Apprivoiser


Non so come si dice in italiano, addomesticare non va bene per gli animali che vivono con noi per convenienza, dai pidocchi ai gatti. Sui pidocchi, non ho visto novità, ma sui PNAS esce la ricerca di Yaowu Hu et al. sotto il titolo Earliest evidence for commensal processes of cat domestication.

La cosa stupenda è come stanno ricostruendo la dieta di vari animali – maiali, daini, topi, tanti topi – in base a frammenti di ossa risalenti a 6-4.000 anni fa. Questa è solo una parte del lavoro:

Questo studio di gatti che vivevano 5.300 anni fa nel villaggio agricolo di Quanhucun, Cina, fornisce la prima evidenza nota di rapporti mutualistici tra la gente e i gatti. Dati isotopici dimostrano che umani, roditori e gatti mangiano quantità sostanziali di cibo a base di miglio e che i gatti erano predatori di animali cerealivori. Un gatto era vecchio e uno mangiava meno carne e più miglio degli altri, il che suggerisce che cercava cibo nei rifiuti o che gli veniva dato da mangiare.

Mah… quei gatti selvatici preferivano di sicuro i topi al miglio, ma se questo era cucinato con maiale o daino, magari gli avanzi erano appetitosi. La testimonianza più antica di rapporti mutualistici potrebbe essere la tomba di un gatto – simile a quello sopra accanto a quella di un essere umano, entrambi seppelliti nella stessa posizione, a Cipro 9.500 anni fa, ricorda il com. stampa, però in Egitto i rapporti sarebbero iniziati 3 mila anni prima.

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Altri commensali

I saponi antibatterici al triclosano e affini potrebbero essere dannosi per la salute per via di effetti sugli ormoni e nel favorire l’evoluzione della resistenza ai battericidi, dice l’FDA in un avviso ai consumatori, e non è dimostrato che riducano i casi di infezione. Non sarebbe male se dimostrassero pure che quelli al triclosano non eliminano anche i batteri che ci difendono da quelli nocivi.

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In tema di evoluzione della resistenza a farmaci indispensabili, invece, la brutta notizia uscita mentre ero off-line è che le lobby statunitensi degli allevatori e di Big Pharma l’hanno spuntata. L’FDA ha ignorato le ricerche scientifiche e stabilito che su base puramente volontaria le case farmaceutiche avranno tre anni per smettere di raccomandare antibiotici per l’ingrasso e gli allevatori rinunceranno a imbottire di farmaci gli animali sani.

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Dopo un lungo silenzio, Steph è tornato a scrivere di clima, o meglio della bufala prodotta da un informatico (non il solito)

2 commenti

  1. La resistenza agli antibiotici sta diventando un problema sempre più serio. Volevo segnalare questo articolo su Nature che fa ben sperare relativamente al rinnovato ruolo dell’argento come supporto all’azione antibatterica.
    Nell’articolo citato si fa riferimento alla forma ionica dell’Ag, che però non ha vita molto lunga all’interno del corpo umano in quanto va velocemente a formare diversi sali (cloruri, solfuri, nitrati ecc) insolubili che se assunti in grosse quantità possono portare all’argiria.
    Che vada quindi approfondito (in maniera seria, seguendo il percorso standard della ricerca scientifica, senza fanatismi, pregiudizi o polemiche) il ruolo della forma colloidale (nanoparticelle sospese) dell’argento, approfondendo gli studi sulle dimensioni ottimali di tali particelle, sulla tossicità, sugli effetti collaterali e prescrivendone l’assunzione solo se necessario, sulla scorta di quanto propone anche questo articolo su Scientific American , che afferma
    “Lucia and John both agree that bacteria cannot build up a resistance to silver nanoparticles as they can to antibiotics, because of the way the it attacks”
    ?

  2. @Hermano Tobia
    non so a quali pregiudizi si riferisca, quelle ricerche si fanno già e parecchie sono citate nelle note del paper
    Per ora, nessuna di quelle che ho visto raccomanda di bere quotidianamente Ag colloidale per prevenire e curare un po’ di tutto, come fanno invece certi detentori di “verità” da 22 passi e altrove.

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