In radio volevamo fare una rassegna stampa di cosa dicono ricercatori e riviste scientifiche dopo l’elezione del POTUS anti-scienza e del vice POTUS creazionista e della loro scelta di affidare la transizione – sostituire i dirigenti degli enti federali nominati dal governo precedente – a Myron Ebell, altri stagionati lobbisti graditi a Wall Street, finanzieri miliardari, un suprematista bianco, la procuratrice che Trump aveva pagato $25 mila perché non indagasse sulla sua università fraudolenta (omissis) e la famiglia: Eric Trump, Donald Trump Jr., Ivanka Trump e marito.
Non ci stava, appunti pêle-mêle.
A sinistra, il nuovo leader mondiale della campagna contro i vaccini
Science e l’AAAS che lo pubblica sono consapevoli del rischio che corre “l’élite” scientifica, nel mirino della destra repubblicana dal 1992. Ma come diceva Stephen Colbert (5′) nel 2006, “reality has a well-known liberal bias”. La copertina e i papers non riflettono il pensiero trumpista secondo il quale nel Medioevo in Groenlandia i vichinghi praticavano l’agricoltura; il riscaldamento globale è una truffa dei cinesi; l’evoluzione un inganno di Satana; le agenzie dell’ONU rubano i soldi degli americani, ma non a quelli abbastanza intelligenti per non pagare le tasse.
Per pararsi le spalle, l’American Physical Society aveva emesso un comunicato di congratulazioni in cui invitava il Potus “to make America great again”
facendo di un robusto finanziamento per la ricerca la sua prima priorità
Lo ha ritrattato l’indomani dopo alcune proteste suscitate dall’adozione un po’ opportunistica dello slogan elettorale, non per lo sfacciato “siamo con te, dacci più soldi” e nemmeno per una classifica – smentita dalle esportazioni di proprietà intellettuale – in cui gli USA sono al 10° posto per quanto riguarda l’innovazione.
Michael Mann non è il tipo che si para le spalle, ma come Ken White di Popehat et al., crede che esistano valori comuni sui quali basare un agire politico comune. Insieme a Susan Joy Hassol di Climate Communication, scrive su Scientific American
Climate trumps everything, no matter who is president
(…)
If the U.S. is to accomplish what Trump says he wants for our nation—economic growth, job creation, improved infrastructure and international respect—then we need to lead the world in clean energy research, development and deployment. In doing so, we’d also be keeping our air and water clean, making our businesses more efficient, improving our health and protecting our children’s future. Surely, these are values we can all agree on.
Salute, aria e acqua pulite non sono i valori di chi nega i cambiamenti climatici e intende eliminare le regole dell’EPA sugli inquinanti o l’assicurazione-malattia statale (ma Big Pharma non ci sta), e dare sussidi alle aziende fallite perché riaprano le miniere di carbone e a quelle del fracking annegate nei debiti per via del basso prezzo di petrolio e gas.
Comunque alla COP22 di Marrakech i delegati cinesi ripetono da martedì che il loro paese è pronto ad assumere la “leadership” mondiale in materia di clima.
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Ken White ha lanciato un “segnale” ai colleghi avvocati a favore del Primo emendamento, che interesserà gli habitués dell’oca, scrive Dora.
‘Nfetti…
Ruggero Santilli sta querelando a Pinellas County, in Florida, il blogger neerlandese Pepijn van Erp e gli chiede oltre 15 mila dollari di danni perché
In the article, Defendant, VAN ERP, falsely and maliciously refers to Plaintiff as a “fringe scientist”, “a mad professor” , and “a cunning scam artist”.
Sottoscrivo, anche se Santilli non è mai stato professore e i suoi imbrogli non sono né artistici né astuti. E querela pure un altro neerlandese, reo di chiamarsi Israel e quindi di far parte del complotto della scienza ebrea contro l’invasato di Capracotta a.k.a. Luca Petronio/George Weiss/Richard Cox/William Pound/Richard Andersson/Roger Stone ecc.