Amit, Letegabriel, Tsedal, B. Tinasu, Letekiros et al.

Su Scientific Reports, esce il primo paper firmato dai contadini e dalle contadine che hanno valutato 400 nuove varietà di grano, e non solo dai ricercatori che le hanno create e hanno organizzato l’esperimento.

foto: Matteo dell’Acqua

Insieme ai fitogenetisti dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna, dell’Università di Mekelle, del Sirinka Agricultural Research Center e di Bioversity International, Amit, Letegabriel, Tsedal, B. Tinasu, Letekiros et al. della “Comunità contadina Melfa e Workaye” pubblicano la terza puntata degli esperimenti di breeding partecipativo che si svolgono in Etiopia, ma non l’ultima:

the top ranking varieties identified in this experiment, including several landraces topping MVs, are being redistributed and grown in fields autonomously managed by smallholder farmers with a crowd-sourcing approach. By 2016, more than 900 individual households were reached in 24 villages. Focusing on a narrower set of wheat varieties on a broader collection of environments will advance our understanding of farmers’ perception of a wheat genotype value, helping to address the local needs of smallholder agriculture.

Complimenti a tutti. Nella quarta puntata, l’elenco delle firme sarà più lungo del testo?
Per la valutazione dei fenotipi, il tratto più importante è la “precocità”, e mi sembra così non solo in Etiopia o in Africa (mi vengono in mente India e Pakistan, ovviamente, ma anche la Bolivia e altri paesi andini dove i ghiacciai stanno scomparendo). D’altronde Amit et al. scrivono:

Smallholder farms account for most part of the African farming system, engaging millions of people whose subsistence depends on low-yielding agriculture exposed to increasingly erratic precipitations and climate change.

In bibliografia Salvatore Ceccarelli e Stefania Grando fanno la parte del leone. What’s not to like…

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Girano voci di una fusione tra stelle di neutroni, e quindi di un nuovo tipo di onda gravitazionale osservata da LIGO e forse Virgo, ma i due gruppi confermano solo a metà, scrive Davide Castelvecchi su Nature (h/t Andrea I.)

The LIGO–Virgo collaboration posted its top-level update, saying: “Some promising gravitational-wave candidates have been identified in data from both LIGO and Virgo during our preliminary analysis, and we have shared what we currently know with astronomical observing partners. We are working hard to assure that the candidates are valid gravitational-wave events, and it will require time to establish the level of confidence needed to bring any results to the scientific community and the greater public. We will let you know as soon we have information ready to share.”

Heavens above! Si saran mica scontrate le due pulsar relativistiche di Marta Burgay, Andrea Possenti e Nico D’Amico?

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Il DoE non  accetta proposte di ricerche con  il termine “climate change”, perché non rispetta “the President’s budget language restrictions.”

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Se Liz Blackburn non riesce a farla finita con le discriminazioni del Salk Institute, non ci riuscirà nessuno…

4 commenti

  1. @Laureti: E’ difficile spiegare le misure in LIGO (onde gravitazionali) senza relativita’ generale e gravita’ che si riduce quindi alla forza di Newton.
    Le prove per la relativita’ sono schiaccianti. I GPS funzionano a meraviglia, mi pare proprio. Oggi inoltre abbiamo anche le conferme di LIGO:
    https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/db/LIGO_measurement_of_gravitational_waves.svg/1211px-LIGO_measurement_of_gravitational_waves.svg.png
    (in grigio il calcolo, in linee la misura)
    E’ pero’ difficile spiegare le rotazioni delle galassie a spirale con la legge di Newton in base alla materia osservata:
    http://www.lhc-facts.ch/img/news2015/galaxyrotation.gif
    (A sx calcolo con Newton e materia oscura, a dx calcolo con materia oscura aggiunta).
    Inoltre nei Galaxy Cluster, gruppi di galassie, la gravitazione e’ osservata effettivamente.
    C’e’ molta gente che da tanto tempo cerca di modificare la gravitazione Newtoniana, lei non e’ l’unico a pensarci, si chiamano teorie MOND (MOdified Newtonian Dynamics). Ma non arrivano a spiegare bene tutto. Sia sopra che sotto. Dove spiegano una galassia, i cluster globulari. Dove spiegano i cluster, non spiegano l’universo…etc…
    Alla fine la tendenza attuale e’ assumere teoria MOND, CON con Dark Matter.
    Quindi la Dark Matter non e’ qualcosa che si mette a caso fra teorici ex machina, e’ una esigenza sperimentalmente comprovata.
    Sorgenti possibili sono ovviamente particelle: il modello standard prevede l’esistenza di assioni, che sono particelle massive. Non sono ancora stati direttamente rilevati, e questo potrebbe comprovare il loro peso e il loro scarso accoppiamento alla materia reale. Inoltre sappiamo benissimo che il modello standard non e’ completo, in quanto molte particelle non massive (o se massive, non chirali) nel modello standard non lo sono. Come il neutrino. Quindi DEVONO esserci altri accoppiamenti, e altre particelle. Che queste siano abbondanti, massive e giustifichino la Dark matter ovviamente non e’ detto, ma e’ plausibile.
    Il castello rimane in piedi abbastanza bene.
    Tanto quanto il fatto che nessuno abbia mai visto un nucleo con una lente di ingrandimento non implica che il nucleo non esista, o il fatto che nessuno sia mai stato sul Sole non implica che il Sole non sia caldo.
    Ricerca pura… mah… per me esiste solo ricerca. Poi c’e’ il cacciavitismo a caso.

  2. @ Andrea Idini
    E’ pero’ difficile spiegare le rotazioni delle galassie a spirale con la legge di Newton in base alla materia osservata:
    http://www.lhc-facts.ch/img/news2015/galaxyrotation.gif
    (A sx calcolo con Newton e materia oscura, a dx calcolo con materia oscura aggiunta).

    Scusa ma non sono sicuro di aver capito.
    Intendevi “A sx calcolo con Newton e *senza* materia oscura”?
    E, comunque, il movimento (piu’ o meno) corrispondente a quello osservato qual’e’?
    Quello di destra, vero?

  3. Bravo Hornbeck, Si’ a tutti e due.
    Diciamo cosi’, piu’ precisamente:
    http://www.lhc-facts.ch/img/news2015/galaxyrotation.gif
    A sx Newton e SENZA materia oscura, basandosi sul profilo di massa proveniente dalle stelle rappresentate. A dx il profilo di rotazione osservato.
    Tale profilo puo’ essere riprodotto O cambiando il profilo di massa O cambiando Newton.
    TUTTAVIA Cambiare Newton comporta moltissimi problemi negli altri comparti di cui ho parlato: relativita’ generale e sue manifestazioni sperimentali, come GPS, gravitational lensing e da poco onde gravitazionali.
    Inoltre non c’e’ attualmente una formulazione che soddisfa un cambiamento che sia applicabile e funzioni a tutti i casi. Ad esempio: se Newton va modificata a livello di Galassie a Spirale e cluster di galassie, uno deve spiegare come mai cluster globulari (che sono piccinini ma non cosi’ piccinini… 100 mila stelle circa) non vengano coinvolti.
    Infine, c’e’ una motivazione teorica piuttosto forte a giustificare la presenza di materia oscura.
    Scusate tantissimo Hornbeck e Laureti, sono ancora sfasato dal jet lag. Spero di non aver fatto altri strafalcioni in un argomento tanto delicato

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