L'inafferrabile "sindrome di Shoenfeld"

Giancarlo segnala una campagna di disinformazione dei soliti anti-scienza:

Ho letto con vero piacere il post di Pino D’Agostino su 22 passi. E concordo anche che i vaccini possano essere pericolosi anche se mi ostino a pensare che non farli è ancora più pericoloso. Né alcuno di noi ha atteso con pazienza automobili a pericolo zero prima di sedersi alla guida.

Però mi piace la storia dell’indice H o iH: aspetto con ansia che il ragionamento sia esteso ad Hamer, Celani, Rossi, Mastromatteo, De Ninno, Del Giudice, Preparata… [ovviamente per le pubblicazioni relative ai campi di discussione].

Per dimostrare che la comunità scientifica è divisa sui vaccini, Pino D’Agostino ricorre al tipico argomentum ad Brigliadori (è famosa, quindi l’urina cura il cancro) e scrive sotto le foto degli interessati:

in alto a sinistra il Professor Yehuda Shoenfeld:
In alto a destra il Professor Roberto Burioni:
  • Citazioni = 2516
  • Indice H = 27
  • i10-index = 60

(fonte Google Scholar, ma la sostanza dei risultati non cambierebbe prendendo come fonte ResearchGate o Scopus o PubMed…)

Due terzi dei 1.300 articoli di Shoenfeld et al. sono rassegne e “policy papers“: quelli con il maggior numero di citazioni. Delle rassegne – 697, di cui 50 nel solo 2005… – una decina riguarda le malattie auto-immuni che i vaccini possono indurre, ma non la loro efficacia o sicurezza rispetto ad altri interventi o nessuno (1).

Pino D’Agostino non poteva scegliere un eroe più adatto a “22 passi”.
“‘ASIA’–autoimmune/inflammatory syndrome induced by adjuvants” è il paper di Shoenfeld et al. su presunti danni causati dagli adiuvanti dei vaccini con il maggior numero di citazioni su Scholar: 403. Ma negli articoli – peer-reviewed o meno – indicizzati da PubMeb sono 57. Tolte le autocitazioni, i “case studies” di signore con impianti al silicone e due correlazioni da indagare, 50 mettono in dubbio l’esistenza e la definizione stessa di una “sindrome di Shoenfeld” (2).

A vederla, per ora sono soltanto Shoenfeld et al. in base correlazioni osservate in tre casi clinici, riciclate in articoli sempre più dubbi.

Il secondo più citato (280 da Scholar) lo è 18 volte in articoli indicizzati da PubMed:
– 5 volte per smentirne le tesi
– 4 volte a proposito di correlazioni da monitorare e indagare
– 2 volte in rassegne
– 6 volte su riviste-spazzatura di cui 4 volte su quella preferita dalla banda Finelli-Tarantino.

I due articoli di Shoenfeld et al. sul vaccino contro il papillomavirus, che dovevano dimostrare i danni dell’alluminio – amenorrea e disturbi comportali – almeno nelle topoline, sono stati ritrattati l’anno scorso, dopo che la “comunità scientifica” ne aveva segnalato le falsificazioni e i conflitti d’interesse non dichiarati (3). Uno è stato riciclato tale e quale su una rivista diretta da… Shoenfeld.

Anni fa Shoenfeld era un immunologo rispettato.

*

Note
1. Sulla necessità delle vaccinazioni, la comunità scientificaShoenfeld compreso, anche se dirige una rivista in cui pubblica bufale anti-vax – è d’accordo al 99,99%. È altrettanto d’accordo nel deplorare che non esistono per la malaria, l’HIV e altre infezioni.
2. Include fenomeni post-vaccinazione, autoimmunità indotta da impianti al silicone, sindrome della guerra del Golfo, sindrome dell’edificio malato e altre patologie tuttora in cerca di definizione.
3. Di Shoenfeld e dei suoi coautori anti-vax Lucija Tomljenovic e Christopher Shaw, noti per sostenere che l’alluminio nei vaccini causi l’autismo  in lavori ritenuti “seriously flawed” e conferenze organizzate dal falsario Andrew Wakefield.

