Intelligenza artificiale

In rete sono inseguita da pubblicità per il modello Prophere, perché un algoritmo di Google ricorda che giorni fa ho letto del processo contro Adidas per bustarelle elargite in USA agli allenatori di pallacanestro? Quando scrivo di ciarlatanerie, succede spesso: per settimane mi compare l’intruglio letale di Marco “yogurt” Ruggiero.

Coincidenza, sul Guardian Dana Nuccitelli riassume il paper di Lewandowski, Ecker e Cook e sul Journal of Applied Research in Memory and Cognition sulle tecniche psicologiche per “Make Truth Great Again”, i commenti di nove sociologi e psicologi, e la risposta del trio – tutti dietro paywall.
Mouais…

Il trio suggerisce di creare un’Ong mondiale che dia un punteggio di veridicità alle notizie circolanti in rete, il che fa venire in mente il Ministero della Verità:

These independent rulings could then be conveyed via technology. For example, Facebook could flag an article that’s based on false information as an unreliable source, and Google could give more weight in returning factually accurate news and information at the top of its search results lists.

Ma a Facebook e Google non conviene. Il trio cita un’analisi (bozza gratis) di Gilens & Page sulla preferenza del “cittadino americano medio” (la maggioranza dei sondati) rispetto a quella di gruppi di interesse, per 1779 provvedimenti del governo tra il 1981 e il 2002. Scrive Dana:

The study found that while economic elites’ and business groups’ preferences often result in policy changes, public opinion has virtually no influence on policy outcomes.

Controlli sulla vendita delle armi, aborto, cambiamenti climatici, assicurazione sanitaria…

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Anche Fiona Harvey parlava di “Asylum applications respond to temperature fluctuations” uscito su Science prima di Natale. Missirian & Schlenker della Columbia University trovano una correlazione tra il numero delle richieste d’asilo nell’Unione Europea e la temperatura nei 103 paesi di provenienza durante la stagione della crescita delle coltivazioni nel periodo 2000-2014.

Mi sembra più corretto l’articolo di Kim Martineau su State of the Planet:

an increase of average global temperatures of 1.8 °C — an optimistic scenario in which carbon emissions flatten globally in the next few decades and then decline — would increase applications by 28 percent by 2100, translating into 98,000 extra applications to the EU each year. If carbon emissions continue on their current trajectory, with global temperatures rising by 2.6 °C to 4.8°C by 2100, applications could increase by 188 percent, leading to an extra 660,000 applications filed each year.

Con enormi margini di incertezza. Il “segnale” climatico è sommerso dal rumore di fondo di molte altre variabili: conflitti armati, (niente) assistenza statale, (non) riforme agrarie ecc. Capisco che sia difficile identificarlo, per decidere come migliorare la resa dell’agricoltura locale, e che non aiuti avere una media di paesi in situazioni così diverse – ma sembra quella richiesta dal Joint European Centre, che ha finanziato la ricerca, cioè dalla UE.

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Da Skeptical Science, Ari Jokimäki ammira la bibliografia del paper che Svensmark et al. su Nature Communications, che sembra essere sfuggito alla peer-review: mancano tutti gli articoli della collaborazione Cloud che hanno smentito la tesi di Svensmark che l’esperimento Cloud doveva confermare…

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Sempre sul Guardian, è uscita l’inchiesta di Holly Watt sulla centrale nucleare che EDF deve costruire a Hinkley Point insieme a una società cinese. Sarà gestita da EDF alla quale, per i primi 35 anni di attività, il governo ha garantito £92,50 per MWh, più l’inflazione. Quando il prezzo di mercato scenderà sotto quello garantito, i consumatori pagheranno la differenza:

The government estimates that the Hinkley top-up payments will cost consumers around £30bn over the course of the 35-year contract. One of the few figures on a comparable scale is the Brexit divorce bill.

Sul suo blog per Le Monde, Sylvestre Huet trovava ingannevole la dichiarazione del PoF sul nucleare:

«Donc ma position sur le nucléaire est à la fois très claire et très ambitieuse : nous allons descendre le plus vite possible vers 50% de nucléaire, mais à condition de ne pas émettre plus de gaz à effet de serre !».

[…] Enfin, il serait vraiment utile qu’Emmanuel Macron révèle au pays s’il veut ou non conserver ce socle de 50% de production nucléaire sur le long terme. Parce qu’une telle politique exige, pour être compatible avec les impératifs de la sûreté, des décisions sur le remplacement des plus vieux réacteurs au fur et à mesure de leur arrêt, sur l’industrie de construction des réacteurs et de l’approvisionnement en combustible ainsi que sur la gestion des déchets. Or, pour le moment, le silence gouvernemental est complet sur ces sujets.

2 commenti

  1. Cara Sylvie, una critica costruttiva.
    Il tuo sarcastico riferimento all’orwelliano Ministero della Verità, in relazione alla proposta di dare un punteggio di affidabilità a quel che circola in rete (v. prima parte di qs blog post), è del tutto inappropriato. La voce Wiki a cui tu stessa rimandi dice del Ministero di “1984”: “Questo ministero ha il compito di produrre tutto ciò che ha a che fare con l’informazione: propaganda di partito, editoria, programmi radiotelevisivi, ma anche ad esempio la letteratura. Oltre che di realizzarlo, questo ente si occupa anche di rettificarlo, ossia di riscriverlo, e di fatto anche falsificarlo, per renderlo conforme alle direttive e all’ideologia del partito”.
    Tra le ipotesi di Lewandowski, Ecker e Cook, c’è l’implementazione di sistemi per dare un’indicazione all’internauta sull’attendibilità (fattualità) delle notizie. Nessuno “produrrebbe” o “falsificherebbe” l’informazione.
    Chi abbia idee migliori per farci orientare per evitare le montagne di pattume prodotte dagli “scemi del villaggio globale” (grazie, Eco) o, molto peggio, dai venditori di olio di serpente o dagli spacciatori di ciarpame disinformativo di vario genere e generato da motivazioni non certo lodevoli, si faccia avanti!
    Che poi, come dici, a Facebook e Google non convenga, è altra faccenda.
    Critichina: va bene lasciare in inglese tante citazioni, però che chi non è poliglotta come te debba andarsi a cercare cosa significa “Mouais” o tante altre espressioni che usi qua e là, è un po’ stressante.
    Comunque lavori così tanto e così bene che ti perdoniamo tutto! – Mi permetto di usare il plurale perché immagino di esprimere il parere della stragrande maggioranza dei tuoi lettori 🙂
    Buon 2018!

    1. Buon anno anche te, Giovanni, grazie anche delle critiche – sì, dovrei tradurre tutto, ma sono pigra e ho anche lettori stranieri che mi danno una mano…
      Mi riferivo a questo:
      One key idea involves the establishment of an international non-governmental organization that would create a rating system for disinformation …
      L’Ong mi ha fatto venire in mente il Ministero della Verità, un Ente supremo al quale viene delegata una valutazione – tramite un’IA? – che ognuno di noi dovrebbe dare. Non ho idee migliori, ma mi sembra un buon bersaglio per i complottisti. E poi mi piace che i debunker – istituzioni, cittadini – siano tanti e difendano la fattualità da punti di vista diversi.

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