Grandi progressi, ma…

UE e Gran Bretagna si sono impegnate a finanziare il World Food Programme per l’emergenza – in corso da anni – nel Sudan meridionale, ma i soldi non bastano. Servono corridoi umanitari (refrain…):

food insecurity has deteriorated to unprecedented levels in these areas owing to protracted violence, insecurity, displacement and a protection crisis that has prevented adequate humanitarian access and aid delivery.

È la peggior carestia “dal 2011”, scrive per esempio il Guardian, ma non so se si possa fare un confronto. Gli effetti di carestie così ravvicinate si sommano a quelli della guerra e coinvolgono i paesi confinanti, colpiti anch’essi dalla siccità protratta.
Dal comunicato del WFP e dell’UNHCR:

The number of refugees in Africa nearly doubled from 2.6 million in 2011 to nearly 5 million in 2016. […] Refugees are extraordinarily resilient, but cuts in food assistance – sometimes as high as 50 percent – are having a devastating impact on the health and nutrition of thousands of families.

I rifugiati hanno diritto al cibo, non al lavoro… “Il futuro del cibo e dell’agricoltura. Tendenze e sfide“, appena pubblicato dalla FAO, cerca di dare una prospettiva storica (grassetto mio):

Gains in productivity and technological advances have contributed to more efficient resource use and improved food safety. But major concerns persist. Some 795 million people still suffer from hunger, and more than two billion from micronutrient deficiencies or forms of overnourishment. In addition, global food security could be in jeopardy, due to mounting pressures on natural resources and to climate change, both of which threaten the sustainability of food systems at large.

Ci sono le solite linee-guida sul raggiungimento degli Scopi dello sviluppo sostenibile e qui, aggiungerei tra le “cause di speranza” che rispetto a quanto accadeva per gli Scopi del millennio, questa volta parecchie agenzie dell’ONU stanno lavorando di concerto.

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Sabato alla Libreria delle donne, Elena Cattaneo parlava del rapporto di fiducia tra scienziati e altri cittadini, incrinato anche da promesse e affermazioni poco fondate riportate dai media senza spirito critico.

Su Statnews, un’inchiesta di Rebecca Robbins (h/t radioprozac) sulla guerra contro il cancro che un miliardario americano starebbe per vincere mi sembra un esempio di informazione corretta, anche nel senso di “fair”.

Da confrontare con l’articolo di Matthew Herper (Forbes) sulla nuova impresa di Craig Venter. Lui è un po’ troppo determinista genetico, trovo, quindi prima di spendere $25.000 per la diagnosi che ha regalato a Herper, suggerisco di leggere “Future life expectancy in 35 industrialised countries: projections with a Bayesian model ensemble” (The Lancet open access).

(à propos… la Karmagenes scopre una falsificazione nel paper di un suo direttore, il genetista Prasav Ullal et al. Ritratta il paper e licenzia il direttore che ora si dedica al proprio business nutrizionale. Continua però a lavorare come “narratore scientifico” per l’azienda che “offre test del DNA basati sulla personalità”…)

(à propos… i membri del fan club non ci crederanno, per fortuna, ma c’è chi sostiene che la spirulina curerebbe sintomi del morbo di Parkinson nella Drosophila melanogaster.)

Nessun modello è perfetto (refrain) e gli autori elencano i limiti di quelli che hanno usato, ma senza non si possono pianificare investimenti sensati in sanità pubblica o privata che sia. In percentuale di PIL, gli americani spendono molto di più per curarsi, eppure

Notable among poor-performing countries is the USA, whose life expectancy at birth is already lower than most other high-income countries, and is projected to fall further behind such that its 2030 life expectancy at birth might be similar to the Czech Republic for men, and Croatia and Mexico for women. The USA has the highest child and maternal mortality, homicide rate, and body-mass index of any high-income country, and was the first of high-income countries to experience a halt or possibly reversal of increase in height in adulthood, which is associated with higher longevity.