34 commenti

  1. Alla ricerca di criteri per distinguere le voci autorevoli da quelle meno, avevo letto con molto interesse il post di D’Agostino che in tanta tifoseria da una parte e dall’altra, mi dava in qualche modo un riferimento. Capisco dalle sue argomentazioni, che per lei questo Indice H, pur accettato e utilizzato dalla comunità scientifica, non è attendibile. E’ così?
    la ringrazio

    1. Renato Giabardo,
      in realtà, la comunità scientifica sostiene che nessun indice misura l’autorevolezza di un singolo ricercatore.
      L’indice H riguarda la quantità e l’influenza di due tipi di pubblicazioni: articoli di ricerca da un lato (papers), dall’altro rassegne di ricerche altrui (reviews), opinioni, commenti, raccomandazioni (policy papers). Le pubblicazioni del secondo gruppo possono essere molto citate in bene e in male, ma non dicono niente sull’importanza del contributo scientifico di un autore.
      Per esempio dal 1951 a oggi, Peter Higgs ha scritto 19 papers in tutto, uno del 1964 ha 5747 citazioni: riguarda il bosone di Higgs. Produttività tendente a zero, influenza minima fino a 20 anni fa. Eppure Higgs era già autorevole, come può vedere dai premi.

  2. Invece l’analisi dell’indice per Burioni cosa dice riguardo a citazioni e pubblicazioni? Ha dichiarato, nei suoi studi, i legami con i suoi brevetti?

    1. Alessandro,
      quegli indici riguardano gli studi pubblicati, i contenuti non sono brevettabili. Se le serve sapere quanti brevetti hanno ottenuto Burioni e Shoenfeld, li trova su patents.google.com

  3. Quindi chiunque si faccia domande in ambito scientifico a proposito degli effetti collaterali dei vaccini (che esistono e sono contemplati come per qualsiasi altro farmaco) diventa automaticamente un no vax? Che si chiami Shoenfeld, abbia quasi 70 anni e sia sempre stato un bravo immunologo non ha importanza, il solo fatto di occuparsi (con tutta la sua esperienza precedente), anche di questo argomento, lo fa precipitare nel limbo dei coglioni-imbroglioni-sfruttatori di finanziamenti dei no vax? Ma per piacere! Come si fa a diagnosticare da un punto di vista clinico una malattia autoimmune? Spieghiamolo al pubblico. Andiamo, un reumatologo tra i vari bloggisti lo possiamo trovare. Vediamo quali criteri si devono soddisfare per avere una Sindrome di Sjogren piuttosto che un LES od una connettivite indifferenziata. Chiediamogli che cosa potrebbe innescare questa malattia. Chiunque si occupi di questo ambito sa benissimo che si possono fare solo delle ipotesi e che è molto molto difficile arrivare ad un risultato univoco. L’autoimmunità è un mosaico di cause ed i vaccini possono rientrarci a pieno titolo (come altre cose del resto). Tutto qui. Perché screditare a priori questa ipotesi? Magari avrà bisogno di studi più estesi, di meta analisi su migliaia di pazienti, di indagini genetiche che accomunino gli HLA dei pazienti con reazioni avverse, tutto quello che volete. Si può cercare di parlare in maniera costruttiva del problema vaccini, ma non interessa nessuno. Perchè la verità fa così paura solo in questo ambito?

    1. Silvana Belletti,
      Quindi chiunque si faccia domande in ambito scientifico a proposito degli effetti collaterali dei vaccini (…) diventa automaticamente un no vax?
      Non so a chi lei lo stia chiedendo, ma se un giorno leggerà il post che sta commentando vedrà scritto che Shoenfeld ritiene “necessarie” le vaccinazioni.
      Si può cercare di parlare in maniera costruttiva del problema vaccini, ma non interessa nessuno
      Se un giorno le capiterà di leggere questo blog, vedrà che segnala molto spesso articoli scientifici che ne parlano “in maniera costruttiva”.
      Come si fa a diagnosticare da un punto di vista clinico una malattia autoimmune?
      Questa è una breve rassegna delle indagini diagnostiche; questa riguarda la sindrome di Sjögren.

  4. Bene. prendo atto. Shoenfeld è un bischero. burioni un genio ed i genitori che hanno visto il loro figlio smettere di parlare per sempre mezz’ora dopo il vaccino non esistono. sono stato bravo?
    A questo punto attendo con trepidazione la consegna del premio nobel alla nostra Ministra della Salute che in televisione, spinta dai suoi amici burioni e guerra, afferma che sono morti a Londra 270 bambini di morbillo nel corso di un anno e finalmente mi sentirò il cittadino perfetto!

