Fate passare, per favore?

Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore dello European Master in Disaster Medicine (CRIMEDIM) all’Università degli Studi del Piemonte Orientale e alla Libera Università di Bruxelles, è stato arrestato nell’aprile scorso in Iran dov’era stato invitato a tenere una conferenza in un’università, e condannato a morte per “collaborazione con paesi nemici”.
Tutti possono firmare la petizione indirizzata al presidente Hassan Rouhani.
Rif. La StampaMartin Enserink su Science, dichiarazioni del rettore di Novara, altre informazioni su SVT.

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Nel frattempo in USA, i riferimenti agli impatti climatici sono stati cancellati dal sito dell’EPA e, scrive Sara Reardon su Nature,

The US Department of Agriculture (USDA) agency charged with ensuring the humane treatment of large research animals, such as primates and goats, has quietly scrubbed all inspection reports and enforcement records from its website. The move has drawn criticism from animal welfare and transparency activists who say the public has the right to know how their tax dollars are being used.

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Crediti

Sull’Internazionale Roberta Carlini spiega l’obiettivo della “lobby delle università telematiche” (h/t R.R.)

unite nella lotta contro l’ultimo atto della ex ministra Stefania Giannini, che ha imposto agli atenei a distanza di allinearsi a quelli tradizionali nel rispetto dei requisiti di docenza, ossia il rapporto tra il numero di studenti e quello dei professori. Un decreto “ammazza-telematiche”, tuona dai microfoni della sua radio una delle più attive università a distanza, la Niccolò Cusano.

Così nelle aule di palazzo Madama, su iniziativa compatta del gruppo di Alleanza popolare (i centristi di Alfano), due emendamenti vogliono azzerare la riforma, e rinviare al 2020 l’obbligo per le telematiche di assumere nuovi docenti. In sostanza, per salvare il regime speciale che permette alle telematiche di gestire quasi 60mila studenti con meno di 200 docenti di ruolo. E con esso il business degli atenei online.

Tutti i partiti sono d’accordo, salvo il M5*. Non sembrano avere una gran reputazione, ma sono generose con i crediti.

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O’s digest (in parte via Retraction Watch)

Un gruppo di Cagliari e Sassari quantifica il successo dell’editoria predona nel settore della medicina riabilitativa, usando la lista di Beall.

R. Prasad di The Hindu ha avuto notizie di Jeffrey Beall e ne pubblica una smentita.

Anche il sito “Academia.edu” è predone secondo Sarah Bond che suggerisce alternative, alcune solo per ricercatori americani. Non più di altre piattaforme dove depositare i propri papers, e che vendono a terzi i dati dei propri utenti, risponde Jon Tennant, anche perché Academia è un pesce piccolo:

The traditional scholarly publishing market is worth an estimated $25.2 billion USD each year, most of which is generated through publicly funded researchers who provide their work for free to publishers, having that work reviewed for free by their peers.

47 milioni di “accademici”?

Posting to Academia.edu is no more difficult than freely posting to an institutional repository, yet with allegedly more than 47 million members at Academia.edu, publishing there is appealing. Academics precariously use it as a professional advertising tool, and in an academic environment where egotism and self-marketing is rewarded more than sharing, it is easy to perhaps see why one is more popular than the other.

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Neuroskeptic usa Turnitin:

If I had to estimate the proportion of review papers that contain severe plagiarism, I’d put it at something like 10-15%. Maybe we should call them recycle papers instead of reviews? [… ]

Plagiarists steal opportunity from their honest peers. In science, for instance, jobs, promotions and funding are assigned largely on the basis of the publication records of the candidates. There are not enough of these things to go around. So whenever a plagiarist wins one of these prizes on the strength of their unfairly inflated record, someone else misses out.

This is why I don’t like plagiarists. I don’t take pleasure in anyone’s ‘downfall’, but I look at it this way: for every disgraced plagiarist, an honest researcher gets a job, or gets funded, or gets promoted.

Per esempio Carmine Finelli? Che sta riguadagnando terreno, se non ho sbagliato i conti. Compreso “l’ignobile furto” è arrivato a 19 plagi rispetto a 25 per Giovanni Tarantino.

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Ivan Oransky e Adam Marcus su Stat scrivono che il boicottaggio delle conferenze – e anche delle riviste scientifiche basate negli Stati Uniti non farà cambiare idea al governo sul “muslim ban”

It does not appear, to put it mildly, that Trump and his inner circle rely much on the peer-reviewed literature for help in policymaking. Nor is academia an industry they seem very concerned about appeasing.

Ma

the protest itself is showing the vibrant international community of scientists and academics — the very thing at stake if this immigration ban stands.

(A proposito, complimenti a Pardis Sabeti per il premio e per la dissidenza.)

Editoriale del Lancetprospettiva di Michael Marmot sui “fatti alternativi” nell’era del trumpismo; rif. anche Medscape – da quello che ho visto, le riviste biomediche sono le più preoccupate.
Comic relief for molecular biologists: comments on The Flightosome.

5 commenti

  1. Humane treatment of large animals?
    Boh! Io ieri sera ho provato a trattare umanamente un istrice, mi pareva abbastanza large da meritarlo, ma mi ha riempito di spine lo stesso, la prossima volta lo sparo e addìo.
    H

  2. Lo dico io? Veramente lo dicevano tutte le bestie selvatiche del circondario, “Istriciaccio che non sei altro”, dice Faina, “Spinoso che altro non sei” rincalza Volpe, “un umano che ti tratta umanamente, e tu lo riempi di spine?” riassume Pantegana, “ma che figura ci fai fare a tutt quant?” inquisisce Blatta, mentre Zecca, Pidocchio, e Cimice, si defilano dal vituperio in attesa della loro occasione …

  3. Humane treatment of large animals?
    Beh: Kaiser e Piratina sono abbastabza large, ma se provo a trattarli come esseri umani si offendono…
    (Sono i miei gatti e sostengono che è loro diritto essere trattati meglio degli esseri umani).

  4. Io sono iscritto da lungo tempo a change.org.
    Agli iscritti a change.org, anche se non iscritti a facebook o twitter (come me che detesto appartenere a questi social network), è possibile firmare talvolta una petizione, e lasciare una testimonianza sul blog.
    Sono quasi sempre d’accordo con le petizioni di change.org, e sono aggiornato su temi quasi sempre importanti sia a livello nazionale che internazionale.
    Oggi ho firmato la petizione per Ahmadreza.

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