O's digest – in fieri


Il (la?) Brexit lascia il resto del mondo “sul pavimento” per dirla con E.K. Hornbeck: l’Economist, il Guardian, The New Statesman, gli scienziati sentiti da Nature e Science, e Antonello Pasini e Gavin Schmidt; il New York Times; The New Yorker; perfino il China Daily:

Once the flag-waving and celebrations die down, Britons are going to be left wondering just what they have left themselves in for.

Idem le Ong e non solo in Gran Bretagna. 

Gli inglesi no, hanno tenuto testa ai nazisti, non avrebbero creduto alle menzogne di Farage & Co, così come gli americani non crederanno a quelle di Donald Trump, e nessuno crede mai a quelle degli uomini provvidenziali – donne no, però Marine Le Pen vuole essere l’eccezione.

26/6 “In fieri”: i link aggiunti sono in grassetto.

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Da Nature
speciale sulla Cina, superpotenza scientifica stando ai numeri, ma non in ricerca di base per via delle pressioni politiche, e poi

 there are lingering questions — both within China and outside — about the quality and inventiveness of science coming out of the country.

Su Science, Robert Scrive che la Cina batte gli Stati Uniti per potenza di calcolo:

The Sunway TaihuLight can perform 93 petaflop, or 93 quadrillion calculations, per second—nearly three times the speed of its closest competitor, China’s Tianhe-2 supercomputer, and 2 million times faster than a standard laptop.

Un editoriale di Nature chiede che in USA sia autorizzata la ricerca sugli effetti delle armi finanziata con fondi federali,

It has been a bloody year in the United States. So far, the country has lost around 6,000 lives to gun violence — dozens of them in mass shootings in public spaces. The attack that left 49 men and women dead in Orlando, Florida, this month is, by some counts, the 136th mass shooting in the United States just this year.

Mourning — and then moving on — in the wake of a mass shooting has become a sombre tradition. But after Orlando, a new development emerged. On 14 June, the American Medical Association (AMA) declared gun violence a public-health crisis, and announced that it will apply its considerable lobbying power to pressure Congress to fund research into this violence. It is cause for optimism that a lengthy freeze on federal funding for such research — particularly at the Centers for Disease Control and Prevention (CDC) — may soon thaw.

su Science Emily Underwood parla della legge californiana approvata la settimana scorsa che finanzia – modestamente – $1 milione/anno per 5 anni – un Firearm Violence Research Center.

Cont.

10 commenti

  1. Chissà perché i 17 milioni e rotti di britannici “uscenti” dovrebbero essere dei boccaloni che si sono bevute le menzogne di Farage e Johnson, mentre i 16 “rimanenti” avrebbero dato credito alle lungimiranti idee di Cameron (in fondo il principale responsabile della brexit con le sue tattiche da politico che si credeva il più furbo di tutti).
    La maggioranza dei britannici ha deciso democraticamente su di un quesito molto chiaro di non voler mantenere i legami politico-burocratici con la UE sviluppatisi negli ultimi 40 anni (la storia della GB è leggermente più lunga). Magari ciò avrà degli effetti economici negativi sul medio periodo, ma ciò non è così importante, dato che in questi casi la volontà popolare conta di più.

  2. I 17 sono i più poveri, e vedono nell’apertura delle frontiere l’arrivo di vagonate di lavoratori rivali a basso costo, nonché la perdita del loro posto di lavoro.
    I 16 sono di estrazione diversa e dall’arrivo di gente che taglia i capelli a 5 euro non si sentono minacciati. Anzi, magari non vedono l’ora.
    Emblematico che a favore della separazione ci siano gli immigrati di 15/20/30 anni prima.

  3. @ alberto
    La maggioranza dei britannici ha deciso democraticamente su di un quesito molto chiaro di non voler mantenere i legami politico-burocratici con la UE sviluppatisi negli ultimi 40 anni (la storia della GB è leggermente più lunga).
    Perfettamente d’accordo sull’opportunita’ di rispettare la volonta’ popolare.
    In fin dei conti io credo fermamente nel libero arbitrio — sia dei singoli che delle collettivita’ — e nel supremo diritto di farsi male come si preferisce. Si figuri che io manco mangio la Sacher Torte.
    Ma non considererei la lunghezza della storia di un’istituzione l’elemento di valutazione esclusivo della sua validita’.
    In fin dei conti — pur con tutta l’ammirazione e il rispetto che provo per loro — nella loro lunga storia ci sono stati consistenti periodi di guerre civili, per i piu’ disparati motivi; o, se non civili, interbritanniche; c’e’ stata una repubblica teocratica che poco aveva da invidiare all’attuale iraniana; e il frequente e duraturo impegno in guerre nel continente europeo ha consumato, nei secoli, una quantita’ enorme di risorse dei popoli britannici.
    Al contrario, la storia della UE (e delle istituzioni europee che l’hanno preceduta) ha coinciso con (e causato, almeno in parte) un periodo di pace, prosperita’, sviluppo sociale e culturale — per lo meno nelle aree di pertinenza — che hanno pochi eguali nella storia del nostro continente.
    Magari ciò avrà degli effetti economici negativi sul medio periodo, ma ciò non è così importante
    Perche’ solo sul medio periodo?
    E perche’ solo economici?
    E comunque, pur nel rispetto del diritto di chiunque di spararsi nei piedi con la spingarda che preferisce, a me sembra importante.

