In copertina di Science, il lampo gamma 130427A catturato nell’aprile scorso da una serie di telescopi spaziali e non, il più lungo, brillante e violento osservato finora. In una piccola galassia nella costellazione del Leone, una stella è finita a supernova: “un ordinario mostro del vicinato” come dice uno dei quattro paper che ne descrivono il fuoco d’artificio, con una pletora di firme italiane. I lampi gamma sono una specialità nazionale, infatti.
– Monique Vallée e il gruppo coordinato da Pier Vincenzo Piazza, cervello in fuga all’INSERM, scrivono che il pregnenolone, il precursore degli ormoni steroidei, non è esattamente “inattivo”. La marijuana – o meglio il delta9 tetraidrocannabinolo che arriva al cervello – stimola i recettori del cannabinoide 1. L’attività dei recettori stimola a sua volta la produzione di pregnenolone, il quale tampona in parte l’assuefazione al delta9 ecc. Chissà come si è evoluto un simile meccanismo di protezione.
(Il pregnenolone di sintesi è venduto come farmaco “naturale” o “alternativo” contro una sfilza di patologie e disturbi, ma nessun esperimento clinico ne ha dimostrato l’efficacia o l’assenza di effetti collaterali.)
– Come tutti sanno, il futuro del cromosoma Y e quindi dei mammiferi XY è in forse. Quel cromosoma perde pezzi da milioni di anni e diventa sempre più striminzito. Gli esperimenti di Monika Ward et al. mostrano che, nei topi, è quasi tutto superfluo, meno due geni indispensabili alla fecondazione – assistita in questo caso – e alla riproduzione sia di maschi che di femmine. Alla peggio e con un po’ di fortuna, potrebbe bastare quello della spermatogenesi (Eif2s3y).
Presumo che il sottotitolo “Why, Oh Y?” sia una battuta festiva, di solito nei paper non ci sono sottotitoli né spiritosi né seri. Commento di Blanche Capel (un uomo no?)
Nelle news
– Erik Stokstad racconta come i centri di ricerca agronomica della CGIAR hanno raddoppiato il proprio budget quinquennale nonostante la crisi e dopo vent’anni di tagli. A me, $200 milioni all’anno sembrano pochi, quando tutti dicono che bisogna aumentare la produttività agricola del 60-70% entro il 2050;
– Sempre Erik riferisce gli attacchi delle lobby contro il rapporto dell’EPA che riassume e valuta
the peer-reviewed scientific literature pertaining to biological, chemical, and hydrologic connectivity of waters
In USA, il rapporto dovrebbe far tutelare dalla legge Acqua pulita anche paludi, stagni e acquitrini (tutte le wetlands, insomma, non solo le Everglades e mega-ecosistemi assimilati), sempre che i difensori della libertà di inquinare non la spuntino.
– John Bohannon, the “gonzo” scientist, ritiene poco affidabili i dati di Google Scholar, spiega come vengono truccati e non capisce l’entusiasmo di certi suoi colleghi. Anche dei giornalisti, che non si possono permettere di comprare bibliometrie più rigorose e aspettano di capire come funziona di preciso la nuova alleanza tra Google Scholar (metriche gratis) e Thompson Reuters (a pagamento).
Nicolas Robinson Garcia e altri ricercatori spagnoli, scrive Bohannon, hanno fatto un esperimento:
hanno piazzato falsi articoli con un lungo elenco di autocitazioni su una propria pagina del sito dell’università di Granada. L’algoritmo di Google Scholar le ha prontamente contate come citazioni vere e proprie, e in poche settimane il loro punteggio è aumentato notevolmente.
D’altronde Google Scholar non rende, essendo privo di pubblicità, e pare che l’azienda stia smantellando il gruppo che ci lavora.
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Roche non pubblica i risultati dei trial clinici, l’efficacia del Tamiflu resta ignota stando a un rapporto della Camera dei Comuni:
The United Kingdom has spent £424 million (US$697 million) in recent years stockpiling Tamiflu, but had to write off £74 million of this, as it was not clear the medicine had been stored correctly.
Se restituisce la merce e ne chiede il rimborso, magari Roche cede.
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Jeffrey Beall ha pubblicato il nuovo elenco dei predoni dell’Open Access.