Oca da copertina


Su Science, esce l’ennesima ricerca su come fa l’Anser indicus a volare tra i 5 e gli 8 mila metri, dove l’aria è esilissima e scarsa di ossigeno, mentre supera l’Himalaya per svernare nel sud-est asiatico. Oltre a una concentrazione record di emoglobina nel sangue e ali extra-large, scrivono biologi inglesi, americani, australiani e mongoli, ha la capacità di accrescere la frequenza del battito cardiaco e delle ali e sfrutta le correnti ascendenti come fosse sulle montagne russe. In realtà passa poco tempo in alta quota.

In copertina fa bella figura, ma la ricerca conferma un paper del 2012.

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Come l’Economist la scorsa settimana, Jennifer Couzin-Frankel racconta di scienziati e giornalisti – lei compresa – che hanno travisato il paper di Bert Vogelstein and Cristian Tomasetti sulla percentuale di certi tumori causata dalla “sfortuna”. E’ difficile spiegare analisi statistiche complesse, è vero, ma gli autori hanno fatto di una correlazione una causa e l’hanno attribuita a mutazioni casuali, come se il caso si accanisse selettivamente sulle cellule dei polmoni – dalle quali hanno estrapolato il risultato ad altri tessuti…

Sarah-Jane Leslie et al. scoprono l’acqua calda

Surveys revealed that some fields are believed to require attributes such as brilliance and genius, whereas other fields are believed to require more empathy or hard work. In fields where people thought that raw talent was required, academic departments had lower percentages of women.

Siccome la fotonica richiede “brilliance and genius”, i colleghi di Harvard hanno fatto sentire a Lene Vestergaard Hau che era meglio se faceva figli e li accudiva.

E’ il tema della settimana?  Martedì segnalavo un paper dei PNAS sul calo delle specie marine, oggi Steve Palumbi et al. passano in rassegna le ricerche sulla “defaunazione” degli oceani. In breve

Three lessons emerge when comparing the marine and terrestrial defaunation experiences: (i) today’s low rates of marine extinction may be the prelude to a major extinction pulse, similar to that observed on land during the industrial revolution, as the footprint of human ocean use widens; (ii) effectively slowing ocean defaunation requires both protected areas and careful management of the intervening ocean matrix; and (iii) the terrestrial experience and current trends in ocean use suggest that habitat destruction is likely to become an increasingly dominant threat to ocean wildlife over the next 150 years.

E’ anticipata on line la ricerca organizzata dallo Stockholm Resilience Centre sui nove limiti del pianeta (“planetary boundaries”), un aggiornamento di quella uscita su Nature nel 2009 gratis. Questa è a pagamento, ma ci sono i dati e le spiegazioni sul sito del Centro

Nel frattempo, la situazione è lievemente migliorata in parte dell’Europa occidentale dove le foreste sono sane e sta rallentando il riversamento di sostanze tossiche nell’ambiente. Come per il clima, la velocità del cambiamento negli ultimi 70anni non lascia agli ecosistemi il tempo di riprendersi.

Sull’uso dell’acqua potabile, ho visto ricerche meno ottimiste.

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David Roberts confronta i modelli econometrici come quelli di Richard Tol e quello che collega temperatura e PIL proposto da Delavane Diaz e Frances Moore, in un paper su Nature che citavo ieri, insieme al rapporto delle assicurazioni sui danni climatici 2014 più gravi per i paesi poveri.

Tol, Lomborg e Manzi trovano un costo così limitato che non val la pena limitare le emissioni di carbonio. Scrive Tol:

Many disagree with this plan of action, of course, calling for a rapid retirement of fossil fuel use. Economically, their justification rests on assuming that we should care more about the future than we do in contexts other than climate change, that we should care more about small risks than we do, or that we should care more about poor people than we do. These justifications rest in politics or raw moral logic, not economics.

Discorso da ricco in un paese ricco, Roberts non ci casca

This is a hilarious bit of econo-narcissism, as though the values embedded in econometric models are objective or scientific, while alternative values are little more than touchy-feely moralism.

(Moore e Diaz) drew data from this research, which finds, in their words, “large, statistically significant negative effects of hot temperatures on growth rates in poor countries, smaller effects in rich countries, and mixed effects on output.” Since the sensitivity of rich countries to damages is lower, running the model this way didn’t make a large difference for them. But it made a huge difference for poor countries: “The average annual growth rate in poor regions is cut from 3.2% to 2.6%, which means that by 2100 per-capita GDP is 40% below reference.”

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Da Climalteranti, Valentino Piana spiega alcune ambiguità dell’appello di Lima per il clima.
Sul Blogdellasci, Vincenzo Balzani annuncia “2015 – Anno internazionale della luce”

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Il lander Beagle-2, costruito da un consorzio inglese con l’aiuto dei Blur e di Damien Hirst, era scomparso in un triangolo delle Bermude tra Marte e l’orbiter che lo trasportava. L’ESA comunica:

 Now, over a decade later, the lander has been identified in images taken by the high-resolution camera on NASA’s Mars Reconnaissance Orbiter. The lander is seen partially deployed on the surface, showing that the entry, descent and landing sequence worked and it did indeed successfully land on Mars on Christmas Day 2003.

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Orecchietti di radiopop

Grazie dei neuroni! Nel w-e faccio “mente locale” e cerco di rispondere a tutte le mail arrivate a oche – at – radiopopolare.it