Cari orecchietti di radiopop,
partiamo alle 10.35 con la parata dei premi Nobel che per una volta non suscitano polemiche e a noi sono piaciuti parecchio, assenza di signore a parte.
Da militanti antispreco, quello per la Medicina a Yoshinori Ohsumi per la scoperta che tutte le cellule riciclano i propri scarti per trarne forza, è sembrato una lezione urgente: è la regola del vivente, Homo sapiens, imparala!
Buchi non (ancora) da Nobel
Quello per la fisica metà a David Thouless, un quarto per uno a F. Duncan Haldane e a Michael Kosterlitz per la teoria di nuove forme della materia striminzita è piaciuto ancora di più a Andrea Idini del nostro comitato scientifico.
Andrea è il teorico delle interazioni nucleari che adesso fa ricerca all’università del Surrey, ci dirà perché è entusiasta, bagel, brioche e pretzel portati quali illustrazioni dal presidente del comitato Nobel alla conferenza stampa a parte.
Il Nobel per la chimica a Jean-Pierre Sauvage, Sir Fraser Stoddart e Ben Feringa per la teoria e la sintesi di macchinette molecolari, nano-Tir, nano-ascensori, nano-gru… richiede un omaggio al prof. Vincenzo Balzani, dell’università di Bologna. Se l’Italia non tagliava i fondi ad università e ricerca, poteva avere anche lui un microscopio confocale con il quale vedere se i suoi nano-veicoli da trasporto – che collaudavano alla Johns Hopkins o altre grandi università americane – funzionavano davvero alimentati dalla luce.
E qualche scrivania e sedia in più nella sua stanza al Ciamician dove sistemare, oltre ai due assistenti, i dottorandi e i post-doc italiani e stranieri che volevano imparare da lui come si fa un rotaxano – una molecola fatta magari a spiedo che ne trasporta altre, farmaceutiche per esempio, a forma di krapfen.
Alle 11, vi diciamo a chi è andato il premio Nobel per la Pace…
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Stacchetto musicale, e prima di chiamare il secondo ospite, facciamo i complimenti a un grande fisico della relatività generale, il prof. Bruno Bertotti di Pavia che ha appena ricevuto il premio Ghislieri. A proposito di riciclare invece di trasformare l’ambiente in una discarica, alcuni orecchietti di radiopop se lo ricorderanno? Da giovane sessantenne, il prof. Bertotti era venuto a discutere con loro dei detriti spaziali, un problema già chiaro a metà degli anni Novanta. Nel frattempo non è stato risolto, il prof. Bertotti non se ne occupa più, ma ci ha dato una dritta… Ne riparliamo senz’altro.
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Ri-stacchetto musicale il tempo di chiamare Lorenzo Piroli, un dottorando in fisica alla SISSA di Trieste, che ha appena fatto da cavia in un esperimento con la nuova rivista SciPost Physics. L’idea è rivoluzionaria, e abbiamo altri esempi per chi vuol prendere il Palazzo d’inverno, difeso dalle truppe di Wiley, Elsevier e Springer – quelle di Sage nelle retrovie.
Si tratta di
- strappare l’editoria scientifica dalle grinfie dell’oligopolio che lucra un 35-40% di profitto sul lavoro gratis dei ricercatori
- ricordare agli amministratori che il lavoro di un ricercatore non è misurato dal fattore d’impatto delle riviste sulle quali lo pubblica
- dare valore accademico alla peer-review, il contributo che un ricercatore dà alla propria disciplina quando controlla gli articoli degli altri prima che siano pubblicati
- altre ed eventuali
Noi delle Ong vogliamo che la ricerca sia tutta in open access, ovviamente – medicina, agronomia per prime, ma anche sociologia, antropologia, economia, scienze politiche… Ma non che gli editori in open access spennino i ricercatori chiedendo loro 2.000-4.000 euro + IVA per aver il privilegio di arricchire un oligopolio.
(A proposito di Ong, orecchietti, forse avete sentito in radio o visto in tivù che noi di Action Aid raccogliamo fondi dal 29 settembre al 16 ottobre – se vi crescono due euro e volete aiutarci, potete chiamate il 455 06 – grazie dall’oca s.)
La neonata SciPost Physics non ha ancora un impact factor, quindi l’articolo di Lorenzo non gli migliora il cv. Vogliamo sapere chi gliel’ha fatto fare ché andiamo a dirgliene quattro – sarà mica stato il prof. Pasquale Calabrese con quella barba da Che Guevara, vero? – mentre poteva pubblicarlo in decine di riviste affermate. Magari al top: sulle Physical Review Letters, come il precedente, IF 7,6 mica noccioline.
E vogliamo sapere altri fatti suoi: qual è la sua ricerca per il dottorato, se i condensati di Bose-Einstein unidimensionali che subiscono un quench (una deformazione?) c’entrano qualcosa i pretzel di Stoccolma o con altro ramo della fisica molto matematica, se guadagna 1000 euro lordi per 10 mesi/anno o se riesce a mangiare abbastanza.
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Un paio di news per finire e almeno una segnalazione: giovedì prossimo a Milano, diciamo a voi orecchietti del Politecnico e altri che da piccoli giocano con il meccano (i buchi servono, e anche per capire l’universo), c’è una giornata dedicata alla Meccanica: un simposio dalle 9 alle 17 al Palazzo di Brera, in via Brera, 28, organizzato dall’Istituto Lombardo Accademia delle Scienze e della Lettere e dall’Associazione Italiana di Meccanica Teorica e Applicata (Aimeta).
post-scriptum
C’è stato tempo per una notizia sola: a maggioranza bulgara, il 4 ottobre il Parlamento europeo ha approvato l’Accordo di Parigi sul clima. Ora i paesi che emettono la maggioranza dei gas serra l’hanno ratificato, quindi entra in vigore tra un mese, non chissà quando. Informazioni su Italian Climate Network, Accordo di Parigi e Climalteranti.
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Dalle 10.35 alle 11.25 sul 107,5, anche in streaming; podcast nel pomeriggio. Per dirci se abbiamo sbagliato qualcosa sms 331 62 14 013, FaceBook e mail oche at radiopopolare.it