The USA is also the only country in the OECD without universal health coverage, and has the largest share of unmet health-care needs due to financial costs. Not only does the USA have high and rising health inequalities, but also life expectancy has stagnated or even declined in some population subgroups. Therefore, the poor recent and projected US performance is at least partly due to high and inequitable mortality from chronic diseases and violence, and insufficient and inequitable health care.

Segue una prescrizione contro l’iniquità sanitaria…

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and Then There’s Physics recensisce un articolo contro i modelli climatici, commissionato a Judith Curry dalla lobby Gentlemen Who Prefer Fantasies [alla legge di conservazione dell’energia].

(à propos… Il delizioso lagomorfo riassume lo “scandalo” delle temperature NOAA, gonfiato da Judith Curry:

In this blizzard of nonsense, the only thing that appears to be clear is that John Bates and/or David Rose have taken two semesters of truth embroidery classes and are now doing the lab work.)

CMD pubblica le mail dell’attuale capo dell’EPA, Scott Pruitt, con varie BigOil&Coal quando, da procuratore generale dell’Oklahoma e a spese dei contribuenti, difendeva i padroni de vapore contro i limiti all’inquinamento stabiliti dall’EPA. Sunto da Desmog.

(à propos… rapporto EPA sull’inquinamento dell’acqua causato da fracking.)

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Grandi progressi, senza ma

The Age of Aquarius per Giancarlo

(nota per gli orecchietti: se ne parla al giornale delle 22.30 su popolare network e magari venerdì mattina tra le 10.30 e le 12.30 su radiopop durante l’abbonaggio, qui l’articolo gratis)

Embargo scaduto. La conferenza stampa NASA/Nature non era per la fusione fredda come ipotizzava Giancarlo, ma per sette pianeti abbastanza simili al nostro, stipati nella “zona temperata” attorno a una nanerottola pallida: Trappist-1a, un Sole grande circa come Giove a 39 anni-luce nella costellazione dell’Aquario. Così vicino a noi da poter studiare la loro atmosfera, se ne hanno una, con il telescopio spaziale Hubble, una ricerca già iniziata in attesa del James Webb, per tre di essi in zona “abitabile”.

Se ne hanno una e magari acqua, perché escludere che siano pure abitati?

TRAPPiST è una coppia di telescopi (diam. 60 cm) robotici dell’università di Liegi: TRAPPiST-Sud in Cile a La Silla, e -Nord a Oukaimeden nell’Atlante (foto), in Marocco. È l’idea di post-doc molto brillanti, costata solo 300 mila euro, realizzata con l’aiuto e un po’ di soldi del gruppo di Didier Queloz, all’università di Ginevra: l’acronimo, da “TRAnsiting Planets and Planetesimals Small Telescope”, è un omaggio alla birra, diceva il responsabile scientifico Michaël Gillon.

La sua squadra e quella di Queloz, che intanto stanno costruendo la seconda coppia di telescopi (Speculoos), avevano già fatto parecchie scoperte durante il rodaggio della coppia “preliminare”, tra le quali tre pianeti di Trappist-1a nel maggio scorso. Poi sono arrivati alla riscossa il Very Large Telescope dell’ESO in Cile e il telescopio spaziale Spitzer della NASA e hanno confermato i transiti degli altri quattro, più altri dettagli.

Bande dessinée de l’aventure; com. stampa di stampa di Lovanio; com. stampa di Ginevra; com. stampa della NASA con video, primi piani “artistici” di ciascun pianeta e un ritratto di gruppo, crediti NASA-JPL/Caltech (per il pianeta h, la massa non è ancora stimata):

1 commento

  1. Grande!
    Sette pianeti rocciosi vicini vicino!
    Nel senso, di vicini fra loro e vicino a noi …
    Ora ci tocca ricalcolare tutta l’Equazione di Drake.
    H

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