    1. gianfranco,
      Shoenfeld è un bischero.
      lei è libero di pensare quello che vuole. A me risulta che fino a pochi anni fa era molto rispettato.
      i genitori che hanno visto il loro figlio smettere di parlare per sempre mezz’ora dopo il vaccino
      Dopo quale vaccino, quando e dove?

  5. Mettere in quella compagnia Preparata e Del Giudice è segno malafede, ignoranza o entrambe le cose.

  6. Mi conforta vedere che su un argomento così drammaticamente contingente, preso in esame da uno studioso di tale levatura, questo blog abbia avuto dall’otto maggio ad oggi solo 8 commenti, cioè 4 commenti ed altrettante risposte.

    1. Giulio,
      conforta anche me: nessuno contesta i fatti.

      Frank,
      Mettere in quella compagnia Preparata e Del Giudice è segno malafede, ignoranza o entrambe le cose.
      su 22 passi non è chiara la differenza, in effetti

  7. si nota un certo gioco di prestigio che dovrebbe essere poco consono all’autrice
    si fa a pezzi con numeri fin troppo dettagliati il curriculum di Shoenfeld ma di Burioni se ne dimentica bellamente, magari le citazioni che lo riguardano sono tutte per dargli del cretino ma non ci è dato sapere
    ma non è questo il punto
    ci si dimentica che nello specchietto viene citato anche Di Grazia (medbunker) che in rete ha una autorevolezza superiore a burioni ma tra i suoi pari pare essere sconosciuto
    ci si lascia andare ad una osservazione personale “era un immunologto rispettato” che mi pare sia solo un avvelenamento del pozzo e nulla piu
    ma non è questo il punto
    quello che le chiederei è perche da del falsario a Wakefield?
    me lo sintetizzerebbe in punti? (piu che altro per comodità) scelga lei la forma più gradita
    la ringrazio anticipatamente

    1. fabio,
      una volta capita la differenza tra “review”, “policy paper” e “research paper” e le rispettive citazioni, ognuno può rifare la stessa analisi delle pubblicazioni di Burioni, e di chiunque altro, e valutare se Shoenfeld era stimato o meno.
      me lo sintetizzerebbe in punti?
      Già fatto, comincia qui. Il punto più importante è che Wakefield ha falsificato i dati della pubblicazione sulla presunta correlazione tra vaccino trivalente e un sintomo correlato all’autismo.

  8. E continua la solita solfa, guelfi contro ghibellini, bianchi contro neri, non se ne esce, due fazioni opposte che continuano a screditarsi a vicenda o ad accreditarsi in maniera sedicente e nessuno, dico nessuno, che inizi uno studio serio e indipendente che chiarisca una volta per tutte la sicurezza delle vaccinazioni multiple in età così precoce, l’efficacia delle vaccinazioni nel tempo, se esiste l’immunità di gregge per tutti quei vaccini resi obbligatori per “salvaguardare” gli immunodepressi e se sono più sani (o meno malati come dir si voglia) i bambini vaccinati o non vaccinati. Nel frattempo chi ci va di mezzo siamo noi genitori beoti, che spostiamo il nostro sguardo da una sponda all’altra facendoci venire un gran mal di collo. E non ci vuole una laurea per capire che qualsiasi trattamento sanitario comporta dei rischi, diversamente da quanto ha affermato l’imbarazzante, per tutta la classe medica che rappresenta, dott. villani ieri sera a LA7.
    Gentile Coyaud, il fatto stesso che su un argomento esista una disputa, che se ne discuta, è la palese dimostrazione che su quell’argomento non c’è una verità assoluta, la medicina come qualsiasi altra scienza si alimenta di dubbi, osservazioni empiriche, verifiche e continui aggiustamenti. In questo campo, oggi, appare evidente che l’unico scopo è cacciare l’untore non vaccinato e pungerlo ad ogni costo (ma si badi bene anche se è immunizzato e senza verificarne l’immunizzazione a posteriori), in nome di una presunta salvaguardia della salute; dall’altra parte questo governo invece continua a non occuparsi di una delle prime cause di morte infantile in Italia, che è la sofferenza respiratoria dovuta all’inquinamento.
    Se Shoenfeld qualche anno fa era un rispettato immunologo e ora non lo è più e se Miedico l’anno scorso ha preso la medaglia per 50 anni di onorata carriera e ora è stato radiato (dalle stesse persone che l’hanno premiato), allora è evidente che c’è in atto un grosso conflitto di interessi. Allora è lecito che io mi ponga qualche ragionevole dubbio prima di bucare la pelle del mio bambino (si perché è mio e di mia moglie che l’ha portato in grembo 9 mesi, non dello Stato).

