Stamattina in radio si accennava alle barriere coralline danneggiate dal Niño fra i Tropici: è appena uscito un aggiornamento sulla Grande Barriera australiana: la parte nord è messa peggio che nel marzo scorso, a sud dove l’acqua è più fredda si stra riprendendo.
Su Science, oltre a un trio di paper sulla formazione del cratere lunare Orientale, molti articoli sul clima:
– editoriale di Patricia Espinosa – segretaria generale dell’UNFCCC – sul prossimo vertice di Marrakech;
– Warren Cornwall aggiunge le incertezze al mezzo grado di riscaldamento che l’eliminazione degli idrofluorocarburi potrebbe risparmiare entro il 2100;
– Paul Voosen spiega quali parametri sono “tuned” nei modelli climatici (sorpresona: le nubi principalmente);
– Joel Guiot e Wolfgang Cramer, del CNRS a Marsiglia, hanno usato la storia della vegetazione e del clima mediterraneo, come risulta dalle carote di sedimenti negli ultimi 10 mila anni, per vedere come evolveranno gli ecosistemi in base a quattro scenari per le emissioni di CO2 (da +1,5 a +5 °C gradi). Solo in quello migliore, la temperatura aumenta di un altro grado (attorno al Mediterraneo è di + 1,3 °C rispetto al 1800) e gli ecosistemi cambiano molto, ma si adattano. Oltre inizia la desertificazione nel sud della Spagna, parte del Maghreb, la Sicilia, la Sardegna… Modello semplificato, con grandi margini di incertezza, rif. anche Inside Climate News.
– stesso tema nella “Perspective”, John Birks et al. parlano di Lennart von Post, il padre della palinologia che 100 anni fa ha cominciato a identificare e contare i pollini in sedimenti prelevati dalle torbiere svedesi per ricostruire gli ecosistemi del passato;
– François Massonnet et al. faranno digrignare i denti ai globalcoolisti: usano i modelli climatici per verificare la qualità dei dati sulla temperatura degli oceani…
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Nature Climate Change ha una sezione – per ora solo opinioni – sulla possibilità di limitare a 1,5 °C l’aumento della temperatura globale, sulla quale l’IPCC deve preparare una rassegna delle pubblicazioni proposte alle riviste entro ottobre 2017 e accettate entro aprile 2018. Per ora, mi sembra che prevalga lo scetticismo.
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All’unanimità meno un’astensione, il Senato italiano ha approvato in via definitiva la ratifica dell’Accordo di Parigi. Strano, la Lega Nord è contraria e ha 12 senatori… 11 erano assenti per un ponte prolungato?
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Dal delizioso lagomorfo, il politologo Roger “Honest Broker” Pielke Jr è stato colto di nuovo a dire le bugie. Questa volta sostiene che il rapporto Stern (del 2006) prevedeva che nel 2016 i danni da eventi meteo estremi sarebbero diventati lo 0,6% del PIL mondiale. “Sbagliato del 400%” commenta l’onesto. Non ci sono ancora i dati del 2016, of course e l’aumento non è lineare.
Cmq nel rapporto Stern c’è scritto, p. viii:
entro la metà del secolo i costi degli eventi meteo estremi potrebbero raggiungere lo 0,5 – 1% all’anno del PIL mondiale.
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Anche il climatologo Andrew Dessler ha notato la produttività – su riviste spennapolli – del prof. Michael Persinger, specialista di telepatia, correlazioni idiote e “casco di Dio“.
Immagino che il link all’articolo di Voosen fosse questo:
http://science.sciencemag.org/content/354/6311/401
Grazie Paolo, l’ho corretto.
Ciao Sylvie,
ti segnalo questo succoso articolo in cui si narra l’epica spiegazione di Alan Finkel¹ per confutare le ciarlatanerie del più importante negaiolo Australiano sul cambiamento climatico, il senatore Malcolm Roberts: https://www.buzzfeed.com/markdistefano/you-got-polar-ice-for-that-burn?utm_term=.fp0zvDegG#.dvR4pWeqV
“Finkel had to take it down a notch” 😀
¹- Alan Finkel è il fondatore della Axon Instruments/Molecular Devices, la nota azienda che produce i più avanzati strumenti di neurofisiologia usati da quasi tutti i neuroscienziati del pianeta, nonché Australian’s Chief Scientist: http://www.chiefscientist.gov.au