Ricerca falsificata = reato?


La domanda è stata posta – di nuovo – in dicembre da Richard Smith, l’ex direttore del British Medical Journal ora del Research Integrity Office britannicoIn Italia non esiste alcun ufficio del genere. Prima se lo chiedeva Retraction Watch e Nature rispondeva “Chiamate la polizia”, con riferimento al caso Fusco – rif. post precedenti.

Scriveva Smith:

A systematic review has shown that research misconduct is common, terrifyingly common. … examples of people being harmed by fraudulent research mount: the many children who have contracted measles because of misleading information about the MMR vaccine; the women with breast cancer treated unnecessarily with bone marrow transplants because of fraudulent research; and millions of patients who have had their postoperative pain mismanaged because of fraudulent studies.

Parecchi ricercatori mi dicono di non preoccuparmi, gli articoli con dati falsi finiscono nel dimenticatoio. Smith non è d’accordo. Né le riviste né le università né gli enti di ricerca hanno le competenze necessarie per indagare, le ritrattazioni sono rare, le sanzioni – restituire un grant per esempio – rarissime.

What is also highly unsatisfactory is how hundreds of studies (and probably many more) that are fraudulent remain in the scientific literature without any signal that they are inventions. I’ve been involved closely with two fraudulent researchers who between them have generated more than a hundred studies that are not retracted. Science is failing in its duty to the public.

Alla domanda, Smith aveva risposto sì, “purtroppo è ora di criminalizzare la frode scientifica”. Retraction Watch fa un sondaggio, e pubblica un articolo su Lab Times, di nuovo citando l’esempio del caso Fusco:

While some scientists are frustrated that fraudsters roam free after faking their way to highly competitive grants and depriving others of research funds, many, if not most, scientists wince at the notion that their dishonest colleagues would look better in orange (the colour of a standard USA prisoner outfit). … But the reaction seems typically to be more “Run ‘em out of town” rather than “Lock ‘em up and throw away the key”.

In Italia, non succede mai che ricercatori biomed dicano di altri “cacciateli via”. In pubblico. Solo in privato, dopo aver fatto firmare un NDA.

In USA, le sanzioni potrebbero aggravarsi. Un congressista repubblicano si sta arrabbiando con le agenzie governative che hanno buttato via 15 milioni di dollari in ricerche sull’Aids, false per ammissione del loro responsabile, e dopo ulteriori milioni spesi per un’indagine, lo hanno “punito” con 3 anni di sospensione di ulteriori finanziamenti.

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Tamino  parla (di nuovo) di un inventore di bufale su livello del mare, CO2 e clima. L’ultima è scritta insieme ad altri due di cui il giornalista Lawson, o meglio senza, perché il giornalista se ne è dissociato pubblicamente:

“I don’t think I actually saw the paper, to be honest,” Lawson said. “I think I contributed a paragraph … I was a bit surprised to see me listed as a joint author —my contribution was quite minimal. I’m a journalist, not a scientist.”

Autore di A Guide To Climate Change Lunacy: bad forecasting, terrible solutions, Lawson scrive per l’Australian Financial Review, spesso per negare l’effetto serra dei gas serra. E’ altrettanto informato sul proprio co-autore e collaboratore del suo stesso giornale sugli stessi temi:

Lawson also says he was surprised to learn the article’s lead author was Albert Parker when he had been corresponding primarily with Alberto Boretti. “Is he the same guy? That’s what I was puzzling over … That’s why Parker was sending me emails—I had no idea who he was.”

Albert Parker nel senso di Alberto Boretti, laureato a Firenze, poi ingegnere alla Fiat, prof. associato di ingegneria meccanica in varie università, uso replicare ai critici di Albert Parker. Nel gennaio 2013, scrive Desmogblog,

 he joined RMIT university as an associate professor to lead a research group as part of a $10 million project to support “leading-edge experiments on alternative fuels for advanced and more efficient internal combustion engines” – so says RMIT press release

prof. ass. sotto il suo nome d’arte.

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Roars confronta la valutazione della qualità della ricerca negli atenei italiani nella classifica ANVUR e in quella ANVUR-CRUI. Come al solito, vedete voi se ridere o piangere.

7 commenti

  1. Ho qualche dubbio sulla proposta di reato di frode scientifica, punterei piuttosto a spingere Università ed Enti che non lo hanno già fatto a dotarsi di codice etico ed intervenire con azioni disciplinari.
    La strada del codice etico, opportunamente allargata a tutti gli enti pubblici e privati che hanno rapporti con il Ministero (ad esempio attraverso l’Anagrafe Nazionale delle Ricerche), consentirebbe di sanzionare anche comportamenti individuali penalmente non rilevanti ma che tendono a ledere il rapporto di fiducia con l’intera comunità nazionale che in ultima analisi finanzia la ricerca.

  2. Però gli abusi di fondi pubblici, i danni ai pazienti ecc. non riguardano solo le università e gli enti di ricerca.
    E sull’efficacia del codice etico ho qualche dubbio, le sanzioni sono rare o blande anche nei paesi dove esistono controlli esterni. Funzionerebbe in una società che premia i “furbetti”?

  3. ocasapiens
    esistono già molti reati per i quali si potrebbe essere perseguiti, la questione è se aggiungere quello di frode scientifica.
    Immagina che io inventi un grafico. Sono un fisico, il mio grafico non fa male a nessuno, non commetto alcun reato. I colleghi, se si accorgono di o sospettano qualcosa si convincono che Reitano è un imbroglione e finisce lì. Ecco, il punto è che non deve finire lì. E’ necessario o almeno più efficiente metterci in mezzo magistratura e processi penali? Non lo sarebbe, per i tempi richiesti e perchè la sproporzione delle conseguenze frenerebbe la denuncia del fatto.
    Il problema dei furbetti esiste ed è tanto difficile da risolvere perchè è un problema di moralità pubblica più ancora che politico o legale. Ma io non credo che sia la Magistratura a poterci tirare fuori dai guai; dobbiamo trovare un sistema che preveda una catena di responsabilità per l’eventuale inazione partendo dal basso. Poi si aspetta e si spera che sia efficace ed eventualmente si modifica il sistema dove è risultato debole.

  4. Il problema è che se in alcuni casi potrebbe anche essere una buona soluzione in altri potrebbe avere effetti deleteri. Per questo ritengo errato porre la questione secca reato si o no.

  5. Non ho Capito bene con Chi CE l’avete. non mi risulta possa essere chiamato scienziato chiunque supporta L’esistenza del global warming anche se analfabeta ed invece tacciare di analfabeta Chi studia e divulga peer reviewed. Mi sembra di capire che il concetto di peer review sia sconosciuto all’ OCA sapiente. E’ il sapiente attribuito da altre oche o da la marea di asini ?

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