    1. Filippo,
      il fatto stesso che su un argomento esista una disputa, che se ne discuta, è la palese dimostrazione che su quell’argomento non c’è una verità assoluta
      nella scienza non esistono verità assolute e si può discutere di qualunque cosa, ma non cambiare i fatti: Wakefield ha falsificato i dati e i vaccini pediatrici restano la prevenzione più sicura, efficace ed economica inventata finora.

  9. Senta signora oca sapiente, mi può indicare, per cortesia, dove a sede la “comunità scientifica”, con indirizzo, telefono e il nome di un referente? Grazie mille.

  10. @cikagiuro la comunità scientifica a cui mi riferisco è quella tirata in ballo dal professore del San Raffaele ad ogni piè sospinto. Una sorta di rassicurazione per chi non ha l’abitudine di mettere in dubbio dogmi che dogmi non sono e non possono essere.
    La comunità scientifica vera si interroga ed è profondamente divisa sulla questione in oggetto.
    Lasci perdere poi le esternazioni della signora ocasapiens, già solo il fatto che riporti in maniera erronea e consapevole, fatti che riguardano il Dott. Wakefield, dovrebbe farle capire il livello di bassezza che non si è visto solo in questa situazione, ma molte altre volte in passato.
    Da genitori continuiamo a domandare, ma alle persone giuste.
    Il professore che scrive libri non lo è. Pe me.

    1. Pino,
      il fatto che riporti in maniera erronea e consapevole, fatti che riguardano il Dott. Wakefield
      può fare esempi dei fatti che avrei riportato in maniera erronea, per favore? (refrain).
      Gliene faccio uno io.
      Lei ha contrapposto in modo erroneo – consapevole, non saprei – la posizione del prof. Shoenfeld a quella del prof. Burioni sui vaccini. Nella realtà sono identiche e riflettono l’unanimità – di cui lei nega l’esistenza -della “comunità scientifica vera”, che Shoenfeld riassume in modo molto chiaro:
      I vaccini sono stati usati per più di 200 anni e sono il mezzo più efficace per prevenire la morbidità e la mortalità associate alle infezioni.

  11. i genitori che hanno visto il loro figlio smettere di parlare per sempre mezz’ora dopo il vaccino
    Dopo quale vaccino, quando e dove?
    SENTENZE DEFINITIVE CHE RICONOSCONO NESSO CAUSALE TRA VACCINO E AUTISMO: Sentenza del tribunale civile di Palermo diventata definitiva nel 2014; TRIBUNALE DEL LAVORO DI MILANO 23 settembre 2014; Sentenza d’Appello Tribunale di Milano il 28/03/2012; TRIBUNALE DI URBINO, SENTENZA N. 219/11, NESSO CAUSALE VACCINO ANTIEPATIE B E AUTISMO. Qui addirittura dei giudici hanno riconosciuto in cassazione il nesso causale che sta alla base di situazioni problematiche formatesi in bambini subito dopo l’assunzione del farmaco vaccinale; e che subivano dei gravissimi peggioramenti a seguito di ogni richiamo. E sono solo un paio di esempi

    1. Sebastiano,
      conosco l’elenco del Codacons, grazie, ma non dimostra nulla. I vaccini pediatrici si somministrano prima che i bambini inizino a parlare; molti genitori hanno visto il figlio smettere di parlare sebbene non fosse stato vaccinato e ancora di più prima che s’inventassero i vaccini. Inoltre capita che i giudici sbaglino, come s’è visto con la truffa Stamina.
      L’articolo scientifico sul quale si basano quelle sentenze è stato ritrattato nel 2010 perché i dati erano falsificati o inventati di sana pianta, e dal 1999 è stato smentito da tutte le ricerche che hanno confrontando l’incidenza di malattie in centinaia di migliaia di bambini vaccinati e non vaccinati.

