Le Oche e la sicurezza alimentare

Cari orecchietti di radiopop,
con noi – malgrado lo  sciopero dei mezzi pubblici – c’è Michele Salvan del comitato scientifico ochesco e di Scienze agrarie alla Statale. Ci aiuta a intervistare Massimo Labra che insegna biologia vegetale alla Bicocca, dove ha creato lo ZooPlant Lab con Maurizio Casiraghi, e adesso coordina un progetto molto ambizioso.

Si chiama SASS (Sistemi Alimentari e Sviluppo Sostenibile), è finanziato con 2 milioni dal MIUR, ci partecipano la Cattolica, l’università di Pavia, quella di Scienze Gastronomiche a Pollenzo, lo European Centre for Development Policy Management di Maastricht, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, il Milan Center for Food Policy, la FAO, Bioversity International, la Nelson Mandela University e un sacco di altri.
Che sia una bella eredità dell’Expo? (sì)

Partirà dalla biodiversità delle specie alimentari in Africa subsahariana per mappare e studiare come arrivano dalla produzione al consumo, cercare come rendere i processi più efficienti mentre la popolazione aumenta e il clima sta cambiando – come sapete dal dramma di una siccità che non finisce più.

A proposito di siccità, Michele e Giacomo hanno preparato una rassegna di ricerche come contributo alla bibliografia del progetto SASS.

poscritto, eccola

  • E. Shtull-Trauring et al. (2016) Integrating High Resolution Water Footprint and GIS for Promoting Water Efficiency in the Agricultural Sector: A Case Study of Plantation Crops in the Jordan Valley, Front. Plant Sci. 7:1877
  • A. Reznik et al. (2017) Economic implications of agricultural reuse of treated wastewater in Israel: A statewide long term perspective, Ecological Economics 135, 222-233
  • R. Lugassi et al. (2017) Studying Vegetation Salinity: From the Field View to a Satellite-Based Perspective, Remote Sensing 9, 122

Intervallo musicale

Restiamo nella biodiversità e nella sicurezza alimentare con un articolo di Angewandte Chemie  ci ha incuriositi.
Paola Valentini, Andrea Galimberti, Valerio Mezzasalma, Fabrizio De Mattia, Maurizio Casiraghi e Massimo Labra di prima, e Pier Paolo Pompa hanno inventato il NanoTracer: se abbiamo capito bene, legge “il codice a barre del DNA“, pochi pezzi di geni che sono la carta di (bio)identità, rilasciata dal Consortium for the Barcoding Of Life, di una specie e solo di quella.
In pratica il Nanotracer legge il DNA dei bastoncini surgelati e rivela in meno di tre ore se son fatti con il pesce scritto sulla confezione, o il DNA dello zafferano in polvere e rivela con quanto zafferano finto è stato mischiato. Pare che sia veloce e semplicissimo da usare.

Come funziona? Ci si può fidare? Farne uno per i consumatori, no? chiediamo a Pier Paolo Pompa che dirige il gruppo di ricerca sulle nanobiointerazioni e la nanodiagnostica dell’Istituto Italiano di Tecnologia, a Genova.

Finiamo con le news che ci stanno, a cominciare dalle coppie di fotoni entangled mandati dal satellite cinese Mozi (un filosofo del V secolo a. C.) a due “stazioni” a terra distanti 1.200 km l’una dall’altra, i risultati della trasmissione – una prima mondiale – sono pubblicati oggi su Science.

In onda dalle 10.35 alle 11.25 sui 107,6 FM o in streaming o in podcast dopo. Per dirci se abbiamo sbagliato qualcosa FaceBook e mail oche at radiopopolare.it