Sette sorelle

Con Trappist-1 e il suo corteo di pianeti, una bella ventata di scienza e di fantascienza anima le conversazioni al bar sotto casa e al mercato. “Ma c’è vita?” Come se lo sapessi. Non si può escludere, ma bisogna studiare la composizione dell’atmosfera. Se c’è vapore acqueo… “Ma dicono che c’è acqua.”



Già, il poster della NASA. E domande più difficili, sulla temperatura, le orbite, le rotazioni. “Come fa una stella così piccola ad avere pianeti così grandi?” Le stesse domande che si pongono gli astronomi per capire come si forma un sistema solare adesso che ne hanno due da confrontare e sanno come e dove cercarne altri attorno a stelle poco appariscenti.


NASA/JPL-Caltech

E che fanno dire a Hortensio che va ricalcolata l’equazione di Drake, facile c’è un programma apposta e gli esopianeti trovati finora sono qui.

“Planet Suite” titola Nature, che alla scadenza dell’embargo – rispettato dappertutto, mi sembra – ha pubblicato la notizia e il paper, peer-reviewed e accettato in mese. Anche il precedente con la scoperta dei primi tre pianeti era stato approvato velocemente.

Nella stampa, la NASA da superpotenza mediatica si prende un po’ troppi meriti: la coppia di telescopi e la maggior parte dei giovani astronomi ai quali si deve la scoperta sono finanziati dalla UE. Un po’ di sciovinismo ci vuole, trovo, nelle chiacchiere allegre di stamattina ho cercato di dare il mio contributo…

***

Fatti alternativi“…

28 commenti

  1. L’ eq. di Drake è una formalizzazione della nostra ignoranza riguardo al tema della possibile vita extraterrestre.
    La scoperta di tracce attribuibili manifestamente alla vita sarebbe davvero una grande scoperta scientifica (e non solo).
    Sempre che l’ eventuale vita sia abbastanza vicina a noi da essere percettibile.
    E sempre che ci sia davvero questa vita là fuori.

  2. Ho seri dubbi sul fatto che i pianeti siano abitabili, data la natura della stella per essere in una zona con temperature che non siano gelide dovrebbero essere molto vicini alla stella, quindi sarebbero con una faccia sempre rivolta verso la stella per effetto delle forze di marea. NOn mi sembrano delle condizioni ideali.

  3. alberto,
    formalizzazione delle nostra ignoranza
    è vero, d’altronde il calcolo delle probabilità serve a questo.

    Bombarda,
    la loro collocazione non sembra molto favorevole alla vita “as we know it” – o come si conosceva fino agli esperimenti di Spallanzani con i tardigradi…

  4. Vorrei far notare che se si violasse il principio di azione e reazione newtoniano secondo questa procedura
    https://neolegesmotus.wordpress.com/2017/02/22/how-to-violate-newtons-third-asps-early-method/
    bisognerebbe riscrivere anche la legge di inerzia newtoniana
    e teoricamente sarebbe possibile, sempre se si viola il terzo di newton attraverso la propulsione non newtoniana (PNN) ,
    avere una legge di inerzia non lineare , e incappare in questa situazione fantascientifica tipo star trek 🙂
    http://www.calmagorod.org/inerzia-della-pnn/
    sempre, ribadisco , a livello esclusivamente teorico
    In termini del tutto teorici i 40 anni luce che ci separano dai mondi similterrestri sarebbero raggiungibili entro un minuto
    con una legge di inerzia esponenziale!
    Qui sono dati dei link di alcuni nostri test sperimentali nel 2005
    http://forum.nasaspaceflight.com/index.php?topic=42239.0
    saluti

