O's digest – Attacco alla verdura

Da Science,
– Il report di Philip Curtis del Sustainability Consortium et al. sulla deforestazione tra il 2001 e il 2015:

27% of global forest loss can be attributed to deforestation through permanent land use change for commodity production. The remaining areas maintained the same land use over 15 years; in those areas, loss was attributed to forestry (26%), shifting agriculture (24%), and wildfire (23%). Despite corporate commitments, the rate of commodity-driven deforestation has not declined. To end deforestation, companies must eliminate 5 million hectares of conversion from supply chains each year.

–  Nell’articolo successivo, Masatsugu Toyota et al. studiano l’Arabidopsis thaliana, non gli alberi. La parte interessante è la tecnica che hanno messo a punto, ma l’abstract è divertente:

The amino acid glutamate acts as an excitatory neurotransmitter in the vertebrate central nervous system, facilitating long-range information exchange via activation of glutamate receptor channels. Similarly, plants sense local signals, such as herbivore attack, and transmit this information throughout the plant body to rapidly activate defense responses in undamaged parts.

Non so voi, ma io ho subito associato il vertebrato erbivoro a una mucca davanti a una pianta improvvisamente corrazzata. In pratica, le foglie hanno recettori per il glutammato (simili ai nostri) che segnala (un po’ come il nostro sangue) una ferita inflitta dall’erbivoro. I recettori lo usano come “neuro-trasmettitore” per aumentare di botto nelle cellule la concentrazione degli ioni calcio, la quale

propagates to distant organs, where defense responses are then induced.

In realtà, gli organi distanti sono altre foglie che reagiscono producendo ormoni disgustosi per i bruchi. Rif. il com. stampa dell’univ. del Wisconsin.

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Da un po’ Roy Spencer – secondo il quale le emissioni di CO2 non c’entrano con il riscaldamento globale – non raccontava bufale sul clima nei giornali. Anche lui sembra esser stato mollato dal Wall Street Journal, perché lo ha fatto su USA Today proposito dell’uragano Florence. Le alluvioni eccezionali non sarebbero dovute all’aumento della temperatura dell’oceano, del vapore acqueo e all’innalzamento del livello del mare:

like most claims regarding global warming, the real effect is small, probably temporary, and most likely due to natural weather patterns. Any changes in hurricanes over 70 years, even if real, can easily be part of natural cycles — or incomplete data. 

If humans have any influence on hurricanes at all, it probably won’t be evident for many decades to come. Natural variability is simply too large. This should not be surprising given that humanity’s greenhouse gas emissions have caused only a 1 percent change in the natural energy flows coursing through the climate system.

Da creazionista, forse crede che Dio faccia sparire quell’1%.

Su Media Matters, fra le righe Kevin Trenberth gli dà dell’ignorante:

The heat fuels storms of all sorts and contributes to very heavy rain events and flooding.

E Michael Mann, che ha pubblicato (come Trenberth) “studi di attribuzione” dell’influenza del clima su eventi meteo estremi negli Stati Uniti, lo smentisce sul Guardian:

the 2018 Atlantic hurricane season, initially predicted to be quiet – quelled by an incipient El Niño event and cool, early summer ocean waters – has suddenly erupted. If the current disturbance in the western Gulf of Mexico known as “95L” earns the status of tropical storm, the 2018 season will be the second time in recorded history that we’ve seen five tropical storms simultaneously present in the Atlantic basin (the last time was in 1971).

Ho controllato, l’effetto del Niño sull’Atlantico è l’opposto di quello sul Pacifico.

But when it comes to coastal threat, it hardly matters how many tropical storms there are over the course of the season. A single landfalling hurricane can wreak havoc and destruction. Think Katrina in 2005, Irene in 2011, Sandy in 2012, either Harvey or Maria in 2017 and now Florence in 2018.
In this sense, the sometimes fractious debate about whether we’ll see more or fewer storms in a warmer world is somewhat misplaced. What matters is that thereisa consensus we’ll see stronger and worse flood-producing storms – and, in fact, we’re seeing them already. That brings us to Hurricane Florence: a climatologically-amplified triple threat.

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 © ANSA

Attacco alla storia

A Trieste esattamente 80 anni fa, Mussolini ha proclamato le leggi razziali contro i settemila triestini ebrei. Dall’ANSA:

“Il 31 agosto – spiega la dirigente scolastica, Cesira Militello – la referente del progetto viene convocata dall’assessore comunale alla Cultura, Giorgio Rossi, e nel corso dell’incontro le viene chiesto di modificare il manifesto dell’iniziativa.

Per il leghista Rossi, il titolo del quotidiano sarebbe stato “troppo pesante”.

Ho scritto chiedendo dettagli sulle modifiche, ma non ho ricevuto risposta”; quindi “abbiamo rinunciato alla sala”. “Sono una persona liberale – replica Rossi – e di fronte alla locandina, in accordo con il sindaco, ho scelto di muovermi con prudenza e memore di tutta una serie di precedenti” relativi ad altri manifesti di eventi.

Il sindaco Dipiazza dice sul Piccolo di oggi, che è stato lui a trovare il manifesto della mostra “esagerato e duro”, povera stella. Autorizza la mostra a certe condizioni:

La facciano pure. Però i toni devono essere abbassati 

Soffre di acufeni? Gli studenti e le vittime delle leggi razziali che li hanno aiutati devono ancora alzarli.