Altra omeopatia quantistica

Avete sentito parlare del prof. Torello Lotti, il dermatologo dell’università di Firenze, una sorta di Ruggiero in versione cosmesi e forse meno cauto nel procurarsi clienti per alcuni prodotti. Dopo aver allungato i tempi del processo con ottimi avvocati, se l’era cavata un rimprovero e pochi spicci, mentre si consacrava all’editoria spennapolli della World Health Academy, in realtà il sito sul quale si auto-elogia un pensionato americano.

Da neo-professore all’università telematica Guglielmo Marconi di Roma, il Torello Lotti ha fondato la rivista truffaldina Global Dermatology a.k.a. GOD.
Giuro.
Non mi credete? Ve lo siete cercato:


Utile per chi vuol gonfiarsi il cv e farsi la réclame con “lavori scientifici” in inglish, come le altre riviste WHA, vivacchia negli interstizi del web, ha scoperto Smut Clyde, ‘tent’al rimmel.
Anni prima il Torello Lotti aveva fondato per la WHA una rivista concorrente, Journal of Pigmentary Disorders, che risulta appartenere al contempo al truffatore OMICS. Con il proprietario della WHA, il fondatore condivide

an interest in a Californian biomed stat-up company. If any dramatic results emerge from their research in rebranding existing hair-growth placebos in exciting new packaging, they will not lack for suitable journals to announce them.

Con Alessandro Pera, presidente delle Fondazioni Guna, condivide invece l’interesse per una versione dell’omeopatia che sta alla medicina come LENR alla fusione nucleare. In parole loro,

La Low Dose Medicine (LDM) nasce dalla biologia molecolare, dall’immunologia psico-neuro-endocrina e dalla fisica quantistica, e per quanto riguarda l’uso di basse dosi degli ingredienti attivi dei suoi farmaci, trae origine dalla tradizione storica dell’Omeopatia.

Bref, la solita acqua distillata e i soliti zuccheri sintetici venduti a peso d’oro, ammantate di parole in libertà certificate “accademiche” dalla prestigiosa università telematica, dove il condannato per peculato ha trovato una nuova cattedra. Tuttavia è stato licenziato di recente da OMICS che ha cambiato il nome della rivista da J. Pig Disorders in Dermatology and Dermatological Diseases. Forse, ipotizza Smut Clyde, la specializzazione omeoquantistica del Torello Lotti era di nicchia e limitava il mercato dei polli da spennare.

A me dispiace un po’ che sul sito della rivista ormai priva del suo fondatore, sia scomparso il programma di un evento che si teneva la settimana scorsa a Milano, mi sarebbe piaciuto sapere quali erano stati spennati per intervenire alla Conferenza Internazionale in Biologia della Pelle e Cura della Pelle.

*

Ve la ricordate la banda Tarantino-Finelli che si comprava su riviste spazzatura decine di pubblicazioni fatte di articoli rubati ad altri ricercatori? No, eh? Vi capisco, anch’io ho la mémoire qui flanche, per dirla con Jeanne Moreau, ogni tanto me la rinfrescano gli amici.
– Clicca qui, dicono.
Ma è una rivista seria, obietta l’oca che non vuol togliersi il rimmel per niente.
 Clicca, dai, c’è una sorpresa. 

2 commenti

  1. Omeopatia: acqua o zucchero venduti a peso d’oro perché ricorderebbero solo cose buone e salutari, e nel ricordarle, le trasmetterebbero al sofferente dietro adeguato esborso.
    Un business che supera quello dell’acqua santa, legalizzato nel nostro Paese – praticamente impunibile e quindi chi è il fesso che vi rinuncia?
    Omeopati patentati prendono la patente con apposita specializzazione universitaria – mica clandestini, sono medici a tutti gli effetti, con tanto di iscrizione all’albo e possibilità di far parte dei medici di base che, via SSN, possono essere i nostri medici di famiglia.
    Ed è tutto regolare e certificato, quindi non è una truffa perché è di Stato.

    1. CimPy,
      veramente secondo l’omeopatia quantistica psico-neuro-immunitaria detta “medicina umanistica Asklepiade”, basta prescrivere in remoto “acqua ‘impressionata’ da onde magnetiche. Con il Trasferimento Farmacologico Frequenziale le proprietà terapeutiche delle onde vengono teletrasportate nel paziente e lo guariscono. L’ha scoperto il dott. Massimo Citro nel 1990.
      L’aveva scoperto anche Jacques Benveniste, all’epoca il trasferimento avveniva via telefono.

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