Un aspirapolvere alto 500 metri

Su Nature, c’è un reportage di David Cyranovski sulla “ciminiera” sperimentale  ad energia solare, alta 50 metri costruita a Xian, una delle aree metropolitane con oltre 12 milioni di abitanti nel nord-est della Cina. Aspira l’aria, ne filtra il PM2,5 e la riemette. Attorno, nelle due settimane di prove in gennaio, i sensori avrebbero misurato un 19% di PM 2,5 in meno.

The prototype, built with US$ 2 million in funding from the provincial government, has also caught the attention of the president of the Chinese Academy of Sciences, Bai Chunli, who visited the site last month. Cao says Chinese leaders are eager for innovative solutions to air pollution because it creates such a widespread public-health problem.

Cao Junji, un chimico del Laboratorio per la chimica e la fisica degli aerosol dell’Accademia delle scienza, a Xian,  sta progettando un’altra ciminiera da 300 m, ma pensa che per aver un effetto, ne servirebbero mezza dozzina in città, meglio se alte 500 m. Comunque non basterebbero a ridurre in modo significativo l’inquinamento e le sue vittime.

But the technology has its sceptics, who say that there are much cheaper ways to reduce air pollution.

Sarei scettica anch’io.

Neil Donahue, who studies atmospheric particles at Carnegie Mellon University in Pittsburgh, Pennsylvania, […] wonders whether the benefits will be worth the environmental damage caused by building and running such facilities. “I would like to see an assessment of the power and resource use for the filtration,” he says. Turning the same amount of power into clean electricity, or not emitting the pollution in the first place, might achieve the same goal of reducing pollution.

Magari la tecnologia migliora, ma somiglia tanto ai sistemi che dovrebbero rimuovere la plastica dagli oceani. Sa un po’ di disperazione.

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Non solo Elsevier
Oncotarget è una rivista spennapolli bi-settimanale, non più indicizzata da Medline (la parte più affidabile di PubMed) da agosto, abbandonata il 15 gennaio anche da Clarivate e ormai senza impact factor. Sta nella lista di Beall dal 2015 per via di una peer-review “molto discutibile” (1), la decisione di Medline è stata riportata dalle riviste, ma i ricercatori hanno continuato a mandarci articoli. Retraction Watch ha contattato parecchi autori di quelli usciti

 in the January 26 issue, the seventh issue published in 2018. […] Many are based at leading institutions around the world; all had submitted their manuscripts months ago.

Cadono tutti dalle nuvole.

Marco Demaria of the University Medical Center Groningen in The Netherlands, whose gene therapy paper was submitted in the beginning of November, said he was “definitely” concerned that his paper wouldn’t be indexed by Clarivate:

Knowing this I would have not submitted to Oncotarget…I would not submit again. 

He said he didn’t know the journal had been removed from MEDLINE when he submitted, either:

I know both editors-in-chief and I was trusting their interest in the publishing world.

I due direttori sono il defilato Andrei Gudkov e Mikhail Blagosklonny, uno dalla minaccia facile sotto nick multipli che indica come affiliazione un ente di ricerca dove non lavora più dal 2016.

(1) Come Oncoscience, AgingGenes & Cancer, le altre riviste open access della Rapamycin Press (Blagosklonny crede che la rapamicina curi l’invecchiamento, l’autismo e una trentina di patologie, la “comunità scientifica” non è d’accordo) e della Impact Press, Oncotarget ha una “peer-review” che accetta una bozza in 48 ore e quindi non esiste. Una seconda richiede 2 settimane e a volte è compiacente, gli autori possono scegliersi i revisori, e una terza sembra vera.

Alcuni moltiplicano sia le autocitazioni che le citazioni di paper usciti sulla stessa rivista. Così ne gonfiano l’impact factor e insieme il proprio citation index. Inoltre

these journals are used by their respective editors-in-chief to entice prospective authors to include references to Blagosklonny’s own publications in their articles (following the peer review), thereby raising his personal citation impact.

C’è uno sconto se ci cita il boss, poi lui si rifà con la terapia della rapamicina?