  12. Esilarante. Di uno scienziato che ha una caratura mondiale con oltre 76.000 citazioni, se ne estrae una senza entrare nel merito, del resto non avevo dubbi. Mancava solo una citazione di Butac, iovaccino o del ginecologo-divulgatore scientifico, ma quello per intenderci che ha le caselle a zero ovunque è sarebbe stata l’apoteosi. Consiglio a questa ocasapiens, che di sapiens ha direi nulla, di leggersi il rapporto Signum è contare quante volte il suffisso “vaccin” compare. Con disistima.

    1. Esilarante, infatti.
      Non ho estratto nessuna citazione di Shoenfeld e vaccin non è un suffisso.
      I volontari iper-vaccinati delle Ong internazionali si rassicurino: certi vaccini fanno star male a volte anche per un paio di settimane ma funzionano come previsto. Il rapporto Signum riguarda l’esposizione all’uranio impoverito e “altri elementi potenzialmente tossici” dei soldati in Iraq. A p. 130 dice:
      Non sembra appropriato l’uso di trial vaccinali con più di 5 diversi cicli nei rari soggetti dai genotipi di rischio OGG1/GTSM1 combinati
      Una variante di quei due geni, presente in circa il 3-5% della popolazione, aumenta l’ossidazione del DNA sopratutto nei fumatori e in chi fa certi tipi di lavoro senza le dovute protezioni.
      A p. 131 è spiegato che “di per sé” (se non si fuma, se non si viene esposti a certe resine, sostanze ignifughe, pesticidi ecc.)
      un incremento di alterazioni ossidative non costituisce un fattore di rischio per le patologie oncologiche e cronico-degenerative
      perché sono alterazioni “silenti” – stanno sugli introni, quindi non modificano l’espressione dei geni – che vengono “rimosse efficacemente dai sistemi di riparo”.

  13. Ho dei dubbi sulla nota N.1, quando i dice che il 99.9% della comunità scientifica è d’accordo con l’utilità delle vaccinazioni. Da dove è stato preso questo dato? E’ stata fatta una ricerca? Con quali criteri?
    Visto che è risaputo che i medici italiani non si vaccinano (siamo intorno al 15%), la mia domanda è: i medici italiani rientrano nella definizione di comunità scientifica?
    Grazie
    Davide Brioschi

    1. Davide Brioschi,
      l’utilità delle vaccinazioni
      Così dicono le istituzioni sanitarie e le associazioni di specialisti in tutto il mondo, dagli epidemiologi agli economisti (sul sito dell’OMS, trova le vaccinazioni ritenute indispensabili da ogni paese membro).
      Il criterio sta nel trovarne una che sostenga il contrario, ma finora tutte chiedono di aumentare le vaccinazioni.
      i medici italiani rientrano nella definizione di comunità scientifica?
      quelli che fanno ricerca scientifica sì, ci mancherebbe!

  14. Signora Ocasapiens oltre a sembrare una strega delle più inguardabili in quanto la cattiveria umana spesso trapela anche dalla fisionomia, lei sta importunando genitori che hanno visto i loro figli rovinarti per sempre dalle vaccinazioni. Non sono uno su un milione ma anche fossero lei manca di rispetto. Si vede che è un essere inacidito e rancoroso che cerca di imporre a chi giudica inferiore, inesperto o non qualificato come aver cura dei propri cari…si rassegni, c’è gente come la sottoscritta contraria ad ogni obbligo sanitario persino nell’ambito della curatela nei confronti dei minori, disposta alla morte anche qualora una autorità ponesse in atto la “sospensione della custodia genitoriale”. Sono libera e siamo liberi di non avere fiducia nella comnità scientifica che libera non è, e rifiutiamo le vaccinazioni pure se fosse Einstein a raccomandarle. Non esiste solo la scienza, “signora”, finché non si maltratta un figlio intenzionalmente in un paese libero un genitore deve essere libero anche di rifiutare che la chemio o altre torture vengano imposte ai propri da assassini in camice, e li stimo in questo modo, che si spacciano per salvatori di vite ma eseguano solo “protezione corpi”. Esiste la libertà di culto e sempre più persone seguono culti che rifiutano la scienza nel mondo occidentale. Questa scienza di merda che sta assurgendo a dittatura. Lei è un essere esecrabile. Mi denunci, tanto non ho beni ne’ residenza.

