Il documento che doveva nascere dalla Giornata di ascolto Università e Ricerca del 26 febbraio al cui concepimento partecipavano
- Francesca Puglisi senatrice PD, capogruppo PD VII Commissione
- Stefania Giannini Ministro Istruzione
- Sauro Longhi rettore Università Politecnica delle Marche
- Matteo Turri prof. Università Milano
- Antonio Raschi Direttore Istituto CNR IBIMET
- Alessandro Mariani prof. Università Firenze e rettore IULM
- Emilio Ferrari prorettore vicario Ateneo Bologna
- Manuela Arata presidente Festival della Scienza Genova
- Calogero Massimo Cammalleri prof Università Palermo, presidente CoNPAss
- Emanuele Bobbio Assessore Scuola Università e Ricerca Reg. Toscana
- Lucio Bianco prof. Roma Tor Vergata
- Stefano Fantoni presidente ANVUR
- Roberto Battiston presidente ASI
- Riccardo Zecchina prof. fisica teorica Politecnico Torino
- Maurizio Sobrero prof. Università Bologna
- Manuela Ghizzoni deputata PD, vicepresidente VII Commissione
- Rosa Maria Di Giorgi senatrice PD, VII Commissione
- et al.
era stato prematuramente
generato il 12 gennaio scorso dal computer del sottosegretario agli affari regionali Gianclaudio Bressa (PD).
racconta la redazione di Roars.
E’ però Francesca Puglisi (Responsabile nazionale Scuola del PD) a rivendicare la paternità del documento.
Nel caso di una signora forse direi “maternità”, a parte questo trovo anch’io che la “Buona Università e la Buona Ricerca”, la bimba nata in gennaio, e il testo concepito il 26 febbraio si somiglino come due gocce d’acqua:
Su poco più di 2.000 parole usate per sintetizzare la giornata di ascolto, l’unica frase significativa che non sia riconducibile al copia-e-incolla consta di 13 parole:
Questo non vuol dire deregolamentare il sistema, ma ottimizzare e semplificare le regole.
In conclusione, il “vero ascolto” ha partorito una sintesi così composta:
- un po’ più di 2.000 parole, frutto di copia-e-incolla da un documento scritto un mese e mezzo prima;
- 13 parole nuove (meno dell’1% del totale).
Immaginiamo la soddisfazione delle “150 tra associazioni, istituzioni e enti di ricerca”, i cui interventi hanno pesato per meno dell’1% contro il 99% e più di contenuti precotti.
La piccina è stata generata dal computer paterno, conferma la madre, che però accusa la redazione di averla rapita trafugata. Non è vero. L’ha raccolta e accudita, mossa a compassione dalla povera piccina che piangeva in rete da giorni. A vederla così macilente ormai, altri passanti avrebbero chiamato l’ambulanza e chissà se arrivava in tempo.
Che è stata una presa in giro si può dire o mi denunciano per diffamazione?
Di certo posso dire che quando si parla di una non meglio specificata “uscita dell’università dal campo di applicazione del diritto amministrativo (cioè dalla pubblica amministrazione)”, di revisione dello stato giuridico del personale docente, di Jobs-Act e di contratto unico a tutele crescenti vedo lo spettro di una “privatizzazione strisciante” delle Università.
La presa in giro è evidente e per di più sembra una moratti bis peggiorata gelmini. Chissà come mai tra i politici ci sono tanti prof che si mettono d’impegno a distruggere quello che c’è di buono nell’università.
“Privatizzazione”: nel senso che la gestione è di tipo aziendale, ma paga lo stato lo stesso.