartici con estensione record per il secondo anno di fila.