Da Retraction Watch, Ivan O. racconta una storia stupenda: 150 anni fa, Lincoln pronunciava il discorso di Gettysburg, un breve intervento all’inaugurazione del Cimitero nazionale per i caduti dell’Unione nella guerra civile. A scuola si impara a memoria (in alcune scuole del sud, forse no), ma un editoriale di The Patriot & Union non aveva nemmeno voluto citarlo:
Sorvoliamo sulle sciocchezze del Presidente. Per il buon nome della nazione, auspichiamo che le copra il velo dell’oblio e che non siano mai più ripetute e che non ci si pensi più.
Il presidente aveva
agito naturalmente, senza né buon senso né ritegno, in un panorama allestito più a suo beneficio e a beneficio del suo partito che per la gloria della nazione e l’onore dei morti.
La rivista esiste tuttora, ma ha cambiato idea. Il nuovo editoriale è fatto per lo più di citazioni di Lincoln e conclude:
Il mondo né si accorgerà né ricorderà a lungo la nostra correzione del passato (record) di questa istituzione, ma dobbiamo fare ciò che la coscienza esige:
In the editorial about President Abraham Lincoln’s speech delivered Nov. 19, 1863, in Gettysburg, the Patriot & Union failed to recognize its momentous importance, timeless eloquence, and lasting significance. The Patriot-News regrets the error.
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Il discorso di Pittsburgh
Da bravo petroliere texano anche se si definisce un “pittore ritrattista di animali da compagnia”, a un raduno di colleghi l’ex-presidente George W. Bush Jr ha caldeggiato un’altra volta il bitumodotto Keystone XL, un “no brainer” a suo avviso, come la decisione della guerra in Iraq insomma. Ha pure fatto pronostici sul mercato dei combustibili fossili che erano stati smentiti la settimana prima dal World Energy Outlook 2013.
Dati e sintesi del rapporto (sono quasi uguali).
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Predoni dell’Open Access
Il boom non si ferma. Jeffrey Beall ha scoperto un editore che lancia 99 riviste già “indicizzate” anche se non hanno ancora pubblicato nulla. Pratica acchiappa-polli consolidata. La pratica insolita è il plagio della “Plagiarism Policy”.
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In Italia la valutazione accademica procede per rinvii e ritardi, nel frattempo – sorpresona! – cambiano gli indici bibliometrici dei candidati all’abilitazione, spiegano da ROARS. Fanno anche un bilancio dell’università dopo 1000 giorni di riforma Gelmini.
Aggiunta: Riccardo suggerisce di leggere il bilancio del matematico Luciano Modica che riguarda la limitazione del turnover introdotta nel 2008 e conseguente risparmio finanziario, con proiezioni fino al 2018 quando – forse – sarà concesso sostituire il 100% del personale andato via. Conclusione:
E’ la fotografia possibile dei primi dieci anni di una drammatica contrazione del personale universitario, sia a tempo indeterminato (docenti e personale tecnico-amministrativo) che determinato (ricercatori), i cui effetti sono già evidenti oggi, dopo cinque anni. Al termine di questo periodo l’università italiana non sarà più la stessa, purtroppo in senso negativo.
Agli appassionati degli orrori legislativi universitari potrebbero interessare i sei anni di storia delle leggi, dei decreti e quant’altro sul blocco parziale del turnover universitario raccontati dal Prof. Modica (ex Rettore a Pisa e Presidente CRUI). Una piccola ma significativa storia di come in Italia si gioca con l’Università.
Bella la storia della ritrattazione dopo 150 anni, molto anglosassone.
Deprimente – aggiungo, grazie