  5. La scoperta è notevole perché non richiede telescopi di grande diametro. Con un ottimo fotometro e molta perseveranza ed un buon trattamento dei dati si riesce a fare tanto. La stella è di tipo spettrale M8 a 2500 °K e con massa 86 Mgiove cioè è una “super” Nana Bruna od una “mini-mini” Nana Rossa. Si possono in questo caso, con il metodo dei transiti, individuare anche pianeti terrestri purché siano “vicini” infatti hanno semiassi maggiori da 0,011 a 0.06 UA (pochi milioni di km). I periodi sono molto brevi le masse ed i raggi noti probabilmente (ma non ho ancora letto l’articolo) perché ci sono anche osservazioni di velocità radiali. I pianeti Trappist 1 e,f, g sono nella “fascia abitabile”. Quello che mi stupisce sempre di questi oggetti “terrean” e sub-terrean” è :ma con un “anno” (periodo orbitale) da 1 a 12 giorni se hanno l’asse di rotazione inclinato l’effetto stagionale deve essere molto molto particolare.

    1. roberto,
      le masse ed i raggi noti
      sì, tutti abbastanza simili alla Terre e a Marte, basta cliccare sul link sotto l’immagine dei due sistemi per leggerli bene.
      Sarebbero stagioni orarie, se avessero una rotazione, ancora non si sa.
      scoperta notevole… non richiede telescopi di grande diametro
      notevole non solo per noi, nel quartiere ne parlavano tutti con grandi sorrisi. Ho messo due dati sulla coppia di telescopi nel post di ieri.

      E. Laureti,
      certo, ma secondo me sono più probabili i Trappisti a forma di tardigradi.

  6. In effetti il calcolo delle probabilità è stato definito la matematica dell’ ignoranza.
    Solo che nel caso di Drake si ignora anche se la probabilità di esistenza di vita extraterrestre sia diversa da zero.
    Chissà.

  7. Penso che anche con una faccia sempre rivolta alla stella, esiste un meridiano al confine fra zona illuminata e zona in ombra (per i pianeti trappisti, e sistemi solari con condizioni simili) che ha le condizioni ideali per la presenza della vita; una fascia ristretta ma ottimale sempre in pieno giorno, con pianeti con possibile acqua allo stato liquido e temperatura mite (sempre che ci sia atmosfera, ed acqua).

  8. Sì, però “these red dwarf stars generate a lot of X-ray and extreme ultraviolet emissions at the habitable zones of exoplanets through frequent flares and stellar storms.”
    La vedo dura…

  9. domenico scrive:
    esiste un meridiano al confine fra zona illuminata e zona in ombra (per i pianeti trappisti, e sistemi solari con condizioni simili) che ha le condizioni ideali per la presenza della vita
    È il terminatore. Ma basta un’atmosfera relativamente densa e i due emisferi sperimenteranno la stessa temperatura anche in un pianeta marealmente bloccato. La cosa succede già da ‘ste parti con Venere.
    E se Venere fosse più lontano, al punto da avere, chessò, venti gradi in superficie (mi sa che dovrebbe stare più o meno dalle parti di Giove), e se fosse anche marealmente bloccato, avrebbe venti gradi dappertutto.
    Venere è un caso estremo per densità atmosferica, basta molto molto meno per abbattere i gradienti tra i due emisferi.
    Ma la vita richiede energia, non solo temperatura. E quella ovviamente sta solo dalla parte illuminata.
    ———-
    …E c’è chi dice anche che la vita richiede una botta di culo. E poiché non è possibile ricevere una botta di culo prima che un eventuale culo si sia evoluto a partire da materia inanimata dobbiamo concludere che la vita per come la conosciamo è impossibile.
    Questo, a meno che non ammettiamo la validità della Teoria della Panculìa, ovvero la teoria secondo cui culi vaganti sarebbero stati disseminati qua e là nell’Universo primordiale dalle comete. Note per scoreggiare enormi chiome luccicanti quando colpite da radiazione elettromagnetica, quest’ultime trovano infatti elegante spiegazione solo ipotizzando che posseggano un culo nel nucleo.
    …Son sicuro che Laureti, in quanto presidente dell’Ordine Crociato per la Culizzazione del Cosmo, è d’accordo con me.
    Laureti, ma secondo lei Dio la pacca primordiale sul culo se l’è data da solo?

