"Global warming has begun," trent'anni dopo

Il riscaldamento globale è iniziato, titolava il New York Times. “L’effetto serra è qui,” diceva Jim Hansen nella sua testimonianza al Senato, il 23 giugno 1988. Anticipava le simulazioni del primo Global circulation model (GCM), costruito dal suo gruppo al GISS-NASA, pubblicato in agosto sulle Geophys. Res. Lett. Atmosphere.

Per le emissioni di sostanze climalteranti, usava tre scenari che semplificavano di brutto: A, avanti a tutto gas; B, avanti con ripensamento tardivo; C, frenata subito.
D’altronde non esistevano dati con i quali stimare le emissioni di aerosol “rinfrescanti” causate dallo sviluppo industriale in Cina che sarebbe iniziato dopo il 1989. O l’eliminazione dei CFC dal potente effetto serra, prevista dal protocollo di Montreal. E non c’erano ancora i computer sui quali far girare in poco tempo decine di sotto-modelli imbricati gli uni negli altri e stipati in quello globale.

Grazie alla campagna di disinformazione lanciata da BigOil in risposta alla sua testimonianza, in USA il modello è altrettanto noto della mazza da hockey, e ancora più frainteso. Ogni tanto Real Climate lo spiegava e e confrontava le sue proiezioni a trent’anni con le emissioni e le temperature osservate.

In tempi di trumpismo e con Jim “avanzo di galera” Hansen sempre più incavolato con i politici di qualunque partito, i confronti si sono moltiplicati. Va detto che è più facile: in 30 anni la forzante antropica del risc. glob. dovrebbe uscire bella chiara dalla variabilità naturale delle temperature .

Il talento di Mr. Hansen
Refrain di Jason George Box (h/t Steph): tutti i modelli sono sbagliati, ma alcuni sono utili. Per fare proiezioni affidabili devono essere “skilled”, avere talento. Per apprezzarlo, conviene sapere cosa sono o si rischia “il mio bambino è più bravo” davanti alle Demoiselles d’Avignon.

Trascuro le falsificazioni di Pat Michaels, Ryan Maue e altri bigoilisti, ricopiate da Alberto Martinetti  e vari globalcoolisti nostrani. Sono già state demolite da Zeke Hausfather, Climate CentralDana Nuccitelli che sul Guardian ricalcola la temperatura simulata dallo scenario B con le emissioni al netto dei CFC

Scenario B from Hansenâ??s 1988 paper, with the trend reduced by 27% to reflect the actual radiative forcing from 1984 to 2017, compared to global surface temperature data from Cowtan & Way. 

grande formato

Per chi vuol sapere come funziona un modello e come interpretarne i risultati, conviene leggere anche

  • “No, Hansen wasn’t wrong!”, Ken Rice, aTTP
  • “He got it right,” Michael Mann, Andrew Dessler, Stefan Rahmstorf et al. sotto il video di Yale-Climate Connections
  • “The first transient climate projections using GCMs are 30 years old this year, and they have stood up remarkably well,” Gavin Schmidt, Real Climate, e il suo grafico animato  proiezioni vs. realtà
  • “This was a remarkable achievement,” Nick Stokes, Moyhu, con link ai suoi confronti precedenti e i soliti grafici interattivi
  • “Global Warming: Told You So”, Tamino
  • “Hansen’s warning was prescient and his predictions were scarily accurate,” Eric Holthaus, Grist, che raccoglie i pareri e le speranze di dieci climatologi
  • “It was Hansen’s testimony – made on a sweltering summer’s day during then the hottest year on record” (per via del Niño) – that put climate change on the front page of newspapers”, Peter HannamSydney Morning Herald

Semmai aggiungo.

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La settimana scorsa Jim Hansen e Veerabhadran Ramanathan hanno ricevuto il premio Tang

for Sounding the Alarm on Climate Change and Impact of Air Pollution

Bell’articolo di Anna Molinari, che era a Trento con Michael Mann.

2 commenti

  1. Bel post, ci voleva. Refuso sul refrain “tutti i modelli…”: se alludi al matematico statistico, è George P. Box; Jason è il glaciologo 😀

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