Cari orecchietti di radiopop,
Innanzitutto vi segnaliamo un bel convegno, organizzato da Elena Cattaneo lunedì e martedì mattina alla Statale, che non è riservato agli studenti in materie scientifiche: “Essere cittadini tra scienza, sapere e decisione pubblica“.
Abbiamo letto su Vita, il mensile del “terzo settore”, un’inchiesta sulla ricerca biomedica in Italia e abbiamo chiesto a Luca Carra, uno dei due autori di riassumercela, anche se è già un riassunto di una marea di dati dell’Istat, del CNR, dell’OCSE e altri enti di ricerca. Più meta di così, finiamo arroste.
In circa 20 minuti, Luca dovrebbe riuscire a spiegare chi finanza i migliori progetti, come fa a selezionarli, e perché le fondazioni e le associazioni non profit sono state cruciali nel tenere alta la reputazione dei ricercatori biomed italiani – in tempi di vacche sempre più esili e smunte.
Conoscete già Luca, è il direttore di Scienza in rete, ogni tanto interviene in radio. Il suo aereo atterra alle 11, ma ha promesso – ma no, Luca! – di trovare un “posto tranquillo”. E se ritarda – ma no, l’aereo! – cosa facciamo?
poscritto:
Luca e il suo aereo sono stati puntuali. In conclusione abbiamo accennato alla battaglia contro gli abusi del valore p. Oggi è uscito un editoriale di Nature:
- E’ ora di mollare la significatività statistica (come viene usata ora)
e la lettera aperta di Valentin Arnheim et al. con oltre 800 firmatari:
E’ il tema della rivista The American Statistician: “Statistical inference in the 21st century: moving beyond p <0.05″, con 43 paper su quello che bisogna e non bisogna fare anche se la statistica non è il nostro mestiere.
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Rimandato
Rimandiamo alla settimana prossima e con voi parliamo di geoingegneria del clima. La settimana scorsa, proprio mentre gli studenti chiedevano ai governanti di tutto il mondo di dar finalmente retta agli scienziati porca miseria!, succedeva il contrario. Durante l’assemblea biennale dell’Onu per l’Ambiente (UNEA-4) che si teneva a Nairobi dall’11 al 15 marzo sono successe due cose:
1 -su Nature Climate Change, è uscito un articolo di Peter Irvine, Kerry Emanuel, David Keith et al. secondo il quale immettere incessantemente in stratosfera tonnellate particelle che riflettono verso l’esterno la radiazione solare, presenta i rischi minimi e potrebbe dimezzare il tasso di riscaldamento globale.
Il tutto basato su una nuova analisi di modelli “idealizzati” e gli autori stessi dicono che sono inadeguati. Solo che David Keith è uno dei responsabili dell’esperimento Stratospheric Controlled Perturbation Experiment (Scopex) di cui vi dicevamo in novembre, per mandare 100 grammi di carbonato di calcio a 200 km sopra una regione desertica degli USA per vedere l’effetto che fanno…
2 – A Nairobi dov’erano presenti i delegati di 170 paesi, la Svizzera aveva presentato la proposta di commissionare all’agenzia dell’Onu per l’ambiente (UNEP) una valutazione delle ricerche scientifiche su due tipi di geoingegneria climatica:
a) la rimozione della CO2 dall’aria, una tecnologia ancora molto in fase di sviluppo detta “cattura del carbonio”
b) la “gestione della radiazione solare” spargendo particelle nel cielo, di per sé molto semplice ma con immensi problemi politici, perché chiederebbe l’accordo di tutti i paesi del mondo.
In effetti tutti i paesi erano d’accordo con la proposta svizzera, meno gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e il Brasile. Secondo loro, la valutazione andava lasciata all’IPCC, come se gli USA a fasi alterne e l’Arabia Saudita da 29 anni, non cercassero di discreditare e di censurare qualsiasi valutazione dell’IPCC. Dai delegati dello spara-bufale Bolsonero, non c’era da aspettarsi che ostacolassero l’amato Trump.
Gli scienziati del clima favorevoli a una moratoria concordano su 2 punti (semplificando):
i – vanno consultati gli scienziati che studiano l’ambiente in generale, gli eco-sistemisti della sostenibilità planetaria, gli agronomi e gli esperti di sicurezza alimentare, di biodiversità e via via tutti gli abitanti umani del pianeta;
ii – se i governanti continuano a procrastinare, non ci resterà che ricorrere a una tecnologia-tampone finché non rinsaviscano.
Fra questi scienziati ci sono due posizioni (semplificando ancora di più):
A – fermare ogni tentativo su vasta scala finché non ci sono dati sufficienti per rifletterci su, ma autorizzare ricerche fatte in modo serio e sicuro;
B – come abbiamo scritto nelle nostre precedenti valutazioni, la geoingegneria solare è una boiata per tante ragioni, prima delle quali è che se s’interrompe per un qualche intoppo, dissenso o taglio dei finanziamenti, la botta di caldo conseguente sarà micidiale; seconda delle quali è che abbiamo già inquinato abbastanza; ecc.
Voi orecchietti, siete per il piano A, per il piano B o nel caso di procrastinazione cronica avete un piano C?
(Se Luca atterra in orario, ricicliamo le domande in un altro micap.)
In onda il giovedì dalle 11.30 alle 12 sui 107,6 FM, in streaming durante e in podcast dopo.
è davvero un bel convegno quello del 25 e 26 a Milano, peccato solo che 13 interventi siano di uomini e uno solo di una donna
Tiziana,
è vero. Ma a parte Elena Cattaneo, mi sembra che poche donne si buttino nella rissa tra scienza e politica. Viste le reazioni, un po’ le capisco.