Nei topi

Anche James Heathers della Northeastern University si è stufato dei giornalisti che leggono il primo e l’ultimo paragrafo di un comunicato stampa e annunciano una nuova rivoluzione in medicina. Così ha creato just say in mice e gli stanno arrivando esempi preceduti da “in mice” che farebbero molto ridere se alcuni lettori non ci credessero. Secondo Heathers, sarebbe opportuno scrivere anche “topi femmine” o “topi maschi”…

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#metoo
Anche le archeologhe americane si sono stufate di incontrare nelle assemblee della Society for American Archeology (SAA) il molestatore seriale David Yesner, al quale due anni fa l’università dell’Alaska-Anchorage aveva vietato di presentarsi a qualunque evento coinvolgesse studenti e dottorande (è stato allontanato definitivamente il 9 aprile). Questa volta hanno protestato anche gli archeologi non molestatori, racconta Lizzie Wade su Science, e il direttivo della SAA ha promesso che d’ora in poi non succederà più.

Era andata ancora peggio di così. Fino alla protesta collettiva, la SAA aveva ignorato le segnalazioni delle vittime di Yesner e addirittura revocato l’accredito di Michael Balter, un tempo di Science, perché aveva riferito la presenza di Yesner a un membro del comitato organizzatore e fatto domande sgradite.

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Un anno fa l’inchiesta dell’OMS su Luiz Lourdes, un vice-direttore dell’UNAIDS accusato di molestie sessuali, aveva concluso che era innocente, mente una interna concludeva il contrario. Prosegue invece l’indagine chiesta da Lourdes prima delle accuse, scrive l’AP, e rivela che una delle accusatrici e il suo supervisore avevano usato fondi dell’agenzia per soggiorni privati in albergo.

Lourdes dice all’AP che sarebbe la conferma della sua innocenza: l’accusatrice ha mentito per proteggere il proprio supervisore. Può darsi, ma non era il supervisore delle altre due donne.

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7,7 miliardi di esseri umani e soltanto ben 147 kakapo

“The kakapo is a bird out of time. If you look one in its large, round, greeny-brown face, it has a look of serenely innocent incomprehension that makes you want to hug it and tell it that everything will be all right, though you know that it probably will not be.” Douglas Adams, 1989.

Il portavoce dei kakapo si chiama Scirocco.

Nel 1977 rimanevano soltanto 18 kakapo su un’isola della Nuova Zelanda e pochi individui sparsi qua e là. Vent’anni e molte vicissitudini dopo, partiva un’iniziativa un po’ folle per salvarli dall’estinzione: venivano trasferiti in elicottero su un’isola liberata dai topi e altri predatori. Da allora sono allevati, curati, nutriti sorvegliati da ricercatori e volontari che ne proteggono addirittura le uova dal freddo con cuscini termici.

Quest’anno, scrive il Guardian, hanno battuto il record di nascite con 75 pulcini nati vivi, da 200 uova, di cui una cinquantina per ora sta bene. Ieri una delle madri si è ammalata e ha dovuto essere trasportata in ospedale.

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Nei trial con volontari mai infettati prima, il PfSPZ-CVac è risultato un vaccino molto efficace contro la malaria, o meglio contro un unico ceppo di plasmodio, solo se somministrato per endovena in tre dosi, il che rende quasi impossibili le vaccinazioni di massa nei paesi dove non ci sono abbastanza medici. Se non ricordo male, è in “fase di sviluppo” dal 1985.

Verrà testato l’anno prossimo su 2100 volontari fra i 2 e i 50 anni nell’isola di Bioko (Guinea Eq.), scrive Declan Butler su Nature. Se è sicuro ed efficace anche in persone già infettate da ceppi locali, inizierà un trial con circa 10 mila volontari e se tutto va bene, un altro con i 280 mila abitanti dell’isola. Nel frattempo

  • The prevalence of malaria on Bioko has dropped from 45% to 12.5% in 15 years through the use of conventional measures such as indoor insecticide spraying and bed nets laced with the chemicals. 

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Nel Madagascar il morbillo era stato “sconfitto” dieci anni fa. Secondo l’OMS-Madagascar di ieri, da ottobre

  • Nearly 117 075 cases and 1 205 deaths have been recorded to date. Of the reported cases, 77% were children younger than 14 years, and 79% of the deaths were among children in the same age range.

(h/t Medbunker).

Il Giornale si corregge:

Si segnala che il seguente articolo – ripreso dal sito dell’Ansa a questo link – è frutto di una sbagliata interpretazione dei dati di questa tabella tratta dal sito del Who.

E’ la tabella a p. 13 di Relief Web, un aggregatore dell’Oms

la cui traduzione è “qui ci sono stati 638 morti riportati in strutture sanitarie e 567 morti in comunità, tra cui 114 decessi correlati al morbillo e 453 morti accertati non morbillo”. 

All’inizio manca “Dal 3 settembre al 24 marzo”. Siccome i dati arrivano a fine mese, al 28 febbraio i morti erano 752 morti.

  • Verificando sul sito dell’Oms, infatti, in Africa il morbillo non è nemmeno menzionato. Ci scusiamo con i lettori.

Verificando sul sito dell’OMS, infatti, si trova facilmente sia “morbillo nel Madagascar” che “morbillo in Africa“, e si trova pure che rispetto a un anno fa

  • The WHO African region has recorded a 700% increase.