    1. Paolo C.,
      condizioni ideali per il Deinococcus radiodurans! Oltre al terminator di Domeniico, potrebbe esserci un’atmosfera densa, caverne sotto montagne o mari sotterranei.

      M’atTRAPPo,
      però Venere ha una rotazione, anche se lentissima e all’incontrario, questi per ora non si sa.

  10. Sì, ma io avrei sperato in qualcosa di meglio del “deinococcus”…
    Comunque, chissà…

  11. però Venere ha una rotazione, anche se lentissima e all’incontrario, questi per ora non si sa.
    Oca,
    quello che intendevo è che potrebbe non avere importanza che siano marealmente bloccati o no per assicurare che ci sia comunque una buona distribuzione del calore su entrambi gli emisferi.

  12. Pensavo che potrebbe esserci la possibilità di una riduzione del flusso di raggi x nel terminatore, in quanto perennemente al tramonto (l’angolo d’incidenza porta alla riduzione del flusso totale); quindi un organismo replicante, con qualcosa di simile a dna o rna, potrebbe sopravvivere anche senza uno strato di ozono, e senza essere un estremofilo: se la temperatura del pianeta non dipende molto dalla velocità di rotazione, allora solo la distanza dalla stella dovrebbe essere una misura dell’abitabilità.

  13. @alberto:
    “E sempre che ci sia davvero questa vita là fuori.”
    Ma è ovvio che ci sia, non c’è davvero nessun buon motivo logico perché non ci possa essere e credere che il pianeta Terra sia l’unico ad ospitare la vita. Vabbe’ che è importante aver autostima, ma insomma, non così tanta! 🙂

  14. Da biologo, la scoperta è sicuramente affascinante per tutti, non tanto nel contesto “toh abbiamo un sistema solare simile al nostro”, ma nella successiva domanda c’è vita là? Nature la ha rilanciata non credo per il suo impatto scientifico e tecnologico ma perchè è il tipico paper che fa citazioni, fa appassionare la stampa, e fa bene alla scienza (e dà valore aggiunto al CI di Nature). La lettura del paper non è in effetti così “exciting” per me in vista del fatto che il numero di pianeti scoperti negli ultimi anni è stato molto grande, i dubbi, da pivello, rimangono, i lati oscuri sono tanti, sembra veramente un preliminary finding quasi. Se si pensa a cosa viene chiesto ad un comune mortale senza la NASA o Harvard dietro cosa viene chiesto di dimostrare quando si va su Nature… Detto questo, ribadisco, tutto ciò che serve a dare alla scienza fascino va bene accetto. Ma, da pivello, che tenta di leggere i papers di fisica questo lavoro sembra più un bijoux che un diamante.

    1. Grazie Paolo C., non l’avevo visto, adesso lo leggo.

      Stefano,
      era più “diamante” il paper di Queloz e Mayor nel 1995, però questa volta ne parlano tutti con piacere, curiosità, fantasia ecc. e non vedo perché la scienza – o una rivista – non dovrebbe darcene l’occasione. Vogliamo anche le rose, mica solo i dati!

  15. @Ale: l’ autostima non c’ entra affatto. È che la scienza non si basa su presunte ovvietà ma su constatazioni empiriche partendo dalle quali generalizzare teorie sufficientemente congruenti con queste. Ed in mancanza di ciò, ossia senza alcuna prova che esista vita fuori dal nostro particolare pianeta, siamo semplicemente alla non conoscenza e quindi alla ricerca di qualcosa che crediamo o ipotizziamo esista.
    Poi imo sarebbe davvero sorprendente se l’ unico pianeta abitato nel cosmo fosse il nostro ma nel corso dei secoli si sono effettuate diverse scoperte che nessuno si sarebbe mai aspettato prima.

