Sul Guardian, 47 attivisti di Fridays for Future hanno pubblicato un invito a partecipare alle iniziative che stanno preparando per una settimana a partire dal 20 settembre. Il testo andrebbe citato tutto, ma spero di rendere l’idea. I ragazzini stanno facendo quello che possono e sanno che, senza l’aiuto degli adulti, non basta:
“Raggiungeteci tutti, con i vostri vicini, colleghi di lavoro, amici, parenti, e usciamo in strada per far sentire le nostre voci e dare una svolta alla nostra storia”, scrivono:
- Durante la Rivoluzione francese le madri riempivano le strade, per i propri figli. Oggi noi figli lottiamo per noi stessi, ma molti dei nostri genitori stanno discutendo se abbiamo buoni voti, o di una nuova dieta o cos’è successo nel finale di Game of Thrones – mentre il pianeta brucia.
Bisogna ridurre le emissioni rapidamente,
- Ma per cambiare tutto, abbiamo bisogno di tutti.
Se saremo numerosi, avremo la possibilità di farcela:
- Se ci importa, non dobbiamo limitarci a dirlo. Dobbiamo agire. Non sarà l’ultimo giorno che ci toccherà scendere in strada, ma sarà un nuovo inizio.
Sempre sul Guardian, Margaret Atwood, Bill McKibben, Naomi Klein, Michael Mann, Luca Mercalli e altri 52 adulti che lottano da anni non solo per il clima, hanno già risposto all’invito. La giornata del 20 settembre intende appoggiare tutti i movimenti per il clima, scrivono. Molti non potranno partecipare per ottimi motivi, ma loro ci saranno. Per 24 ore però “parecchi di noi possono uscire dalla routine, sicuri di poterci tornare”. En passant, i grandi danno alcune indicazioni su quello che i ragazzi stanno preparando:
- Speriamo che alcune persone protesteranno: contro i nuovi oleodotti, o contro le banche che li finanziano; contro le compagnie petrolifere e i politici che ne diffondono le menzogne. Speriamo che altre passeranno la giornata applicando isolanti sulle pareti della casa dei vicini o costruendo piste ciclabili. Speriamo che ognuno passerà almeno qualche minuto nel parco di una città, nel campo di una fattoria o sul tetto di casa semplicemente per immergersi nella bellezza del mondo che abbiamo il privilegio di difendere.
Danno una svolta anche allo stile dei manifesti politici, no?
*
Paper in tema, e un po’ di storia del secolo scorso
Su Science, Paul Voosen racconta la reazione dei climatologi all’articolo di Haustein e Otto uscito sul Journal of Climate. Riduce l’effetto dell’oscillazione multidecennale dell’Atlantico (AMO) – a cicli di chi dice 20 e chi 60 anni – sulla temperatura del secolo scorso. A spiegare le oscillazioni della temperatura sarebbero soprattutto;
- inhomogeneous anthropogenic aerosol forcing (AER), biases in the instrumental sea surface temperature datasets, and inadequate representation of the response to varying forcing factors.
Il raffreddamento causato dagli aerosol era già noto, tant’è che sta alla base di molti progetti di geoingegneria. I data-set sono continuamente corretti, quindi il problema riguarda la rappresentazione delle forzanti in alcuni modelli.
A sostenere che l’AMO – cioè “non è l’Uomo, ma la Natura a modificare il clima” per dirla con l’infame Frederick Seitz nella traduzione del suo ammiratore Franco Battaglia – spiega l’andamento della temperatura globale sono rimasti pochi “ciclisti”. Fra questi Judith Curry, secondo la quale i modelli climatici sono catastrofisti. Nella curva delle anomalie vede una “ola da stadio“ con le variabili naturali che vanno su e giù in sintonia con l’AMO. Nel 2014, credeva che l’onda stesse calando e, con un suo modello, aveva previsto che il tasso di riscaldamento globale sarebbe calato anch’esso per almeno altri vent’anni.
Gli anni 2014-2018 sono stati i più caldi mai registrati.
Tra il 1940 e il 1970, il riscaldamento era mascherato dall’inquinamento atmosferico. La maschera è caduta quando le leggi sull’aria e l’acqua sono entrate in vigore in tutti i paesi industrializzati a partire dagli anni Sessanta.
Secondo Big Coal e l’immancabile Frederick Seitz all’epoca presidente dell’Accademia delle scienze americana, le leggi che limitavano le emissioni di aerosol erano insensate perché le piogge acide erano causate unicamente dalle eruzioni vulcaniche (“Non è l’Uomo” ecc.). Né avrebbero diminuito le malattie respiratorie, in compenso avrebbero invece provocato una catastrofe economica.
In Europa, la campagna di disinformazione era stata inefficace. In USA, il Clean Air and Water Act era stato deciso nel 1970 da Richard Nixon, un repubblicano corrotto e razzista che non negava l’evidenza scientifica. E’ stato approvato e ampliato con emendamenti bi-partisan fino al Clean Power Act proposto da Barack Obama.
Anthony Watts – idolo dei bigoilisti e del ten,col. Guido Guidi – ripete tuttora che le piogge acide sono una bufala (in realtà il rapporto di Patricia Irving per il NAPAP uscito nel 1991 era stato subito criticato dagli scienziati perché minimizzava i danni delle emissioni di solfati e dei NOx per la salute umana e gli ecosistemi, soffermandosi su quelli delle piogge acide sulle foreste e le coltivazioni, già in parte risanati).
Watts è un tifoso di Trump che cerca di sostituire l’attuale normativa sugli inquinanti con quella precedente al 1970. Per ora lo bloccano i tribunali. Ogni anno cerca di tagliare i fondi federali destinati al monitoraggio delle malattie da inquinamento. Per ora glielo impediscono i democratici e i repubblicani dissidenti sia alla Camera che al Senato.
Auguri ai ragazzini che hanno scioperato oggi in tutto il mondo. Avranno bisogno di molti altri appoggi, mi sa.
Quindi le manifestazioni goduriose servono per chiedere che la politica *ordini* alle masse cosa fare in modo che possa essere puntato il dito verso la politica. Altrimenti gli atteggiamenti personali possono essere fraintesi per asociali. Insomma ci vuole qualcuno che obblighi le masse altrimenti le masse si muovono in modo diverso e chi vuole il dare il buon esempio tocca sentirsi diverso, escluso. Un bel problema, gli uomini sono animali sociali, chi vorrebbe mai contribuire a cambiare il mondo sapendo di stare sulle palle al mondo stesso? Mmmmh, è più facile organizzare eventi sociali dove c’è chiaccherare, fare un po’ di casino, ascoltare buona (forse) musica, divertirsi insomma. Poi il 99% torna a casa nella sua ignoranza, senza sapere come si legge una bolletta della corrente o quanto fabbisogno energetico sia necessario per vivere nella casa dove si vive. Insomma, senza saperne un tubo! Ma l’importante è divertirsi, siamo troppo abituati a godercela senza saperne nulla. Avanti tutta! Male che vada sarà colpa della politica!