  15. Scrivo per rettificare alcuni dati riportati in questo post dall’autrice.
    PubMed non è la migliore fonte per poter fare questo tipo di analisi bibliometriche. Da una ricerca su Web Of Science (database a pagamento gestito da Clarivate Analytics che permette di fare diverse analisi basate sulle citazioni di articoli scientifici; per una descrizione e affidabilità del database nota a tutti i ricercatori del mondo si può leggere la voce di Wikipedia qui https://en.wikipedia.org/wiki/Web_of_Science), risulta che le citazioni in lavori peer-reviewed per il lavoro di Shoenfeld “‘ASIA’–autoimmune/inflammatory syndrome induced by adjuvants” sono 320 (circa 6 volti quelle “trovate” dall’autrice e risulta uno tra gli “highly cited papers” nel database) e se togliamo le autocitazioni, le rimanenti ammontano a 231 (circa 5 volte quelle “trovate” dall’autrice). Viene da chiedersi con che metodo abbia fatto la ricerca l’autrice. Tra questi 231 studi che citano la ricerca incriminata di Shoenfeld, nella lista ordinata per citazioni ricevute nessuno tra i primi 60 confuta l’esistenza della sindrome descritta da Shoenfeld (ASIA). Anche qui l’autrice tira fuori dal cilindro dei numeri curiosi perché sulle 57 citazioni “trovate” si afferma che 50 (88%) confutino l’esistenza di ASIA.
    Visti i risultati della mia prima ricerca non ho fatto lo stesso mero esercizio computazionale per il secondo articolo immaginando altrettanto simili discrepanze (eufemismo).
    Mi chiedo quindi su quali basi si eserciti la libertà di critica verso qualcuno o sue ricerche. Non dubito della buona fede di nessuno a priori ma c’è da chiedersi con qual intenti l’autrice abbia voluto impostare questo post.
    Cordiali saluti

    1. Leonardo Vignoli,
      ritengo che non tutti i lettori di questo blog abbiano accesso a Clarivate. Per questo motivo ho usato PubMed, così oggi tutti possono controllare se è vero che su PubMed le citazioni di quella rassegna sul Journal of Autoimmunity sono 73.
      Allo stesso modo, tutti possono cercare e contare le pubblicazioni che mettono in dubbio l’esistenza e la definizione stessa di una “sindrome di Shoenfeld”. E magari leggere questa in open access, uscita qualche mese dopo il mio post.
      Mi chiedo quindi su quali basi si eserciti la libertà di critica verso qualcuno o sue ricerche.
      Be’, finché la libertà di criticare non sarà riservata per legge agli accademici, sulle basi accessibili a tutti i cittadini interessati alla sicurezza dei vaccini: questa per esempio.
      c’è da chiedersi con qual intenti l’autrice abbia voluto impostare questo post.
      Gli intenti sono nel post. In sintesi: le rassegne sono più citate degli articoli che riferiscono risultati sperimentali, ma non tutti gli indici bibliometrici ne tengono conto.
      Mi potrebbe indicare il motivo per cui il mio commento precedente non è pubblicato?
      Wordpress sospende automaticamente i nuovi IP finché non li libero manualmente.
      Ho una domanda anch’io: lei crede davvero che tutti i disturbi e tutte le patologie raggruppate sotto il nome di ASIA siano causate dall’alluminio dei vaccini?

