Acquario e ass. giust.

Per le bufale seminate su gas serra e modelli climatici da Nicola Scafetta durante l’apposito seminario tenuto all’università di Padova, rimando al florilegio, parte I, di Climalteranti.

(Avvertenza: nel primo commento sotto il post, il prof. Guido Visconti ne semina alcune a sua volta. Nella realtà, l’INFN fa ricerca sui terremoti insieme all’Istituto nazionale che ne è incaricato per statuto; in Italia numerosi fisici e astrofisici si occupano di scienze atmosferiche, e l’ASI partecipa alle programmi satellitari europei per le osservazioni meteorologiche.)

La parte II si occuperà dei suoi epicicli astrologici e delle forze di marea proporzionali al cubo della distanza tra la Terra e la congiunzione Giove-Saturno.

Fonte – Fra le letture più serie:
– aggiornamenti su Ebola
– il ritrovamento nello Stretto di Victoria di una delle due navi con le quali il capitano Franklin sperava di scoprire il passaggio a nord-ovest
aggiornamenti sull’estensione minima dei ghiacci artici, tornata come nel 2009
– il rapporto pubblicato dalla Audubon Society, The State of the Birds 2014 (in USA e Canada), che fa seguito al Birds & Climate Change Report. Abstract: anatre e oche selvatiche se la cavano, gli altri meno
pro-memoria (anche per l’oca s.)

  • [Disclaimer: this isn’t intended as a jibe at other science writers, nearly all of the things discussed below are applicable to posts from this blog many times over, and almost certainly will be again in future]

Adesso vado in giro, vedo gente e torno venerdì.

8 commenti

    1. Telegraph Cove,
      grazie, paper interessante – meglio degli epicicli del climastrologo… Lo aggiungo a quello di Amy Whitehouse et al che segnalo oggi.
      Qui c’è bisogno di Steph (mi aveva detto di leggere altri paper, non l’ho ancora fatto). Per quelli del JRC sembra esserci un termostato e le oscillazioni atlantiche/pacifiche dovrebbero essere determinanti, almeno da quello che ho letto ultimamente, ma non sono così regolari. Che cosa fa scattare il termostato?

  1. grazie per l’attenzione.
    E speriamo che uno Steph sempre più preso da impegni vari (e sempre più attaccato nei forum meteo) abbia tempo per fare un commento.
    P.s. Ho chiesto anche al dott. Caserini perchè il lavoro mi ha incuriosito.

    1. Telegraph Cove,
      ho visto – penso che Stefano C. sia come molti di noi, tende a prendere i patterns statistici con le pinze. Il paper del JRC descrive bene il rallentamento finale più marcato, ma non pretende di scoprirne la causa. L’88% del rallentamento dovuto alla variabilità multidecennale PDO-AMO forse è una semplificazione, ma (a occhio, anche se non si deve fare) gli ultimi 15 anni sembrano proprio segnati dall’ENSO.

  2. Mi associo, questi cicli che spuntano in serie lunghe poco più di due periodi non mi ispirano mai molta confidenza. Ancora peggio quando non includono fenomeni fisici ben noti per avere una significativa influenza.

  3. Ringrazio oca e reitano per i commenti.
    Sono pienamente d’accordo con voi che un lavoro statistico senza adeguato supporto fisico-climatologico ha una valenza relativa.
    Da osservatore incompetente mi sono permesso di indicare il nuovo lavoro perché non sono in grado di valutarne compiutamente la serietà e la correttezza.
    In effetti il recente fiorire di studi sulla pausa Agw, che in molti casi fanno ampio uso della prova per correlazione, rende più difficile distinguere (per me) i lavori seri dalle semplici ipotesi speculative con basi fisiche very weak.

I commenti sono chiusi.