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LOL FuF 
Lo Sceicco della Brianza chiede ai fedeli di battezzare la settima versione dell’E-cat, e li rassicura: non sostituirà le precedenti prodotte a centinaia di migliaia/anno nella sua secret factory in Florida dal giugno 2011.

we have found the way to make reverse engineering impossible. Believe me: impossible.

Warm Regards,

A.R.

10 commenti

  1. Porcapaletta, questa di Oncotarget non la sapevo e quel che più mi dispiace è che alcuni miei co-autori
    abbiano di recente sottomesso un articolo.
    Comunque sulla loro home page riportano un IF = 5.168 ad ottobre 2017 …
    “In October of 2017, Clarivate Analytics (owner of the Web of Science index)
    honored Oncotarget as one of the 14 “rising star” journals for 2017. ”
    “http://www.oncotarget.com/index.php?journal=oncotarget”

    1. Hydra viridis,
      mi spiace per i co-autori, ma guardare sulla lista di Beall no?
      Da quello che ho capito, Clarivate ha onorato Oncotarget per l’impennata delle citazioni poi ha saputo che Medline l’aveva mollata e scoperto that somebody was gaming the system.

  2. @ocasapiens:”mi spiace per i co-autori, ma guardare sulla lista di Beall no?”
    Purtroppo a volte ci si fida delle proposte dei propri co-autori… sigh

  3. Signora Oca,
    il link ai “sistemi che dovrebbero rimuovere la plastica dagli oceani” rimanda a un rendering bellissimo! Bello quasi quanto quello del molto elogiato Kitegen! Vedo molte somiglianze! Scusi la raffica di punti esclamativi! ma quando ce vo’ ce vo’!
    Credo che abbiano grandissimo bisogno di un Web Reputation Agent, almeno quanto io ho bisogno di lavorare, e nel curriculum ciò la Campagna Kitegen! Grandissimo successo! Nel futuro, naturalmente!
    Sono così eccitato che mi è già partito l’embolo emetico!
    E chi mi parlerà
    dei sistemi di ancoraggio
    che solo per pensarli
    ci vuole un gran coraag-giooo
    e quella rete poi
    con le catene appese
    che per far cento metri
    ci mette almeno un mee-see

  4. Eh, Signora Oca,
    io cerco ispirazione ovunque, ma questo che dice Lei non mi suscita proprio nessun conato perché è una normale pompa elettrica … unico spunto forse nel modo di quantificare l’energia elettrica necessaria a farla funzionare, indicata in dollari.
    ?
    In dollari, sì. “Currently the water pump energy consumption is around 1$.
    ??
    Secondo il “Malleum Bufalorum”, è vero, toppare le unità di misura è parecchio indicativo, è vero,
    ???
    Indicativo di bufala, naturalmente, anche se in questo caso mi sembra, è vero, che sotto certi aspetti si potrebbe, è vero, sentirsi portat* a ritenere di non dover escludere che si tratti un falso positivo.
    E quindi, niente, continuerò a cercare impiego, intanto che aspetto di riscuotere il pregresso dal mio ex- Committente.
    Saluti instancabili.
    UWRA ecc

  5. Signora Oca, sono mortificato nel segnalare che Repubblica punto it -contrariamente alle mie indicazioni- prende sul serio l’Organizzazione Ocean Cleanup [1], che secondo me è un (riuscito, pare) tentativo di chiappare dei citrulli (in realtà, il tentativo non mira tanto, a mio avviso, a chiappare i citrulli, quanto i loro quattrini).
    Devo ammettere che il mio Baloney Detection Kit ha fatto cilecca?
    Saluti sconcertati.
    H
    —————————
    1: http://www.repubblica.it/ambiente/2018/03/22/news/l_isola_di_plastica_del_pacifico_e_sempre_piu_enorme-191962940/

    1. Hortensio,
      Già, anche sul Guardian
      Il paper sa di réclame per la loro futura tecnologia, succede spesso su Scientific Reports. Con una statistica meno tirata per i cappelli, una stima 16 volte maggiore delle precedenti usciva su una rivista seria – secondo me.
      Al suo posto non mi lascerei sconcertare, è in buona compagnia.

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