  16. Mi potrebbe indicare il motivo per cui il mio commento precedente non è pubblicato? dallo stato “in attesa di modarazione” è scomparso

  17. Oca sapiens,
    in riferimento alla sua gentile risposta, comincerei dalla sua ultima richiesta perché paradigmatica di un diffuso modo di disquisire di materie sulle quali non abbiamo la minima competenza. Lei chiede il mio parere su una questione (lei crede davvero che tutti i disturbi e tutte le patologie raggruppate sotto il nome di ASIA siano causate dall’alluminio dei vaccini?) (i) che non rappresenta la posizione neanche di Shoenfeld che ha descritto la sindrome per la quale riporta una pletora di possibili trigger, e (ii) sulla quale io non ho la benché minima capacità di esprimere una mia opinione. L’immunologia è una scienza decisamente complessa sulla quale la libertà di critica non solo dovrebbe essere riservata agli accademici (in buona fede aggiungo), ma essere esclusiva degli immunologi (solo quelli senza conflitti di interesse). Io posso meramente propendere per l’una o l’altra posizione dell’immunologo X o dell’immunologo Y secondo coscienza, conoscenza, religione o gusto.
    Io sono un ricercatore biologo con alta formazione e insegno da anni in un corso di laurea di materie biologiche ma oltre a leggere articoli di immunologia sperando di comprenderne il messaggio principale non ho la minima pretesa di contestare i dati in essi presentati né tanto meno pensare di produrre mie originali idee al riguardo.
    Tornando alla sua analisi bibliometrica, lei insiste con la ricerca sul database di Pubmed perché sostiene che è accessibile a tutti nonostante le abbia dimostrato che sia del tutto incompleta e quindi fallace nel dimostrare la sua tesi che la maggior parte delle citazioni del lavoro di Shoenfeld siano rassegne che confutano (o presumono di confutare) l’esistenza di una sindrome ASIA. Le ho altresì confutato la sua tesi con dati affidabili calcolati direttamente sul sito di WOS. Allora mi chiedo perché non restare sul database di Scholar che senza dubbio è più esaustivo considerando qualsiasi fonte. Tale esaustività dovrebbe essere bi-partizan per i detrattori o i favorevoli alle teorie di Shoenfled. Su quei risultati si facciano i calcoli e vedrà che uscirà fuori esattamente quanto le ho mostrato con il database di WOS.
    Ho letto con interesse il lavoro che suggerisce tra le ricerche che confutano l’esistenza di una sindrome ASIA. Mi meraviglia che un’attenta cronista della ricerca scientifica quale la ritengo non abbia contestualmente evidenziato che tale pubblicazione (una review senza elementi sperimentali originali) ha ricevuto immediatamente due repliche indipendenti pubblicate dalla medesima rivista che ne criticano fortemente parte del contenuto ma anche l’impostazione (una delle due repliche titola “Refutation is a strong word for partial evidence in ASIA”). Gli autori della rassegna critica hanno poi anche controreplicato. Poiché le due repliche non sono open access le riporto un estratto molto interessante sul dosaggio dell’alluminio che rappresenta una delle maggiori critiche:
    “Moreover, Ameratunga et al pointed out that ‘‘100 times the dose of aluminum contained in 3 hepatitis vaccinations’’ was intradermally injectedto the patients. This is the exact contrary of a massive argument against aluminum hydroxide toxicity because the dose-response curve of aluminum hydroxide neurotoxicity indicates that low doses of the adjuvant are selectively associated with aluminum translocation to brain and neurobehavioral changes 6 months after injections in mice. In contrast, the highest doses, forming large adjuvant aggregates remaining trapped at the periphery, were nontoxic. Thus the dose does not ‘‘make the poison’’ in case of aluminum adjuvants.” tratto da Crepeaux et al. J ALLERGY CLIN IMMUNOL PRACT
    MARCH–APRIL 2018.
    Cordiali saluti

  18. L. Vignoli,
    ho visto il suo commento solo oggi.
    Avevo suggerito una rassegna perché – come dice la parola – passa in rassegna le ricerche esistenti – e sopratutto perché è open access così come i commenti e le repliche degli autori, elencate nella colonna di sinistra.
    Stranamente, lei non sembra aver visto la replica di Ameratunga et al.

    tutti,
    Scholar non fa distinzione tra pubblicazioni scientifiche e non. A differenza di WoS, PubMed è accessibile gratuitamente – come questo blog. Significa che disponete delle stesse informazioni che ho usato io e potete verificare quello che ho scritto (e correggermi, grazie in anticipo).
    Mi sembra il minimo della correttezza, visto che vi raccomando sempre di non credermi sulla parola.

    1. Marta,
      se vuole contestare delle diagnosi, per favore lo faccia con i suoi medici curanti, non sui blog dove ognuno inventa quello che gli pare.

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