    1. un quesito molto chiaro
      molto chiaro per chi segue nei dettagli la politica locale e internazionale, sa che i ministri che a Bruxelles decidono le misure UE, ne danno la colpa a “Bruxelles” quando sono impopolari e se ne attribuiscono il merito quando piacciono.
      legami politico-burocratici
      no, il “quesito molto chiaro” comprendeva anche i legami economici, agricoli, industriali, militari, diplomatici, sanitari, ambientali, legali ecc.
      Ci sono tanti motivi per votare contro il governo Cameron, per dirne uno l’austerità – decisa in totale autonomia dalla UE – che colpisce i più poveri e si vede. E altrettanti per volere una UE diversa, come i britannici quando hanno rieletto Margaret Thatcher per esempio.
      La campagna Remain è stata latitante prima e poi penosa, tutta al negativo “se lasciamo la UE ci rimetteremo”, a volte esagerando i rischi (penso, anche se non saprei quantificarli).
      La campagna Leave è stata di una disonestà che in GB non mi ricordo di aver visto. Si è basata sul “basta con gli esperti!”, sulla xenofobia, tra l’altro diretta contro profughi che non c’entrano con la libertà di movimento nella UE, su slogan tossici tipo I patrioti siamo noi. Riprendiamoci il nostro paese, come se i britannici di Remain fossero dei traditori.
      Sopratutto su un crescendo di menzogne: la UE è come il nazismo, noi li butteremo fuori, meno tasse per tutti che nemmeno il Contratto con gli italiani. L’indomani della vittoria, Farage e Johnson – un serial liar come Andrea Rossi – hanno pure cominciato ad ammetterlo, no, la GB non ha mai versato 350 milioni/settimana a Bruxelles, se ci avete creduto peggio per voi ecc.

  4. “Chissà perché i 17 milioni e rotti di britannici “uscenti” dovrebbero essere dei boccaloni che si sono bevute le menzogne di Farage e Johnson, mentre i 16 “rimanenti” avrebbero dato credito alle lungimiranti idee di Cameron”
    Perché sappiamo parlare lo statistichese:
    https://yougov.co.uk/news/2016/03/24/eu-referendum-provincial-england-versus-london-and/
    e anche un po’ di gossippese:
    http://arstechnica.com/tech-policy/2016/06/brexit-google-search-trends-tech/

  5. Per il resto, libera determinazione dei popoli diritto supremo, referendum strumento appropriato (al massimo nutro delle perplessità legate alla piramide demografica e al vero bacino di riferimento sulle consequenze di una votazione simile), e good luck and god save the queen…

    1. Andrea,
      libera determinazione dei popoli diritto supremo, referendum strumento appropriato
      Certo, ma è un referendum consultivo, quello su una Scottexit no, in democrazia anche la minoranza ha dei diritti, i risultati hanno suscitato parecchie adesioni a questa richiesta
      We the undersigned call upon HM Government to implement a rule that if the remain or leave vote is less than 60% based (on) a turnout less than 75% there should be another referendum.
      Sembrano esserci ampi margini di casino come si dice a Eton, sopratutto con Johnson primo ministro dell’Exit mentre era pro-UE fino all’anno scorso.
      Al bar sotto casa (il mio YouGov) la reazione dei non leghisti è quella del New Yorker, gli inglesi smetteranno di prenderci in giro per il re del bunga bunga…

  6. “Chiara Vignati scriverà qualcosa?”
    Lo spero… per ora sta scrivendo per Shanghai Business Review, e io sto scrivendo le dispense per il prossimo corso… il blog rimane un po’ indietro purtroppo, ma fra oggi e domani almeno io ho bisogno di sfogarmi 😛

  7. Ohibò,
    stai a vedere che devo farmi sensi di colpa per il voto di Irlanda e Scozia libere e europee!
    Ps: anch’io sul pavimento, ma forse…

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