"A casa loro"

L’International Journal of Public Health di agosto è dedicato all’impatto delle guerre sulla salute delle popolazioni locali e dei profughi nel “Mediterraneo orientale” in senso lato, comprende Sudan, Somalia e Afghanistan. È un’appendice al Global Burden of Disease uscito due anni fa.

I papers sono in open access e ci sono riassunti sul sito dell’Institute for Health Metrics and Evaluation. Le stime sono molto incerte e susciteranno critiche – raccogliere dati “robusti” è impossibile – ma la “violenza endemica” non si può negare:

Suicide, homicide, and sexual assault are increasing much faster in the Eastern Mediterranean Region than any other region in the world… These violent acts accounted for 1.4 million deaths in 2015 in the region, on top of the deaths from wars, which added another 144,000.

Oltre alle vittime di malattie non curate  per via della carenza di medici, altre sono causate dalla loro impreparazione:

This is the first GBD study to examine trends of HIV/AIDS-related mortality comprehensively in the region between 1990 and 2015. There was a 10-fold increase in HIV/AIDS mortality rates, with most of the cases occurring in three nations – Djibouti, Somalia, and Sudan.

[…] a recent survey in Iran found “stunning misconceptions” about HIV: only 20% of physicians admitted knowing how to manage patients whose sexual contacts included HIV-positive partners.

rif. anche Amy Maxmen su Nature.

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Da collegare all’aggiornamento dell’OMS sul colera nello Yemen – ancora nessun “corridoio umanitario” – alle dimissioni di Carla Del Ponte dalla Commissione ONU per la Siria, allo sterminio degli Yazidi che continua in Iraq ecc. E magari al fatto che le Ong stanno cercando di aiutarli a casa loro invece di vendere armi?