And the law won

Sarebbe stato interessante vedere per quanto tempo il ministro degli Interni riusciva a sfidare il ridicolo chiudendo i porti a una nave della Guardia di Finanza – se nell’ultimo mese 600 persone non fossero morte nel Mediterraneo.
He fought the law e questa volta ha vinto la legge, rif. Costituzione art. 3, 10, 13 e 26 (tanto per cominciare, preciso per AleD e altri che non ne avessero mai sentito parlare).

Agg. Sul “rispetto delle leggi”, rif. anche l’intervista all’ammiraglio Alessandro sull’Avvenire, segnalata da Riccardo Reitano.

La cosa interessante, trovo, è che ieri cinque paesi UE* abbiano applicato gli accordi di Dublino per i casi di emergenza. Pochi, ma si può sempre sperare che un giorno convinceranno gli altri a “riformarli” come le Ong chiedono da decenni, per gestire i flussi. Senza troppe illusioni, il “mini-vertice” di Berlino ha prodotto aria fritta

  • È necessario trovare un consenso sul regolamento Dublino per riformarlo sulla base di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà, tenendo conto delle persone sbarcate a seguito di operazioni di ricerca e soccorso. È altresì necessario un ulteriore esame della proposta sulle procedure di asilo.

E invita a finanziare di più non si sa né chi né cosa in paesi dove i diritti umani non esistono. Nel frattempo l’UNHCR non riceve i fondi promessi per i rifugiati siriani in Medioriente:

  • Total requirements for 2018 are set at US$5.6 billion, but as of the end of March the UN-led appeal was only 27 per cent funded, leaving a US$4.1 billion shortfall.

*Non che la Francia sia diventata improvvisamente terre d’accueil perché i black-blanc-beur hanno di nuovo vinto i Mondiali.

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A proposito di stranieri, questa notizia mi ha fatto ridere

3 commenti

  1. La cosa più ridicola è stata chiedere alla Guardia Costiera di non rispondere alle richieste di soccorso, costringendo il Comandante del corpo a rispondere “scordatelo”.
    Credo che il risultato più rilevante di questa gestione sia quello di far smuovere i nervi alla Guardia Costiera. in primis (penultima domanda), e poi ad armatori, Finanza, Frontex, EUNAVFORMED e chiunque si trovi a bazzicare in quel tratto di mare.
    P.S.: l’UNHCR e l’IOM non ricevono i fondi promessi per il Chad, il Sudan, il Niger, etc.


  2. Le ONG dovrebbero poter utilizzare i porti sicuri più vicini per le operazioni di soccorso, compresi sbarchi e rifornimenti.

    Visto che la navi delle ong son li per girovagare perché questa insistenza nel voler applicare il “più vicini”? Che si attrezzino con più navi (i soldi escono quando c’è bisogno di farli uscire…) e distribuiscano le consegne di conseguenza. A quando qualche spot in tv per raccogliere fondi?

    1. Riccardo,
      “Scordatelo” me lo ricordo. Certo che per arrivare a quel livello d’incompetenza, bisogna cominciare ad allenarsi da giovani…
      Bella intervista, grazie, aggiungo il link sopra.
      UNHCR: già poi si lamentano perché mancano i centri per le richieste d’asilo.

      Come tutti sanno meno AleD, le Ong
      – rispettano le leggi, non le scrivono (se non gli piacciono quelle vigenti in Italia, può “fare le valige” ed emigrare);
      – quando e dove possono, fanno spot in tv per raccogliere fondi con i quali tentare di tutelare i diritti umani – come previsto dalle leggi dove i governi non lo fanno;
      – non hanno navi che “sono lì per girovagare”, il loro comandante non decide il porto di destinazione, glielo assegna l’autorità deputa dal governo

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