Robin Hood 2.0

Ai clienti, trafficanti di droghe e armi compresi, di Silk Road 2 sono stati rubati circa $ 2,6 milioni in bitcoins, il contenuto di tutti i loro “portafogli”. Qualcuno sospetta che hackers e gestori siano le stesse persone, come nel caso di Sheep Marketplace; i gestori sospettano che un ladro stia in Francia e due in Australia.

I bitcoins del gestore di Silk Road sono stati confiscati dai Fed, anche se figurano nell’elenco dei furti. E quelli di BitInstant e dei gemelli Winlevoss?

Anche MtGox, lo scambio giapponese, è stato costretto a sospendere le vendite di bitcoins per via di “ritiri malleabili” (h/t HT). Tuttavia la notizia del suo trapasso sembra prematura.

Aggiornamenti sul sito della Bitcoin Foundation, che sembra avere problemi anch’essa.

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In USA, il furto dei dati on-line delle carte di credito – ancora con la striscia magnetica che costa meno del chip & PIN – è aumentato del 15% nel 2012 rispetto all’anno precedente ed è costato più $11 miliardi a istituti di credito ed esercenti, dice il Nilson Report.

In altri paesi, il passaggio al chip ha fatto calare le truffe del 60-70% tra il 2009 e il 2012, secondo l’Economist. Passaggio in USA a partire da ottobre 2015, secondo il Wall Street Journal, costo previsto: $8 miliardi.

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Composizione del traffico il web nel 2013:

  • esseri umani 38,5%
  • motori di ricerca e bot “buoni”: 31%
  • bot cancrastrellatori – h/t HT: 5%
  • strumenti per hacking: 4,5%
  • spam bot: 0,5% (pensavo di più)
  • altri bot “cattivi”: 20,5%

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Dollari

Dopo aver paragonato, sul Wall Street Journal, la persecuzione dell’1% dei multimiliardari da parte dei progressisti statunitensi a quella degli ebrei da parte dei nazisti, il finanziere Tom Perkins ha precisato la propria idea di democrazia:

You pay a million dollars in taxes, you get a million votes. 

5 commenti

  1. Per chi è interessato, i dettagli tecnici della tecnica utilizzata per ripulire Silk Road 2 sono descritti qui.
    ancora con la striscia magnetica che costa meno del chip & PIN
    Purtroppo il fenomeno non è limitato alle carte di credito ma coinvolge anche i bancomat, che al di fuori del circuito italiano utilizzano ancora la banda magnetica, che spesso viene acquisita (assieme al PIN) modificando fraudolentemente gli ATM o i lettori POS degli esercizi commerciali.
    Tale codice viene venduto all’estero (spesso USA) e lì utilizzato per ripulire il conto del malcapitato. Normalmente le banche sono assicurate e quindi la somma viene riaccreditata nel giro di qualche mese, previa denuncia e burocrazie varie. Gli alert via mail / SMS hanno valenza limitata, in quanto in caso di operazioni fatte su circuiti esteri gli avvisi normalmente ritardano di qualche giorno.
    Un consiglio che spesso viene dato è quello di disabilitare i circuiti esteri sul bancomat utilizzato normalmente, e di avere un secondo bancomat / carta di credito (possibilmente ricaricabile, in modo da minimizzare l’eventuale danno) da utilizzare solo in caso di viaggi e acquisti via internet.

  2. @ocasapiens
    bot cancellatori
    Per la verità i “content scrapers” sono degli strumenti automatici (bot) che copiano (scrape) i contenuti siti legittimi, per scopi che possono essere “legali” (es: confronto fra vari prezzi dello stesso articolo in diversi siti di e-commerce) oppure, violando le leggi sul copyright, per vari scopi fraudolenti, il più diffuso dei quali è quello di sfruttare i contenuti copiati per guadagnare attraverso l’advertising.
    Anch’io pensavo che lo spam generasse più traffico.

  3. Pare che ultimamente, sempre causa hacker, Mt. Gox abbia sofferto qualche “piccolo” ammanco:
    Laconico commento su slashdot: Maybe the U.S. Dollar isn’t so bad after all.

    1. Hermano Tobia,
      Si stava mettendo male, infatti. Anche in passato c’erano stati guai e magari si riprendono, ma adesso che ne parlano tutti sembra più difficile.

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