O's digest

Dopo Guinea, Sierra Leone e Liberia, prime vittime del virus Ebola a Bamako, Mali.

Su Science, editoriale sui nuovi finanziatori della ricerca USA e speciale su come se la cavano i ricercatori in biomedicina, visti i tagli al bilancio degli NIH. Poi
– Adrian Cho scrive che i teorici delle stringhe pensano di poter risolvere i problemi teorici posti dalla scoperta, uscita due settimane fa, delle “increspature” lasciate dalle onde gravitazionali durante l’inflazione post Big Bang;
– Forse. Nel frattempo Science anticipa on line alcune proposte di esperimenti avanzate dai sostenitori di SUSY…

– Si erano visti uscire dei pennacchi di vapore acqueo dal polo sud di Enceladus, be’ adesso si è capito da dove escono. Dal campo gravitazionale – e dalla sua asimmetria – misurato dalla missione Cassini (grandiosa!), Luciano Iess della Sapienza et al. hanno calcolato la presenza di un mare – liquido, molto salato e forse con pesci, si può dire perché oggi è il 4 aprile – profondo circa 10 km, a 30-40 km sotto la crosta di ghiaccio di buona parte dell’emisfero sud… Enceladus sta attorno a Saturno, mica dietro l’angolo.

Ammira il lavoro anche l’Economist. 

– Yi Ge Zhang, Mark Pagani e Zhonghui Liu ricostruiscono con nuove proxies la temperatura alla superficie dell’oceano Pacifico tropicale da 12 milioni di anni fa a oggi e trovano che il gradiente est-ovest di temperatura c’è sempre stato, il che smentisce per ora l’esistenza di uno stato “simil-Niño” permanente. Per tutto il Pleistocene e fino al tardo Miocene la media era dai 4 ai 3°C superiore a quella attuale e la differenza tra est e ovest era minore di oggi, ma l’ENSO oscillava lo stesso… 

– via l’Economist, segnalo gli esperimenti di Carsten De Dreu et al., pubblicati dai PNAS,  con l’ossitocina – la molecola dell’amore e della fiducia. Secondo gli autori, 30 minuti dopo sei spruzzate nel naso, “promuove l’etnocentrismo umano”,

Human ethnocentrism—the tendency to view one’s group as centrally important and superior to other groups—creates intergroup bias that fuels prejudice, xenophobia, and intergroup violence. Grounded in the idea that ethnocentrism also facilitates within-group trust, cooperation, and coordination, we conjecture that ethnocentrism may be modulated by brain oxytocin, a peptide shown to promote cooperation among in-group members. (…)
Results show that oxytocin creates intergroup bias because oxytocin motivates in-group favoritism and, to a lesser extent, out-group derogation. These findings call into question the view of oxytocin as an indiscriminate “love drug” or “cuddle chemical” and suggest that oxytocin has a role in the emergence of intergroup conflict and violence.

Più correttamente l’Economist conclude che l’ossitocina induce una banda di maschi – non i maschi isolati – a mentire, barare a spese della banda concorrente e perfino a ucciderne qualche membro (virtualmente).

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Oggi discutevo con giovani colleghi del caso Fusco, di cui si parla molto di più all’estero che qui, e della difficoltà di stabilire se un gel “problematico” è una scorrettezza o meno senza analizzare molta letteratura sullo stesso argomento. Questa ritrattazione di un paper di cardiologi italiani è dovuta a una scorrettezza evidente.

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Retraction Watch riproduce la spiegazione degli editori di Frontiers, sul perché hanno ritrattato “Recursive Fury” e invita i lettori a disccuterne.

I primi a farlo sono the usual suspects with the usual and not so veiled threats. Però c’è davvero da discutere.

E’ vero che negli esperimenti di psicologia, i ricercatori devono sottoporre il proprio protocollo a un comitato etico e impegnarsi a “proteggere la privacy dei volontari”, ci mancherebbe solo che  De Dreu et al. rivelassero i nomi dei soggetti disposti a uccidere uno dell’altro clan, dopo averli fatti di ossitocina.

Ma Lewandowsky et al. hanno fatto un’analisi di opinioni pubblicate liberamente, alle quali hanno attribuito tendenze psicologiche a posteriori. E’ la prassi normale negli studi di psicologia di gruppo fatti sul campo, per es. sull’aggressività verbale e comportamentale delle tifoserie, dei partecipanti alle manifestazioni di piazza ecc.

E l’università del Queensland lo ha riconosciuto, quando – dopo un’indagine ex post del suo comitato etico – ha pubblicato “Recursive Fury” sul proprio sito.

Forse è una prassi sbagliata nel caso delle opinioni espresse in rete e in forma scritta, invece che a voce in spazi pubblici, ma perché?
Come sempre, i commentatori che accusavano migliaia di ricercatori di falsificare i propri dati e di complottare per arricchirsi a spese della collettività sono quelli che hanno denunciato una violazione della loro privacy. Come se non avessero deciso liberamente di rendere pubblici diffamazioni e insulti, firmandoli fieramente con nome e cognome.

Per una rassegna delle reazioni della stampa anglosassone, rif. Stefan Lewandowsky e, sotto, la prevedibile re-re-Recursive Fury of the usual suspects, per ora un po’ meno volgare e violenta…

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