Modello IPCC

Con 29,95 euro all’anno si può sostenere la pubblicazione on line dello Handbook of The Birds of the World Alive, un classico dell’ornitologia, con link ad altre raccolte e immagini spettacolari. In gran parte è gratis, anche tutto! In cambio, se potete, AGIRE-CRI avrebbero bisogno di soldi, anche 10 euro, per aiutare i superstiti di Haiyan (Yolanda).

In tema di bellezza gratis, Diego segnalava questo video in un commento che ho visto solo adesso, colpa del nuovo formato wordpress. Quindi in cambio, se potete…

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Fra altri libri della collana “Chiavi di lettura”, la Zanichelli mi regala I robot ci guardano di Nicola Nosengo. Ci guardano in molti sensi, infatti, e per aiutare i superstiti ne servirebbe un esercito. Nicola parla dei robot più usati e di quelli nel pipe-line, e riflette sulla “roboetica”, sulle “regole di convivenza” e le leggi parecchio in ritardo sulla tecnologia.

Asimov resta di attualità, King Ludd pure. Le macchine “intelligenti” sostituiscono la mano d’opera umana qualificata con un guadagno di produttività già evidente per i computer. A rimetterci reddito e posti di lavoro è anche la “classe media” questa volta. Si ribellerà?

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Le stranezze del clima, a firma Climate Central, è una supersintesi delle conoscenze in materia, con in fondo un epilogo intitolato “Ma che cos’è questo famoso IPCC?” Risposta: dieci impiegati che coordinano il lavoro di migliaia di volontari, una piccola Ong, insomma…  Tra l’altro il libro è stato scritto da due persone e rivisto da 25, come si usa nei rapporti IPCC, e le fonti sono sul sito della Zanichelli.

Mentre scienziati e politici vogliono scrutinarla e riformarla, la valutazione delle ricerche fatta dell’IPCC viene copiata in altri ambiti multidisciplinari le cui “evidenze” sono necessarie ai governi: epidemiologia,  biodiversità ecc.

Su Nature di oggi, William Sutherland chiede una valutazione sulla base della qualità, non della quantità, una selezione a priori dei paper validi che farà urlare al gomblotto i soliti neghisti.
Come esempi negativi cita l’Ecosystem Assessment britannico e il Millennium Ecosystem Assessment dell’UNEP, le cui manchevolezze dovrebbero servire da lezione per il nascente Intergovernmental Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, così da evitare gaffes che ne minano l’autorevolezza, per esempio

the infamous Himalayan glacier blunder in the 2007 report is still regularly unearthed to taunt the IPCC’s authority.

Sembra da ingenuo immaginare che migliaia di pagine escano perfette e mettano a tacere i disinformatori professionali, o che i “decision makers” prendano decisioni solo evidence-based.

Quanto sia ingenuo lo dimostra il proibizionismo, tuttora imposto dai governi malgrado le sue conseguenze micidiali siano note da un secolo. Editoriale di Nature sul rifiuto dei decision makers di  “porsi le domande giuste, anche sui propri pregiudizi, e di arrendersi all’evidenza: l’alcol, per esempio, uccide più della marijuana.
rif. anche “Biodiversity: The ecological deficit” di Andrew Gonzales.

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O’s digest
In copertina e sotto, due papers sui meteroidi di Chelyabinsk giù usciti on-line, e molti di biologia, poi li leggo.
– la review di Martin Moldovan deprimerà i fautori dell’energia da cavitazione. Parla del controllo e dello sfruttamento delle proprietà meccaniche dei fononi, le onde/particelle che trasmettono suono e calore, e di una serie di applicazioni in parte già uscite dai laboratori. Diciamo che la differenza tra costruire un cristallo fononico e spaccare una pietra di Luserna è piuttosto evidente…
Ewen Callaway dice che l’archivio pubblico biorXiv (vedi post “Gratis” ieri) scontenta parecchio le riviste specializzate;
Eugenie S. Reich racconta il sogno dei fisici di costruire un LHC sette volte più potente e quattro volte più lungo, mouais…
Jeff Tollefson si fa poche illusioni sui tagli alle emissioni di gas serra che saranno concordati o forse no durante la COP19 a Varsavia;
– segnalo due “comments” alle Ong attive nell’Africa subsahariana: uno di Catherine de Lange sulle possibili conseguenze del programma di circoncisione per prevenire l’AIDS; uno di Amy Maxmen sull’iniziativa di profilassi della malaria con la distribuzione a tappeto di un cocktail di farmaci. Cocktail efficace a breve termine – sembra, il trial è ancora in corso – ma tra qualche anno  rischia di provocare una resistenza del plasmodio a tutti i farmaci disponibili. Poi cosa faremo?