Puntare sul riscaldamento globale

Avevo parlato del fondo per speculare sul raffreddamento globale creato dalla blogger Jo Nova, musa di Climate Monitor, dal marito e dalla fondazione australiana di Sua Signoria Christopher Monckton, terzo Visconte di Brenchley dalla rosa saracinesca, detto il Potty Peer.

Per par condicio, raccomando i consigli dell’economista del clima Chris Hope a chi non ritiene l’effetto serra dei gas serra un gomblotto iniziato nel 1821 da parte di angurie verdi fuori e comuniste dentro che volevano consegnare il governo mondiale al tiranno Al Gore Jr.

Insieme al fisico del clima James Annan – che, se Hope perdeva, gli pagava 4 volte le 1000 sterline puntate – Chris Hope ha vinto la scommessa fatta nel 2011, durante la cosiddetta “pausa”, con il geologo australiano Ian Plimer e l’ingegnere inglese Alan Rudge della GWPF, la lobby di Big Oil & Coal detta Gentlemen Who Prefer Fantasies: il 2015 è stato più caldo del 2011 di 0,35 °C.  

Ci sono altri milionari e mercanti di dubbio ben retribuiti da Big Oil & Coal che si possono permettere di puntare sulle proprie bufale. Sul Guardian, Dana Nuccitelli scrive:

Con dei colleghi, abbiamo coinvolto un gruppo di contrarians in una scommessa: nelle stime satellitarie della temperatura della bassa atmosfera, il periodo 2011-2020 (fin qui l’anomalia è di 0,27 °C) sarà più caldo del 2001–2010 (0,22 °C). Abbiamo puntato tre volte più soldi (destinati a un’Ong) dei contrarians

Pur essendo meno della metà. Una delle due stime delle temperature satellitarie (UAH) è calcolata, spesso al ribasso, da Christy & Spencer, due mercanti di dubbio creazionisti e devoti cristiani che gratis o a pagamento mentono nei tribunali e in Congresso.

Alla  prossima conferenza dell’American Geophysical Union… alcuni scienzati hanno organizzato una sessione in tema (Annan è invitato come relatore).

Gli abstract sono già sul sito.

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A proposito di scommesse, annuali queste, da neven1 ho dato un’occhiata alle previsioni per l’estensione minima dei ghiacci artici a metà settembre. Nonostante le ondate di caldo in Alaska e in Siberia, il 2016 non dovrebbe battere il record, ma collocarsi nei 3 anni più bassi con circa 4,4 milioni di km, dice neven1 che ritiene più affidabile il modello SPIE di David Slater:

Fcst_apr_oct

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Zoonosi da riscaldamento globale?

Dall’inizio del secolo aumenta la frequenza degli eventi estremi, alluvioni, incendi, siccità ecc. esattamente come i modelli climatici prevedono da trent’anni. Mancano ancora modelli epidemiologici altrettanto affidabili. L’ondata di caldo in Siberia, scrive la BBC, ha provocato un’epidemia di antrace tra le renne. 

2.300 renne sono morte, i cadaveri si decompongono nel permafrost ormai sciolto e favoriscono la riproduzione del bacillo. I pastori e le loro famiglie sono stati evacuati dal “focolaio” (hot spot) dello Yamalo-Nenets, ma 90 persone si erano già ammalate, in maggioranza bambini.

La cosa strana è che ci sono appena state febbri da antrace fra bovini e cavalli anche nel sud-est della Svezia, trasmesse dai tafani probabilmente. In tutta la zona, gli allevamenti sono stati vaccinati.

Di solito i focolai sono in paesi come l’India, dove hanno conseguenze più gravi perché mancano i servizi veterinari (o i contadini ne diffidano perché spesso i funzionari pretendono soldi per le vaccinazioni gratuite…). Ma in questi giorni nel Tamil Nadu, la risposta è stata efficace e veloce, scrive The Hindu. 

A ProMed, si chiedono come mai il governo centrale non abbia ancora informato l’OIE.

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Lorenzo Tomassini et al. hanno pubblicato sul Bulletin of the American Meteorological Society (BAMS per gli amici) uno studio sul “tuning”, la calibrazione di uno o più parametri di un sotto-modello, che finisce inserito in un modello del clima:

Although desirable in principle,  this parameterization tuning is often difficult in practice because processes are strongly coupled to each other and to the large-scale dynamics. At the next stage, a number of parameterizations are tuned together when assembled into components: atmosphere, ocean, continental surface. This component tuning is performed by using standalone components with boundary conditions which would otherwise be provided by other components. For example, an ocean model with imposed surface wind stress, inputs of freshwater, precipitation and radiation might be tuned to get sea surface temperatures or meridional overturning circulation that match expectations. A system  tuning is finally required to ensure consistency across the full climate system once components are coupled together…

Un casino, come si dice a Oxford (1). Tomassini et al. forniscono definizioni e ragioni per rendere più trasparenti e controllabili le scelte sottostanti. La parte più interessante dell’articolo è la varietà dei modelli (di quello che simulano e perché) e dei rispettivi tuning:

This was confirmed by a poll conducted August-September 2014 Most of the major climate modeling groups (23 model centers) submitted answers to a questionnaire on why and how their models are tuned

Ci sono parecchi metodi per razionalizzare un tuning accettabile (eligible) (fig. S7 in appendice, interessante!) principalmente “automatici” e bayesiani

Over-tuning is a real concern and the raison d’etre for Bayesian UQ methods.

Ma gli altri metodi sono peggiori…

Il seguito sono esempi pratici, compresa la stima dell’ECS, la “sensibilità” del clima all’equilibrio, in parole povere l’aumento della temperatura globale causato da un raddoppio della CO2 atmosferica rispetto alla fine del Settecento. Per ora la media dei modelli oscilla attorno a +3 °C.
Si discute del paper da aTTP, dove Victor Venema – che ha scritto un bel post sull’ECS – racconta che Richard Millar, un dottorando di Oxford, ha deciso a priori la sensibilità (bassa: +2°C) da far uscire dal modello, e poi ha calibrato alcuni parametri per ottenerla. E’ un altro modo per controllare il realismo e  i “bias” della simulazione per i parametri collegati alla temperatura (tutti!).
Come da tradizione nel BAMS di agosto esce “State of the Climate 2015“, commento del Guardian.
(1) agg. 3/8. Per farsi un’idea degli ingredienti di un modello, mi sembra utile l’introduzione del NASA-GISS.

2 commenti

  1. Tu quanto ci punti?
    À propos: hai visto cosa sta succedendo ai venti sopra l’equatore fra i 20 e i 30 km di quota? Non ho mai visto una cosa del genere in più di 60 anni di rilevamenti diretti. Spunto per un post ma anche per uno studio approfondito di indagine, qui se ne discute quasi ogni giorno.

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