  16. Ci potrebbero stare, nell’Universo, dunque sarebbe come se ci stessero. Peccato solo la distanza: 39 anni luce – mica bruscolini – da pianeti tra i quali uno potrebbe aver avuto la fortuna di veder nascere qualcosa che cercherà di ucciderlo.
    E’ successo davvero proprio lì? Prove a favore zero, per ora. Ma a 39 anni da quando si sarà in grado di viaggiare a velocità prossime a quella della luce (cioè, pressoché mai) un esemplare modello Laureti andrà a vedere di persona e poi ci dirà (via medium ovviamente).
    Finestra corta, ecco il nostro vero problema: ci estingueremo comunque tutti prima alieni concomitantemente presenti Altrove Ma Purtroppo Troppo Lontano compresi.
    https://img.buzzfeed.com/buzzfeed-static/static/2014-11/17/13/enhanced/webdr07/enhanced-buzz-8807-1416248634-22.jpg

  17. @alberto: scusa ma non sono d’accordo, visto l’argomento, ma chi se ne frega della scienza… La scienza è un modo per l’uomo per capire ciò che esiste di per se, indipendentemente dall’esistenza umana. Sostenere che non si può affermare che ci sia stata, ci sia e ci sarà altra vita oltre a quella che è nata e si è evoluta sul pianeta Terra fino a quando non se ne scoprirà una traccia significa voler mettere l’uomo al centro dell’intero universo, una emerita fesseria se mi permetti. È doverosamente certo che esista altra vita, se e quando noi lo scopriremo, beh, qui si che non si può dire nulla, ma diamine, certo che li fuori c’è altra vita!

  18. @Cimpy
    per far piacere all’Oca , come piloto major della invisibile OCCC
    propongo il ritorno alla terra piatta , al centro dell’universo dell’umanità intera con ovvio aggiustamento forzato degli epicicli celesti che non combaciano e inevitabile tortura e rogo per chi dissente 🙂

  19. E.Laureti, a scanso di equivoci: io la penso come AleD, circa il fatto che da qualche parte là fuori, ci stia vita.
    La differenza con lui sta qui:
    “se e quando noi lo scopriremo, beh, qui si che non si può dire nulla”
    Si può: mai è la risposta. Per decorrenza dei termini della nostra (ovvero della loro) molto prima che qualcosa di nostro o di loro si incontri anche dovessimo essere tutti (noi e loro) così tanto fortunati da aver mandato roba (fossero pure radiodurans) tutti quanti nella direzione giusta.
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2011/05/26/fotozoom/big.jpg

  20. Scusi Ale, ma lei ha frainteso.
    Non ho mai affermato che non ci sia o ci sia mai stata vita extraterrestre, anzi ho sottolineato che date le nostre conoscenze, per quanto limitate ed incerte, sull’ origine della vita sulla terra dovrebbe essere assai probabile che esista qualcosa là fuori. Solo che un conto sono le speculazioni teoriche in base alle conoscenze attuali, un altro il fatto ben noto che fino ad ora non ci sono prove di questa esistenza.
    Poi è ovvio che l’ assenza di prove non è una prova dell’ assenza.
    Solo che dato che la scienza procede verificando (fasificando, modificando, corroborando etc) ipotesi, ad oggi sono convinto che la posizione meno speculativa stia nel constatare come l’ esistenza di vita extraterrestre sia un’ ipotesi in attesa di verifica.
    Tale verifica potrebbe anche non avvenire mai,per diversi motivi contingenti,ma in tal caso sarebbe scorretto dedurne che la vita esiste solo sul nostro splendido pianeta, e corretto concludere che la questione rimane aperta.

  21. @Cimpy
    per me parlare di terre lontane anni luce appartiene al reparto neudeliri , nel senso che questi mondi per la fisica nota sono spaziotemporalmente inavvicinabili e quindi inconoscibili.
    Ora il problema è dunque o si spezzano le catene fisiche che ci limitano (leggasi superamento degli attuali paradigmi fisici) o è meglio neppure iniziare discussioni del genere.
    In fondo mi piace ritornare a una mia vecchia osservazione sulla natura dell’universo in opposizione ai comici tentativi umani di comunicare con qualche entità non terrestre con le onde e.m. : l’universo funziona perché alla base di esso c’è l’incomunicabilità e l’inconoscibilità 🙂

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