Esce la statistica dei Consolidator Grants 2015 dello European Research Council. Competente in aritmetica quando la ministra Gelmini in fisica, il MIUR informa che
L’Italia è terza per numero di borse.
La ministra Giannini è colpita positivamente dal
numero di borse totali ottenute dai nostri ricercatori, che ci posiziona al terzo posto insieme alla Francia. Ma, soprattutto, colpisce il fatto che siamo primi per numero di ricercatrici che hanno ottenuto un riconoscimento. Complimenti ai nostri ricercatori e alle nostre ricercatrici.
Nella realtà, l’Italia è ottava con 13 borse, al terzo posto ex aequo per nazionalità dei vincitori, al primo per il numero di donne (16/30) e di ricercatori (17/30) che utilizzano il grant all’estero, una perdita netta perché nessuno, straniero o italiano all’estero, ha scelto di spenderlo in Italia.
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Prof. dott. e ricercatrice in all’università di Leida dal 2007, Roberta D’Alessandro risponde con una lettera su FaceBook, ripresa da agenzie e quotidiani italiani:
Ministra, la prego di non vantarsi dei miei risultati.
La mia ERC e quella del collega Francesco Berto sono olandesi, non italiane. L’Italia non ci ha voluto, preferendoci, nei vari concorsi, persone che nella lista degli assegnatari dei fondi ERC non compaiono, né compariranno mai. (…)
Vada a chiedere alla vincitrice del concorso per linguistica informatica al Politecnico di Milano (con dottorato in estetica, mentre io lavoravo in Microsoft), quante grant ha ottenuto. Vada a chiedere alle due vincitrici del concorso in linguistica inglese, senza dottorato, alla Statale di Milano, quanti fondi hanno ottenuto. Vada a chiedere alla vincitrice del concorso di linguistica inglese, specializzata in tedesco, che vinceva il concorso all’Aquila (mentre io lo vincevo a Cambridge, la settimana dopo) quanti fondi ha ottenuto.
Sono i fondi di queste persone che le permetto di contare, non i miei.
Segue standing ovation.
agg. 15/02
Se n’è parlato dalle 8.40 alle 9.30 su popolare network, insieme ad Andrea Idini, a Giorgio Parisi e agli ascoltatori. Se vogliono, possono firmare la petizione di Giorgio Parisi et al. alla Commissione Europea e al governo italiano, mentre la bella intervista di Roberta D’Alessandro a Sandro Viola – citata dal prof. Tisato del dip. di informatica all’univ. di Milano-Bicocca – è su Uninews24.
Adesso capisco perché “ministro” inizia col prefisso “mini”…
Oliver,
“mini”: quasi tutti da oltre vent’anni, e quelli che parlano d’innovazione, di costruire la società della conoscenza ecc. sono quelli più accaniti nel distruggerne le fondamenta.
E la ministra si vanta anche di questo (da UniNew24):
Un nuovo successo per la fisica italiana a quattro anni dalla scoperta del bosone di Higgs, un grazie a tutti i ricercatori che, con questa fondamentale scoperta, ci permetteranno, d’ora in poi, di guardare al cielo con nuovi occhi. Come fece Galileo Galilei più di 400 anni fa.
Così il ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Stefania Giannini, commenta la scoperta delle onde gravitazionali annunciata a Cascina (Pisa) dalla collaborazione Virgo, cui l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
Dopo la scoperta del bosone di Higgs – osserva il ministro in una nota – la comunità internazionale dei fisici festeggia oggi un altro importante traguardo scientifico: la prima conferma diretta dell’esistenza delle onde gravitazionali. Un regalo perfetto per i 100 anni della Relatività Generale di Albert Einstein, che è stato il primo a pensarle e descriverle nelle sue equazioni.
Nessuno l’ha informata che l’attuazione del decreto anti-timbratori in mutande trasformerà la comunità’ nazionale dell’INFN da ricercatori a impiegati della ricerca.
Anche a me sembra che la ministra non abbia nulla da vantarsi
Ci ho una teoria, Neutrino (ben tornato), si accaniscono contro di voi perché siete troppo produttivi e fate sfigurare i loro “promossi” al merito.
I risultati di oggi sono il frutto della semina del passato. Il problema del presente è il futuro. Non vedere questo è miopia.
Riporta il Sole24ore:
“Significa che formiamo bene gli studenti grazie a una scuola secondaria molto forte e a università di eccellenza, ma il sistema non è in grado di investire su professionalità con un certo grado di qualifiche”.
Investire significa futuro, appunto.
Riccardo,
stamattina in radio, lo dicevano anche gli ascoltatori.
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orecchietti,
ho aggiunto sopra i link alla petizione e all’intervista citata dal prof. Tisato della Bicocca (se ho capito bene il suo nome).